Categoria: News

05 Dic 2020

Patrimoniale Si, Patrimoniale No?

Quando i soldi scarseggiano e servono con urgenza lo spettro della patrimoniale è il primo a tornare ad aleggiare sulle tasche dei contribuenti. Una sorta di ‘tasto rosso’ che lo Stato si tiene a disposizione per far fronte a un’emergenza. Per questo, di solito, imposte di questo tipo vengono decise in periodi eccezionali, in presenza di conflitti bellici o catastrofi economiche.

Dopo Spagna, prima, e Belgio, poi, che hanno già aperto a quest’ipotesi “post-bellica” per risanare le loro finanze, il tema della “patrimoniale” torna ora in pista anche in Italia con un contestato emendamento alla manovra, firmato da Nicola Fratoianni (Leu) e Matteo Orfini (Pd).

Si chiede l’abolizione dell’Imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, per sostituirle con un’aliquota progressiva minima dello 0,2% sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro.

Per il 2021 la proposta di modifica prevede un’aliquota del 3% per i patrimoni superiori al miliardo di euro. L’emendamento prevede inoltre, per i patrimoni all’estero “suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia”, multe che vanno dal 3% al 15% dell’importo non dichiarato.

E fin qui la cronaca di questi giorni.

Ma l’intento di queste righe NON E’ prendere posizione se sia una scelta corretta o meno.
Mi interessa molto di più capire quanto possa essere PROBABILE.

Innanzitutto: la patrimoniale è un’imposta ECCEZIONALE, e come tale viene applicata in casi ECCEZIONALI.

E per capire se un’ imposta eccezionale possa essere applicata, bisogna, come sempre cercare di capire il contesto in cui è pensata.

Bisogna quindi guardare alla “famiglia Italia” e alle sue entrate (PIL), alle sue uscite (Debito Pubblico) e al “maialino” sul comò della nonna (la ricchezza netta accantonata).

Punto primo.

Va da sé che se le entrate sono minori delle uscite, alla lunga si va ad attaccare il risparmio accantonato.

Questo in tutte le famiglie.

In economia si dice che un rapporto debito/PIL superiore al 100%, alla lunga NON è sostenibile.

Negli ultimi 10/12 anni si è fatto progressivamente sempre più pesante il divario fra ENTRATE (PIL) e USCITE (DEBITO PUBBLICO).

Di conseguenza il rapporto fra Debito e PIL che nel 2008 stava quasi rientrando nella soglia del 100%, è arrivato a toccare oggi circa il 140%.

E, ahimè, i dati macroeconomici del 2020 incideranno pesantemente sull’ ulteriore allargamento di questo divario.

E cosa si fa quando i debiti sono insostenibili?

O si dichiara fallimento, o si mette mano ai risparmi per risanare il proprio debito.

E allora, mal volentieri, si deve per forza girare lo sguardo al “maialino” sul comò della nonna.

Quanti soldi ci sono dentro?

Dati aggiornati Banca d’Italia.

Fortunatamente, come si può vedere, il maialino è un maialino “bello pasciuto”, che ci consente di fare due conti e dire che, mal che vada, quel debito (2.583 Miliardi) è coperto.

Tornando alla domanda iniziale: è probabile, quindi, una patrimoniale?

Diciamo che la ricchezza netta degli italiani è la principale garanzia nei confronti dell’insostenibilità del debito pubblico dell’Italia.

E in momenti di emergenza, come quello che stiamo attraversando a livello mondiale, succede che i creditori possano richiedere il rientro dei loro capitali.

Quindi purtroppo non è tanto capire se ci sarà o meno una patrimoniale … i dati strutturali macroeconomici ci dicono forse che rimane solo da stabilire il “quando” e il “come”.

 

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico OCF (www.organismocf.it) nonchè certificato EFPA European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio e/o approfondimento non esitare a contattarmi, sarà un piacere poter dialogare con te sull’argomento.

Ti ringrazio per il tuo tempo,

a presto

Mauro

28 Nov 2020

Che cos’è il TFM?

L’ottimizzazione fiscale, spesso sottovalutata, deve essere al centro, a mio modo di vedere, di qualsiasi pianificazione finanziaria.

I vantaggi fiscali, nel lungo periodo, si tramutano in importanti vantaggi finanziari.

E’ il caso del TFM, il Trattamento di Fine Mandato.

Che cos’è il TFM?

Se i dipendenti possono usufruire del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), gli amministratori di società possono beneficiare del TFM.

Il Trattamento di Fine Mandato è uno strumento che, pur essendo poco utilizzato dalle piccole e medie imprese, offre notevoli vantaggi sia per l’azienda che per l’amministratore che lo riceve.

Ma quali sono questi vantaggi?

  1. Il TFM, è una sorta di TFR (la cosiddetta «liquidazione») che si può prevedere per gli amministratori di un’azienda. Viene di solito accantonato tramite una polizza, e rappresenta per l’azienda un costo deducibile.
  2. Per l’amministratore, al contempo, costituisce reddito solo al momento in cui lo riceve e non quando viene accantonato ed, essendo soggetto a tassazione separata (calcolata in base al reddito medio dell’ultimo biennio), non va a cumularsi con altri redditi, quindi senza incrementare l’aliquota IRPEF.

Che differenza c’è fra TFR e TFM?

A differenza del TFR che è obbligatorio, il TFM è facoltativo (art. 2364 c.c.) e può essere erogato nei confronti degli amministratori di società oppure nei confronti di tutti quei soggetti che lavorano per la società ma non sono legati da alcun vincolo di subordinazione con essa, quindi sono solo dei collaboratori.

Inoltre l’ ammontare del TFM (al contrario del TFR regolamentato per legge) non è regolamentato per quanto riguarda la sua entità ma si parla semplicemente di congruità rispetto al compenso dell’Amministratore e al giro d’affari dell’Azienda.

Quali sono i requisiti per poter utilizzare il TFM?

Utilizzare il TFM, però, non è una cosa facile perché è abbastanza particolare. Infatti:

deve essere presente nello Statuto della società;

– e deve essere deliberato dall’assemblea, con un atto di data certa antecedente all’insediamento del nuovo amministratore.

E’ importante sottolineare che tale delibera deve essere fatta prima che venga nominato l’amministratore, perché se la delibera viene fatta dopo la nomina, si commette un illecito e la società perde tutta le deducibilità.

Esempio

A titolo esemplificativo e non esaustivo, vediamo un esempio semplice provando a quantificare il vantaggio fiscale per l’amministratore.

Ipotizziamo un reddito lordo di 100.000 euro ed un versamento TFM per 10 anni di 20.000 euro. Così facendo abbiamo:

– Minore tassazione IRPEF pari a 8.600 euro l’anno (43% di aliquota marginale su 20.000 euro). In 10 anni fa dunque 86.000 euro;

– Tassazione finale pari a 72.340 euro (regime separato, aliquota media del 36,17% sul TFM totale di 200.000 euro, al netto del rendimento finanziario)

– Vantaggio fiscale finale per l’amministratore pari a 13.660 euro (86.000 di minore tassazione – 72.340 di imposte pagate alla fine).

Come accantonarlo

L’accantonamento a TFM è una posta del passivo di bilancio di una società: come per il TFR, è un debito contratto nei confronti del lavoratore (in questo caso dell’amministratore) che verrà onorato al termine del mandato.

Sul mercato esistono apposite soluzioni assicurativo-finanziarie dedicate.

Dal punto di vista formale, il beneficiario del contratto può essere l’amministratore o la società; in ogni caso è quest’ultima che riscatta la posizione al termine del mandato, trattiene una ritenuta di acconto a titolo di imposta del 20% e assolve infine al pagamento dovuto nei confronti dell’amministratore.

Da ultimo è importante ricordare che, essendo tale negozio giuridico un libero accordo tra le parti, il TFM può essere oggetto anche di anticipo prima della cessazione del rapporto di lavoro. Come per il TFR, le motivazioni che da prassi giustificano tale richiesta sono l’acquisto della prima casa per sé o per i figli, il sostenimento di spese sanitarie straordinarie, oppure la fruizione di congedi parentali; tuttavia, ancora una volta, l’assenza di stringenti normative sul TFM consente una più ampia autonomia negoziale tra amministratore ed impresa.

 

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico OCF (www.organismocf.it), nonchè certificato Efpa – European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio e/o approfondimento non esitare a contattarmi: sarà un piacere poter dialogare con te.

Grazie per la tua attenzione,

a presto

Mauro

 

22 Nov 2020

Sostenibile è bello e … redditizio!

Spesso abbreviato con l’acronimo SRI, dall’inglese “Sustainable and Responsible Investment”, l’Investimento Sostenibile e Responsabile mira a creare valore per l’investitore e per la società nel suo complesso attraverso una strategia di investimento orientata al medio-lungo periodo che, nella valutazione di imprese e istituzioni, integra l’analisi finanziaria con quella ambientale, sociale e di buon governo.

30 Miliardi di Dollari

Secondo i dati della Global Sustainable Investment Alliance, all’inizio del 2018 i capitali investiti a livello globale secondo le strategie SRI ammontano a 30,7 mila miliardi di dollari. La crescita degli investimenti sostenibili e responsabili è stata del 34% in due anni (contro il 25,2% nel biennio precedente). La maggioranza degli investimenti si concentra in Europa, che rappresenta il 46% del mercato SRI globale. Seguono gli USA con il 39%.

Il connubio tra finanza e sostenibilità che si è venuto a creare è molto forte e sembra che stia funzionando: le aziende che devono raccogliere capitale sul mercato oggi sempre di più sono misurate dagli investitori per il modo in cui si confrontano con queste tematiche, che riguardano l’ambiente e l’aspetto sociale.
La “sostenibilità”, dunque, è un concetto acquisito, non più ignorabile.

Pandemia e Sostenibilità

L’emergenza sanitaria e la crisi economica generate dalla pandemia di coronavirus hanno determinato, inoltre, una significativa evoluzione nel mercato della finanza sostenibile: soprattuto i temi sociali, la cosiddetta variabile “S” dell’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance), stanno catalizzando sempre più l’attenzione degli investitori. La tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, la trasparenza e la gestione responsabile delle catene di fornitura delle aziende, il miglioramento dei servizi sanitari, la messa in sicurezza e la riqualificazione di aree urbane sono alcuni ambiti su cui si sta concentrando l’attenzione degli operatori finanziari.

OK, tutto molto bello … ma rende?

Ma alla fine quello che chiede l’investitore è comunque il rendimento.

E il rendimento c’è, eccome. Anzi, dal punto di vista della volatilità di lungo periodo, l’attenzione rivolta per la selezione delle aziende da questo tipo strumenti finanziari verso l’aspetto del “buon governo”, sembra essere un fattore di maggiore “stabilità” anche nel lungo periodo.

Il DOW JONES SUSTAINABILITY INDEX (DJSI) nasce nel settembre 1999 e rappresenta oggi il punto di riferimento (il “benchmark”) per tutte le strategie di investimento sostenibili.

E i suoi ritorni meritano sicuramente una certa attenzione.

 

Ti lascio un bellissimo video che spiega molto bene che cosa sono gli investimenti SRI e i criteri ESG (Environmental, Social, Governance) che stanno alla base della selezione delle aziende su cui investire attraverso questi strumenti.

 

 

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo unico OCF nonchè certificato EFPA European Financial Advisor … e credo sia importante poter scegliere dove investire i propri risparmi, tenendo presente che esiste la possibilità di incidere profondamente sul tipo di futuro che desideriamo.

Ti ringrazio come sempre per il tuo tempo e per qualsiasi approfondimento non esitare a contattarmi,

a presto

Mauro

 

14 Nov 2020

Ma tu “giochi” in Borsa???

“E quando investiamo i tuoi risparmi, secondo te, che cosa pensi che stiamo facendo?”

La risposta, istintiva e spontanea è proprio questa.

Ma visto e considerato che mi hanno sempre insegnato a contare almeno fino a 10 … ho provato a riflettere.

In effetti il termine “giocare” ci fa associare l’ “investimento finanziario” al “gioco d’azzardo”.

Ah … potere della mente!

Il gioco d’azzardo richiama poi a sua volta, a strettissimo giro, il concetto di “fregatura”.

Un “vizio capitale”, il GIOCO,  da cui si è irresistibilmente attratti e da cui si esce con le “penne bruciate”.

E noi Consulenti Finanziari, ancora e non di rado, giriamo con attorno quest’aurea funesta di “maghi incantatori, imbonitori” … per usare l’accostamento meno crudele!

E in un nanosecondo vedi andare in fumo anni investiti nelle tue lauree, le tue certificazioni, la tua iscrizione all’Albo professionale!

 

E allora, riprendendomi da un più che naturale sconforto, ho deciso di ficcarci bene dentro il naso … perché ho voluto dare una risposta definitiva a questo dubbio:

 

Ma è vero che in Borsa ci si “bruciano le penne”?

 

E quindi, dopo aver analizzato 50 anni di storia dell’indice azionario globale, ho provato a fare un disegnino a mano libera …  e questo è il risultato:

 

 

100 $ investiti a dicembre 1969, oggi sarebbero 2300 $.

Fai tu i conti, per piacere … perché dopo aver raddoppiato, triplicato il capitale  inizio a perdermi … .

Nei 15 anni successivi al -35,44% della crisi petrolifera del ‘73/’74, per esempio, il mercato azionario globale ha registrato un onorevole + 553,76%!

E dopo il -16,52% della Guerra del Golfo? Da dicembre 1990 (461,53 $) fino a dicembre 1999 (1420,89 $), prima della Bolla Tecnologica, l’indice azionario globale ha performato un discreto + 207,87%!

E così via, crisi dopo crisi dopo “fini del mondo” … compresa quella che stiamo attraversando … i miei 100 $ sono cresciuti nel tempo fino a diventare 2300 $.

 

MORALE:

 

Questi numeri non servono per alimentare aspettative di rendimento che non si potranno mai replicare allo stesso modo, ma a sgretolare una volta per tutte (lo spero!) quel luogo comune per cui “in Borsa ci si brucia le penne!”.

  1. In Borsa non si “gioca”. In Borsa ci si investe. E ci si guadagna. Investendo in maniera diversificata e per il corretto orizzonte temporale.
  2. Investire in Borsa, poi, significa una cosa anche socialmente importante: significa investire nell’economia reale. Significa conferire capitale all’economia reale, che può, così, continuare a crescere.

 

DOV’E’ INVECE CHE SI GIOCA E SI PERDE MATEMATICAMENTE?

 

Alle “macchinette” e al “gratta e vinci”, per esempio.

E qui, seriamente, bisognerebbe aprire un discorso importante verso quelli che sono veramente  “giochi d’azzardo” su cui SOLO lo Stato (e cioè un vero e proprio BANCO! In questo caso) ci guadagna matematicamente.

 

 

 

07 Nov 2020

Elezioni USA 2020 …. ma non doveva esserci l’ennesimo crollo dei Mercati?

La volatilità, di cui, in realtà, pochi si sono accorti (e che era comunque giusto aspettarsi) degli ultimi 2 mesi in vista delle elezioni americane sembra essere già passata.

Dal 23 marzo scorso, l’indice azionario globale MSCI World ha corso fino a toccare quota 2490 $ il 2 di settembre.

Dopo di che è iniziata un po’ di  volatilità dovuta essenzialmente a due fattori: la seconda ondata della Pandemia e le Elezioni USA 2020.

Giusto aspettarsela, ma non temerla.

I mercati temono l’imprevisto.

Sia le elezioni americane (anche e soprattutto per il contendente, non certo un uomo di “rottura”), sia la “seconda ondata” della Pandemia, erano eventi prevedibili e quindi, in qualche modo, già “scontati” dai mercati.

Quindi tornando al mondo degli investimenti finanziari: l’importante è rimanere fedeli alla propria STRATEGIA di medio-lungo periodo. Sempre.

Chi è uscito in questi ultimi 2 mesi (come, per altro, chi lo ha fatto spaventato dal “cigno nero” di febbraio e marzo scorso), impaurito da una volatilità sull’azionario globale del 6/7% (che in un portafoglio bilanciato si traduce in meno della metà), non ha fatto altro che concretizzare una perdita senza poter cogliere il recupero degli ultimi giorni.

Ti lascio un bel approfondimento del 5 novembre di A.Fugnoli (strategist di Kairos) sulle elezioni Americane, dal titolo “Ritorno al centro” .

Ti consiglio anche di iscriverti, se vuoi, alla sua rubrica settimanale.

https://www.kairospartners.com/il_rosso_e_il_nero/ritorno-al-centro/

Ti ringrazio come sempre per l’attenzione e per qualsiasi approfondimento, sono a completa disposizione.

A presto,

Mauro

 

31 Ott 2020

Ampliare lo sguardo.

Puntualmente, ad ogni momento di volatilità sui mercati, arriva il panico.

Non c’è logica che tenga … i mercati finanziari sono e saranno sempre gli unici mercati al mondo dove, quando ci sono i SALDI, la gente scappa dal negozio invece di entrare!

 

 

 

La “Prospect Theory” di Daniel Khanemann, psicologo e Premio Nobel dell’Economia, parla proprio di questo: e cioè di come gli investitori prendano le loro decisioni in ambito finanziario guidati, anzichè dalla logica, dall’emotività.

Gli ultimi 2 mesi sui mercati finanziari sono stati mesi piuttosto volatili.

La seconda ondata mondiale della Pandemia e le elezioni americane sono stati sicuramente i due catalizzatori di questa incertezza.

Questa incertezza, da inizio settembre sta costando complessivamente sull’indice azionario globale circa un 6,5%.

RISCHIO o OPPORTUNITA’?

Allora cerchiamo di approfondire e per approfondire è necessario fare uno sforzo che nelle situazioni di panico è difficile mettere in atto: e cioè riflettere, cercando di allargare lo sguardo.

  1. cosa ci dice l’indice VIX? Te lo ricordi … ne ho parlato qualche mese fa in no dei miei articoli: l’indice VIX misura la “PAURA” del mercato in un  determinato momento: più è alto, più c’è panico sui mercati. Panico, letteralmente, significa una cosa sola: gli investitori scappano dai mercati, come quando scoppia una bomba, tutti insieme = vendono in massa. E i prezzi crollano di colpo.  Il – 35/40% registrato tra il 19 febbraio e il 23 marzo scorso sull’indice azionario globale è stato dovuto semplicemente a questo. Panico. E in questo periodo, l’indice VIX che misura la paura sui mercati aveva toccato, dopo essere stato per circa 12 anni (dall’ultimo “cigno nero” del 2008) intorno a 30, il punto record di 82! Oggi il VIX non dice la stessa cosa: si, si è mosso rispetto al valore di 30, ma si è assestato intorno a 39.
  2. Ampliamo lo sguardo.Non di tanto … basta guardare gli ultimi 6 o 7 mesi  … noi siamo, in questo momento, quel cerchietto rosso là, in alto a destra … .

 

Detto questo, provo a rifarti la domanda: RISCHIO o OPPORTUNITA’?

 

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico OCF nonchè certificato EFPA European Financial Advisor.

Per qualsiasi domanda, informazione, dubbio, approfondimento sono a completa disposizione: sarà un piacere per me potermi confrontare con te.

Grazie per il tuo tempo e per la tua attenzione,

a presto

Mauro

 

26 Ott 2020

Covid e Pensione, alcuni dati su cui riflettere

L’attuale crisi economico-sanitaria avrà pesanti conseguenze sia sul PIL italiano che sulla nostra Pensione Obbligatoria.

Infatti, in base alla legge 335 dell’ 8 Agosto 1995 (La riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare), il TASSO DI RIVALUTAZIONE ANNUA dei contributi versati alla Pensione Obbligatoria è il risultato della MEDIA dell’andamento dei PIL dei 5 anni precedenti.

Ciò significa, purtroppo, che se il PIL 2020 si attesterà secondo le stime dell’OCSE tra il -11% e il -14%, il tasso di rivalutazione annua risentirà, per forza di cose, di questo dato per prossimi 5 anni.

Infatti, per far tornare positiva una media fra 5 fattori dove uno è così pesantemente negativo … beh, la matematica, come sempre, ahimè, non è un’opinione.

Buona visione!

Per qualsiasi dubbio, informazione, approfondimento non esitare a contattarmi senza alcun impegno: sarà un piacere poter dialogare con te.

Ciao a presto,

Mauro

10 Ott 2020

TFR in Azienda o nel Fondo Pensione?

Sono passati ormai 14 anni dall’entrata in vigore a gennaio 2007 del d.lgs. 252/05  che ha visto il sorgere della previdenza complementare.

Ma ancora oggi, soprattutto fra i lavoratori dipendenti, regna una certa confusione sul “da farsi” con il proprio TFR.

I motivi per cui propendere, soprattutto se sei un giovane lavoratore che ha davanti a sè decine di anni di lavoro, verso la scelta della previdenza complementare sono molteplici ed ho cercato di riassumerteli in questo video.

Ma prima di lasciarti alla visione volevo farti vedere un piccolo conto che mi sono divertito a fare in base ai dati storici ad oggi in nostro possesso.

Ho fatto questo conto basandomi su un giovane 30enne, con oltre 35 anni di lavoro davanti a sè e con reddito annuo lordo di 30.000 euro.

Questa la differenza fra le due destinazioni.

C’è poco da aggiungere.

Ti lascio alla visione del video, e mi raccomando: lasciami i tuoi commenti, sarà un piacere poter dialogare con te.

A presto,

Mauro

 

 

 

04 Ott 2020

Lo “stile” d’ investimento

Che cos’è lo stile d’investimento di un fondo?

Non è altro che la sua strategia di selezione su quale tipologia di Aziende puntare.

Da sempre esistono due grandi scuole di pensiero (e di investimento) nel mondo azionario e sono rappresentate dagli stili di Valore e di Crescita, meglio noti come Value & Growth Style.

Lo stile Value trova il suo più illustre fondamento in Benjamin Graham, che nel 1949 con il suo “The Intelligent Investor” gettò le basi di una modalità di investimento resa ancora più celebre in seguito da Warren Buffet, fondata sull’idea di comprare titoli azionari dai buoni fondamentali a prezzi bassi.

Il concetto dunque consiste nel selezionare aziende di qualità che, in determinati momenti e per svariate ragioni, non sono adeguatamente considerate dal mercato, e di conseguenza esprimono un prezzo inferiore al loro valore: qui nascono le opportunità di “comprare basso” sfruttando così il riallineamento che con il tempo avverrà.

Dall’altra parte, lo stile Growth si caratterizza evidentemente per tratti somatici contrapposti.

Il padre di questo approccio è considerato Thomas Rowe Price, che sin dagli Anni Trenta plasmò l’idea per la quale l’investimento azionario dovesse fondarsi sull’apprezzamento del capitale generato da titoli di aziende con tassi di crescita superiori alla media, anche se ciò significasse pagarli “cari” o comunque non a sconto rispetto ai competitors.

Tradizionalmente, per quanto appena evidenziato, lo stile Value si presta meglio per essere utilizzato nelle fasi di rallentamento e financo di recessione economica, in quanto consentirebbe in simili circostanze di acquistare le grandi aziende a sconto, penalizzate dalla congiuntura di mercati; al contrario, lo stile Growth appare preferibile nelle fasi di ciclo più forti, dove l’espansione economica spinge maggiormente le aziende più votate alla crescita.

Detto questo, guardando al passato, come si sono disimpegnati questi due stili di investimento? E sulla base di quanto sta accadendo, con tutti i limiti del caso, cosa possiamo attenderci in futuro?

Insomma, tra Value e Growth style, chi vince?

Scoprilo nel mio ultimo video! Buona visione!

 

Per qualsiasi dubbio, approfondimento, due chiacchiere senza impegno … trovi tutti i miei riferimenti e quello che faccio sul mio sito:

www.maurovalentino.com

Grazie per il tuo tempo,

a presto

Mauro

06 Set 2020

Mister Conte, Mister Mancini e l’educazione finanziaria

  • Sono stati due ottimi calciatori: il Mancio classe sopraffina, Conte grande centrocampista e capitano della Juve di Lippi.
  • Sono due ottimi allenatori: Mister Mancini è l’attuale Commissario Tecnico della Nazionale, e Mister Conte è uno dei più stimati ed apprezzati allenatori in circolazione attualmente.
  • Entrambi hanno grosse lacune in educazione finanziaria.

 

Nelle ultime settimane si è parlato di loro per argomenti non riguardanti il calcio, stranamente. Infatti, Antonio Conte è stato vittima di un raggiro milionario da parte di un truffatore.

Repubblica 23 agosto 2020

E Roberto Mancini, in seguito a questa vicenda, si è sentito in dovere di dare sfoggio delle sue comprovate “skills” in ambito finanziario …

Investireoggi 24 agosto 2020

Considerato il loro seguito, purtroppo, non c’è da stupirsi se l’ultima pubblicazione di Banca d’Italia certifica il fatto che solo il 30% degli italiani ha un adeguato livello di educazione finanziaria rispetto al 62% della media dei Paesi OCSE.

Sole24 Ore del 23 dicembre 2019 su dati Banca d’Italia

La vicenda riguardante Antonio Conte lascia letteralmente cadere le braccia, perché ancora oggi, questa vicenda dimostra come l’ abbaglio dell’alto rendimento” sia il metodo di gran lunga più sicuro per fregare le persone.

“10% netto in un anno, Antonio, è un affare!”

“Ma è sicuro?”

“E come no?”

E il gioco è fatto.

Qui l’ABC dell’investitore consapevole è stato frantumato in pochi secondi.

  1. Il RISCHIO ZERO, Mister, non esiste.
  2. Se vengono prospettati ALTI GUADAGNI, caro Mister, significa che anche I RISCHI DA CORRERE sono ALTI.
  3. Soprattutto e prima di tutto, Mister, hai verificato se quello di fronte a te è REALMENTE un CONSULENTE FINANZIARIO regolarmente ISCRITTO ALL’ALBO UNICO OCF?

Tre regolare basilari a volte date un pò troppo per scontate.

Non faccio in tempo a ritirar su le braccia che l’intervento del Mancio ha ancor più dell’incredibile.

Roberto Mancini ha sempre dato del tu al pallone. Con quell’ intervista di alcune settimane fa in cui dispensa suggerimenti da investitore navigato, dimostra di non aver fatto altrettanto con la finanza personale.

Riporto alcuni passaggi che, a mio modo di vedere, hanno dell’incredibile.

  1. “per i propri risparmi bisogna affidarsi a commercialisti e avvocati”: caro Mancio, perdonami, ma è come dire che se hai un problema in casa con le tubature dell’ acqua devi chiamare un elettricista. Con tutto il rispetto che porto per ognuna di queste professioni citate.
  2. Il secondo passaggio da brividi riguarda il fatto che il Mancio afferma di “aver investito in azioni in passato e ha puntualmente perso: non lo fa più da anni, meglio l’obbligazionario”.Ringrazio il mister per darmi la possibilità di ricordargli un po’ di numeri.Nel 1988 Mancini vinceva la prima Coppa Italia alla Samp. Se nello stesso anno avesse allocato un capitale di 1.000 euro, questo si sarebbe trasformato dopo 30 anni in un montante di:

    6.415 se investito in obbligazioni investment grade

    11.462 se investito in obbligazioni speculative grade

    18.304 e 22.743 se investito rispettivamente in azionario emergente e americano.

    Su orizzonti temporali lunghi e su un adeguato livello di diversificazione l’obbligazionario non è statisticamente mai meglio dell’azionario. E’ il semplice ma determinante concetto di market risk premium.

    Se poi ti sei infilato in portafoglio rischio specifico di aziende bollite, spacciate per affari del secolo dal confidente di turno, caro Mancio, anche un buco in giardino è meglio.

  3. Terza “castroneria finanziaria”: “Adesso preferisco il mattone: hai sempre qualcosa in mano, e anche se il mercato non è sempre il massimo, prima o poi risale. E puoi affittare, quindi è un ritorno sicuro. Controllo spesso”.Il mattone è un asset reale, come ogni investimento non va né demonizzato né osannato. Semplicemente, va attentamente valutato.Il fatto che sia tangibile e che tu lo abbia in mano non lo rende migliore.

    Il fatto che sia abbondantemente sceso in Italia (secondo grafico) non ne garantisce il recupero, per motivi demografici prima che economici.

    Il fatto che tu lo possa affittare non ne proclama la sicurezza, sia perché quell’affitto potresti non prenderlo, sia perché quell’immobile potresti non affittarlo (vacancy rate).

    Probabilmente caro Mancio sarebbe meglio concentrarti sulla Nazionale, e lasciar fare il lavoro di gestione dei risparmi a dei bravi Consulenti Finanziari iscritti all’Albo … dai!

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari OCF, nonchè Certificato EFPA European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio e/o approfondimento scrivimi nei commenti, mandami una email, un whatsapp … fai tu, per ma sarà un piacere poter parlare con te.

Grazie per il tuo tempo e a presto,

Mauro

 

 

 

 

28 Giu 2020

IL CRACK WIRECARD E IL RISCHIO SPECIFICO

Il caso Wirecard (già ribattezzata in italia come la Parmalat tedesca) ha riportato alla ribalta un concetto che molto spesso ribadisco ai clienti/investitori: e cioè l’importanza di abbassare se non addirittura eliminare dal proprio portafoglio di investimento il Rischio Specifico.

Infatti sia per i titoli di capitale, e cioè le Azioni, che per i titoli di Credito, e cioè le Obbligazioni il Rischio di Investimento può idealmente scomposto in due fattori: il rischio specifico e il rischio generico o sistematico.

Il rischio sistematico, quello generico, per quanto riguarda il mondo dei titoli di capitale e cioè le Azioni rappresenta quella parte di variabilità del prezzo di ciascun titolo che dipende dalle fluttuazioni del mercato di riferimento.

Esempio: se il settore dell’ automotive sta attraversando in generale un periodo di contrazione, il titolo Audi, una delle più solide aziende del settore a livello mondiale, invevitabilmente, ne risentirà.

Passando al mondo Obbligazionario, Il rischio sistematico dei titoli di debito è legato invece alle fluttuazioni dei tassi di interesse di mercato.

Il rischio sistematico, generico o anche detto di mercato, è quella parte di rischio che incide sulla fluttuazione del prezzo di un titolo e che è ineliminabile, ma gestibile in base in base alla propria propensione al rischio di investitore.

Il rischio specifico invece non è gestibile. Il rischio specifico non comporta solo fluttuazioni di prezzo, bensì l’azzeramento totale del prezzo di un titolo, sia esso azionario che obbligazionario.

Il rischio specifico dipende infatti dalle caratteristiche peculiari dell’emittente.

In questo caso, per un investitore, diventa fondamentale apprezzare la solidità patrimoniale della società (o stato) emittente e le prospettive economiche della medesima.

Infatti il rischio specifico, a differenza del rischio sistematico, è poco gestibile.

Quando viene pubblicato un giudizio sulla base dell’analisi di dati di bilancio, sia essa un’agenzia di rating oppure un certificatore asseverato (come Ernst & Young nel caso Wirecard, ha comunicato che si rifiutava di certificare il bilancio 2019 per l’ammanco di circa 2 miiardi di dollari), la ripercussione sul prezzo del titolo è istantanea.

 

Chi se lo sarebbe mai aspettato?

Questa è la domanda che molti investitori che hanno perso i loro quattrini si stanno chiedendo.

In realtà avvisaglie gli investitori in Wirecard le avevano avute già l’anno scorso, ma probbilmente non le hanno volute vedere.

Infatti, quando il management di Wirecard nell’agosto 2019 ha deciso l’emissione di un prestito obbligazionario di 500 milioni di euro, l’agenzia Moody’s aveva abbassato il suo rating a Baa3 … e cioè ad un passo sopra il livello cosidetto di “spazzatura” (junk).

Ti ho detto che a differenza del rischio sistematico, che è gestibile, il rischio specifico è ingestibile a causa appunto di questa istantantaneità della variazione del prezzo finanche al suo azzeramento totale, come in questo caso.

Ma sempre a differenza del rischio sistematico o di mercato che è anche ineliminabile, il rischio specifico, invece, è eliminabile attraverso quella pratica, ancora un po’ nebbiosa e impalpabile, che va sotto il nome di diversificazione.

 

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari OCF (www.organismocf.it), nonchè certificato EFPA – European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio, informazione, approfondimento scrivimi o contattami, sarà un piacere per me dialogare con te senza alcun tipo di impegno.

Grazie per il tuo tempo e a presto!

Mauro

21 Giu 2020

BTP Futura: quando conviene?

Tra il 6 luglio e il 10 luglio verrà collocato il nuovo BTP Futura a 10 anni.

Preso atto delle preliminari condizioni di offerta e in assenza totale di informazione sulla struttura step-up delle tre cedole di durata rispettivamente di 4 anni, 3 anni e 3 anni (le conosceremo il 3 luglio) bisogna fare delle ipotesi di base che ci consentano di valutare la convenienza del nuovo titolo rispetto al mercato secondario già esistente.

Per valutare la convenienza di questa nuova emissione, la prima cosa da fare è guardare il rendimento attuale del BTP decennale sul mercato secondario.

Per attrarre quindi nuovi capitali, vien da sè che questa emissione debba offrire all’investitore un “premio” rispetto al rendimento di ciò che già trova sul mercato.

Il “premio al rischio” della recente emissione di maggio del BTP Italia a 5 anni (scadenza maggio 2025), è stato di circa 25 bps (0,25% annuo in più ripsetto al quinquennale dello stesso periodo).

Considerato quindi:

1) il maggior rischio LIQUIDITA’ del BTP FUTURA in quanto è strutturato su un orizzonte temporale di 10 anni;

2) il maggior rischio legato alla CRESCITA DELL’ INFLAZIONE su un arco temporale maggiore;

3) il maggior RISCHIO di instabilità politica (rischio PAESE) su un orizzonte più lungo;

gli analisti si aspettano un PREMIO AL RISCHIO di almeno 60 bps (0,60% in più rispetto al rendimento del decennale di periodo).

Una buona offerta da parte del MEF potrebbe essere quindi la seguente:

Ne sapremo di più il 3 luglio.

Nel mio ultimo video l’approfondimento completo. Durata 4 minuti!

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo unico OCF, nonchè certificato EFPA, European Financial Advisor.

Per qualsiasi info, approfondimento e/o confronto sono a completa disposizione: scrivimi, sarà per me un piacere poterti rispondere.

Grazie ancora per il tuo tempo,

a presto

Mauro

07 Giu 2020

La luce in fondo al tunnel

Oggi voglio darti solo un paio di dati.

Il primo: l’indice Vix.

Se mi segui, sai che te ne ho già parlato: è definito l’ “indice della Paura”, perchè misura effettivamente il grado di panico degli investitori internazionali in un determinato momento storico.

Più sale, più significa che c’è panico tra gli investitori ed aumenta la possibilità di “vendite” che possano far scendere le quotazioni.

Nella storia, questo indice ha avuto dei picchi importanti, il più importante dei quali, prima del Coronavirus, era stato all’indomani del default di Lehmann Brothers nel 2008.

In quel momento l’indice Vix aveva superato i 70 punti base.

E come puoi ricordare, sui mercati finanziari all’epoca era panico totale, con serie di sedute di borsa che si susseguivano con dei MENO a doppia cifra, un giorno dietro l’altro.

Poi per 12 anni circa, tranne alcuni balzi ma di lieve entità, se ne è stato tranquillo mediamente sotto i 30 punti base.

Fino a marzo di quest’anno, quando ha addirittura superato i livelli del 2008 toccando gli 85 punti base.

Bene, la prima buona notizia è che dopo solo 2 mesi dal picco di marzo, l’indice Vix è sceso sotto i 30 punti base, ed oggi quota intorno ai 25.

 

 

Secondo dato: l’indice MSCI World.

Anche quest’indice lo conosci bene: ci racconta l’andamento dei mercati azionari a livello globale, con particolar riferimento ai Paesi cosiddetti “sviluppati”.

E quest’indice ci dice che dopo i minimi toccati con la crisi del Coronavirus il 23 marzo scorso, i mercati internazionali hanno gia’ recuperato, in poco più di due mesi, mediamente oltre il 38%.

 

 

Questi due dati insieme ci dicono che, nonostante la Pandemia sia ancora lungi dal presentarci il suo conto in termini di recessione economica globale, gli investitori hanno già iniziato a guardare oltre, al lungo periodo, con ritrovata fiducia.

Di conseguenza, se non l’hai già fatto, questo è sicuramente il momento per lasciar da parte gli indugi ed entrare sui mercati, diversificando e con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo.

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari OCF, nonchè Certificato Efpa – European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio, informazione, approfondimento oppure anche per un semplice confronto, scrivimi: sarà per me un piacere poterti rispondere.

Grazie per il tuo tempo,

un caro saluto e  a presto,

Mauro

 

31 Mag 2020

Recovery Fund: cos’è e come funziona.

La proposta del RECOVERY FUND, appena approvata dalla Commissione Europea, consiste in un fondo di 750 Miliardi di euro complessivi messi a disposizione dei Paesi Membri dell’Unione Europea per far fronte alla crisi economica causata dalla Pandemia del Coronavirus.

Questo strumento si va ad aggiungere agli altri strumenti già predisposti per far fronte alla crisi: MES, BEI, SURE (cassa integrazione europea) e operazioni straordinarie della BCE.

Nel complesso, in questi mesi, sono stati messi sul piatto complessivamente dall’ Europa circa 3000 Miliardi.

La portata politica del RECOVERY FUND è però diversa ed è destinata ad avere un peso specifico di portata storica per l’Europa: innanzitutto si tratta di un fondo che per la maggior parte è a fondo perduto (500 Miliardi su 750); è finanziato facendo ricorso al debito pubblico “europeo”; riconosce priorità agli effetti asimmetrici della pandemia sulle economie più esposte dei Paesi del Sud Europa.

In più sancisce anche un certo orientamento “green” e “tecnologico” dell’Unione Europea che, in quanto garante dell’emissione di questo nuovo debito pubblico comune, dovrà reperire nuove risorse attraverso una vera e propria nuova politica fiscale europea che si baserà su 3 pilastri: la “plastic tax”, la “web tax” per i grandi colossi del Web, e la “climate tax” per le grandi Aziende con ancora grandi emissioni di Co2.

Grazie a questa vittoria politica, nel periodo 2021-2027, l’Italia passerà da “contributore netto” dell’ Ue a “beneficiario netto”, con fondi a disposizione per 172 Miliardi circa, di cui 81 a fondo perduto.

Questo, semplicemente, significa che ne prenderà di più di quelli che versa all’Unione Europea.

(ti lascio qui sotto il link ad un bel articolo del Corriere Economia per approfondire quest’aspetto molto dibattuto)

articolo Corriere Economia e Finanza del 28 maggio 2020

 

Che fare per ottenerli?

 

I fondi del Recovery Fund seguono tre pilastri:

Il primo, il più corposo (con lo stanziamento di 560 Miliardi dei 750, tra Grants e Loans) riguarda il “Recovery and Resilience Facility Programme”.

Si tratta di un programma di Rilancio e di Crescita che può essere attuato da ogni Stato Membro attraverso la presentazione di “National Recovery Plans” che verranno valutati dalla Commissione Europea e che in linea di principio, dovranno seguire i “Council Reccomendations” sulla Crescita e lo Sviluppo che periodicamente la Commissione Europea già invia periodicamente ad ogni Stato Membro

Per l’Italia i nodi cruciali sono noti e riguardano: la riforma del sistema fiscale; la riforma del mercato del lavoro; la maggior efficienza della Pubblica Amministrazione e dell’Istruzione; la riduzione dei tempi della Giustizia.

Il secondo pilastro, riguarda l’incentivazione degli investimenti privati, con un occhio particolare per le aziende in difficoltà dei Paesi più colpiti dalla crisi e quelle del settore Tecnologico e delle catene del valore.

Il terzo pilastro, infine, denominato “EU 4 Health Programme” , servirà per favorire la ricerca sulla prevenzione delle epidemie e l’acquisto di medicine e strumenti medicali.

E’ bene ricordare che questa, per ora, è solo la “proposta” della Commissione Europea, che dovrà essere discussa dai vari leader nazionali e approvata attraverso la riunione di un Consiglio straordinario.

Detto questo, ci sono molti fattori che fanno propendere per una definitiva rettifica per questa versione della proposta senza troppe modifiche: in primis il sostegno di Francia e Germania.

Mi chiamo Mauro Valentino, sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico OCF nonchè certificato Efpa – European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio, informazione, approfondimento lasciami i tuoi commenti o scrivimi: sarà un piacere poter conversare con te.

Grazie ancora per la tua attenzione,

a presto,

Mauro

 

 

 

 

17 Mag 2020

Millenials & Gen Z: i consumatori del futuro!

Secondo l’ultimo World Population Prospect dell’ ONU si stima che nel 2050 la popolazione mondiale passerà dagli attuali 7 miliardi e mezzo a circa 9,7 miliardi di persone.

Con enormi differenze fra paesi sviluppati (dove il tasso di natalità, come abbiamo visto parlando della Silver Economy, è in costante diminuzione e la popolazione invecchia sempre di più) e paesi in via di sviluppo, Africa in testa (dove la popolazione nei prossimi trent’anni di fatto raddoppierà).

A livello mondiale la fascia di popolazione più numerosa sarà composta sempre di più dagli attuali Millenials e dalla cosiddetta Generazione Z. I nati cioè dagli anni ’80 del secolo scorso fino agli inizi degli anni 2000.

I paesi più popolati saranno India, Cina e Nigeria.

Questi consumatori del prossimo futuro, hanno già delle caratteristiche peculiari, diverse da quelli dei loro genitori (i babyboomers e parte della genarzione X).

Sono innanzitutto sicuramente più digitali e orientati all’utilizzo delle tecnologie ed hanno a cuore i temi della sostenibilità ambientale.

Aumenta la schiera dei cosiddetti “consumatori responsabili”.

Non vogliono che le loro bottiglie di shampoo finiscano nell’oceano. I post contenenti le parole riciclaggio o “plastic-free” sono di tendenza sui social media.

E le aziende rispondono offrendo soluzioni innovative. Una delle principali società di articoli sportivi,  per esempio, commercializza scarpe realizzate da rifiuti in plastica raccolti dall’oceano.

Consumi sempre più digitali quindi, con una coscienza ambientale in forte sviluppo.

Investire nei trends collegati ai comportamenti di consumo dei Millenials e della Generazione Z, significa orientarsi verso le Aziende che hanno sicuramente un’alta esposizione verso le piattaforme native digitali (le cosiddette “FAANG” – Facebook-Apple-Amazon-Netflix-Google) ma con un occhio di riguardo a quelle che hanno elevati criteri ESG (Environmental, Social, Governance).

 

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico OCF dei Consulenti Finanziari nonchè Certificato Efpa – European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio, informazione, approfondimento non esitare a contattarmi, sarà un piacere poter dialogare con te.

Grazie per il tuo tempo e a presto,

Mauro

 

 

 

 

10 Mag 2020

Primo Megatrend: la Silver Economy

La Silver Economy è rappresentata da tutta quell’economia che ruota attorno alle esigenze ed ai bisogni degli “over 65” e sempre più anche degli “over 80”. Una fascia di popolazione che, si stima, soprattutto in Europa, sopravanzerà entro il 2050 gli “under 15”.

Questo trend demografico, peculiare soprattutto nei Paesi Industrializzati, Europa in primis ed evidente ormai da decenni, trova la sua ragion d’essere in due ordini di fattori: il primo è relativo all’aumento dell’aspettativa media di vita ed il secondo ha a che fare, invece, con la contemporanea e continua diminuzione delle nascite.

La piramide dell’età che, già oggi, inizia, in questi contesti socio-economici, a cambiare la sua forma da piramide a “mazzo di fiori”, ci racconta di questo mutamento demografico inarrestabile.

Una popolazione, con disponibilità economica, in maggioranza composta da donne (più longeve, mediamente, rispetto agli uomini) che necessita di assistenza sanitaria, sia legata al benessere psico-fisico sia sotto forma di vera e propria cura delle malattie.

Un’ottima opportunità di investimento, in un ottica di diversificazione, in quelle aziende, come le aziende del settore healthcare e farmaceutico, che beneficiano maggiormente di questo Megatrend.

Ne parlo in questo mio ultimo video che spero possa essere di tuo interesse.

 

Mi chiamo Mauro Valentino, sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico OCF (www.organismocf.it) e Certificato Efpa – European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio, informazione, approfondimento sono a completa disposizione. Sarà un piacere potermi confrontare con te.

Ti ringrazio come sempre per il tuo tempo,

a presto,

Mauro

 

 

 

03 Mag 2020

Conosciamo i Megatrend!

I Megatrend sono tendenze epocali e globali, che travalicano i confini e si alimentano a vicenda. Cambiamenti in atto, a livello mondiale, che trasformeranno il nostro modo di vivere e di consumare.

I mutamenti socio-demografici, le innovazioni tecnologiche e scientifiche insieme ad una maggiore sostenibilità ambientale, stanno apportando, con enorme velocità, trasformazioni radicali della società in cui viviamo.

Di conseguenza anche nuovi modelli di business che già oggi hanno capito le potenzialità del futuro, possono tramutarsi in ottime opportunità di investimento per i risparmiatori, purchè viste sempre in un ottica di lungo periodo.

Ti lascio a questa breve introduzione sul tema.

Nelle prossime settimane entrerò nel dettaglio di ogni singolo Megatrend per scoprire insieme a te le opportunità da valutare in questo periodo.

Buona visione!

 

 

26 Apr 2020

La “Disruption”

Interruzione. Discontinuità. Rottura. Cambiamento. Rivoluzione.

Siamo nel bel mezzo di una trasformazione sociale ed economica.

Pensiamo, per esempio, per fare i nomi più noti, ad Amazon e a Zoom Comunication.

Beh, la potenzialità di Amazon era già nota nel mondo pre-virus e in questi 2 mesi ha fatto un ulteriore balzo in avanti, varando, tra le altre, un enorme piano assunzioni a livello mondiale …

Ma alzi la mano chi conosceva Zoom prima del Coronavirus.

La Zoom Video Comunication, nasce come una piccola società di telecomunicazioni nel 2011 a San Josè in California.

Grazie al Coronavirus, Zoom è passata dal milione di utilizzatori circa del 2013 a circa 2 miliardi e mezzo ad aprile 2020: vuol dire che circa un terzo della popolazione mondiale utilizza le sue “stanze” per comunicare. Pensate non solo al mondo economico-politico, ma a quello della didattica a distanza. Le scuole. Le università. Dove, ad inizio lockdown, Zoom ha iniziato, soprattutto in America a fornire gratuitamente i suoi servizi.

 

A inizio febbraio 2020 il valore di una sua azione era di circa 70 dollari. Oggi, dopo due mesi, quota circa 160 dollari. Un guadagno del 130% in due mesi.

Se è innegabile che purtroppo molti business cosiddetti “tradizionali” dovranno far fatica o addirittura cedere il passo, si stanno nel frattempo aprendo tante altre opportunità e ci sono già molti fondi di investimento che iniziano a scommettere sulla cosiddetta “disruption”  e su quelli che sono stati denominati i “megatrend” del futuro.

Approfondirò l’argomento più in dettaglio nei miei prossimi articoli.

Per qualsiasi approfondimento in merito, non esitare a contattarmi.

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo unico dei COnsulenti Finanziari OCF (www.organismocf.it), nonchè certificato EFPA – European Financial Advisor.

Sarà un piacere potermi confrontare con te,

un caro saluto e a presto,

Mauro

19 Apr 2020

Bruciati MilleMila Miliardi in Borsa!

Il verbo “bruciare” evoca un evento irreversibile: uno s’immagina montagne di banconote ridotte in cenere e che mai più si potranno recuperare.

Il punto è: ma questi soldi bruciano per davvero? Cioè, un calo poderoso sui listini azionari ha il potere di ridurli in cenere cancellandoli per sempre dalla faccia dei mercati? Un buco nero li risucchia e mai più li rivedremo?

Non è così.

Diciamo che il verbo “bruciare” viene un po’ troppo spesso, in questi momenti, usato a sproposito.

In realtà non si brucia proprio nulla.

Cominciamo col dire che quella che noi chiamiamo “Borsa” altro non è che una piazza (oggi sostanzialmente digitale), in cui domanda e offerta si incontrano e formano un prezzo di scambio.

La consueta ed eterna danza tra domanda ed offerta forma il PREZZO. Su ogni mercato. Compreso quello azionario.

Cosa dice questa legge del mercato?

Una cosa molto semplice.

Quando la DOMANDA è MAGGIORE dell’OFFERTA = i PREZZI SALGONO.

Quando l’OFFERTA è MAGGIORE della DOMANDA = i PREZZI CALANO.

Quindi:

c’è chi detiene la merce (le azioni) e decide di venderla, e c’è chi vuole comprarla (gli investitori).

Quando l’offerta è inferiore alla domanda, il prezzo delle azioni sale.

Quando invece, a causa della paura generata dal contesto macro-economico, ci sono tanti azionisti che vendono le proprie azioni, i prezzi scendono, anche repentinamente, per cercare di incontrare la domanda che, in quel momento, è inferiore all’ offerta.

 

 

Ti lascio in calce anche un articolo di approfondimento su quest’argomento tratto da Econopoly del Sole24.

 

Miliardi bruciati a Piazza Affari? Falso, in Borsa non si brucia niente

 

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico OCF dei Consulenti Finanziari nonch’è certificato Efpa – European Financial Advisor.

Per qualsiasi dubbio, domanda, suggerimento scrivimi qui sul mio blog, sulla mia email o sui miei canali social: personalmente ritengo che lo scambio di informazioni sia sempre qualcosa di costruttivo.

Ti ringrazio per il tuo tempo,

a presto

Mauro

 

 

 

04 Apr 2020

Un’alleata speciale: la VOLATILITA’!

Il Signor Mercato ha una bancarella al mercato cittadino.

Il Signor Mercato è un signore prevedibile, addirittura noioso. Sua moglie, che lo sopporta da una vita, lo descrive così.

E’ così noioso e monotono che sappiamo con certezza che se compriamo la sua merce e la deteniamo nel lungo periodo, il suo valore aumenta, mediamente ogni anno, di oltre il 5%.

E se dopo 15 anni vogliamo rivendergli la merce comprata da lui, lui la ricompra al prezzo di quel momento, facendoci guadagnare complessivamente circa l’80%.

Chi lo farebbe?

Lui si, perché sa che il valore della sua merce, nel tempo, continuerà a crescere.

Ma se guardiamo il comportamento del Signor Mercato in occasioni particolari (che solo lui, sa!), rimaniamo sbalorditi! E’ completamente imprevedibile, schizofrenico!

Infatti è capace, di punto in bianco, di svegliarsi una mattina, andare al mercato, e svendere tutto a prezzi stracciati!

Negli ultimi 15 anni è già successo 3/4 volte!

Non succede spesso, ma quando capita sono occasioni da non perdere!

Infatti se normalmente la sua merce, nel lungo periodo aumenta mediamente di oltre il 5% annuo, figuriamoci se riusciamo ad accaparrarcela in quei momenti particolari di FUORI TUTTO!

Beh … per esempio se fossi capitato alla sua bancarella quel famoso primo febbraio del 2009 … cavolo! Oggi la mia merce si sarebbe apprezzata di oltre il 13% all’anno!!!

Un’altra bella occasione fu nel settembre 2011 … ad oggi avrei ottenuto una performance annua di quasi l’8%!!!

Che occasioni imperdibili!!!

Il signor Mercato, verso fine febbraio di quest’anno (2020), si è svegliato proprio così: è iniziato il “fuori tutto”!

Con metodo, strumenti e costi giusti … forse sarebbe il caso di approfittarne!

 

 

Mi chiamo Mauro Valentino e sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico dei Consulenti Finanziari OCF (www.organismocf.it), nonchè certificato EFPA – European Financial Advisor (https://www.efpa-italia.it/che-cosa-e-la-certificazione-efpa/efa).

Trovi tutti i miei riferimenti nella Home del sito, anche per due chiacchiere senza impegno.

Credo che il confronto sia sempre costruttivo.

Grazie per il tuo tempo e a presto,

Mauro