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28 Dic 2018

Strumenti Finanziari quali e quando Usarli!

Ogni strumenti finanziario viene concepito con degli scopi precisi sia in ordine di rendimenti di durata nel tempo, e diverso grado di rischio, i quali dovrebbero in teoria (meglio se anche in pratica) coincidere con le TUE personali esigenze di risparmio.

Primo passo quindi dovrebbe essere quello di chiederti per quale motivo stai risparmiando? Poniti degli obiettivi di vita, mettili in colonna e suddividili per importanza e distribuiscili successivamente in ordine nel tempo, da qui la famosa espressione poniti degli orizzonti temporali, ad esempio:

  • Fra 3 anni vorrei acquistare una nuova casa
  • Fra 15 anni conto di andare in pensione
  • Entro 2 anni mia figlia si sposerà

E via discorrendo, fatto questo indispensabile passo dovrai procedere con l’analisi delle tue risorse attuali (quanto soldi hai oggi) e stabilire più o meno quanti soldi ti serviranno per raggiungere lo scopo che ti sei prefissato ed entro quanto tempo.

Infine la domanda delle cento pistole, quanto sei disposto a rischiare? O ancora meglio, quanto rischio ti puoi accollare senza andare in difficoltà?

Ultimo ma non ultimo, che è poi la causa di molti guai fra i risparmiatori di tutto il mondo:

  • Sai come funzionano veramente gli strumenti finanziari che sottoscrivi?
  • Che tipo di esigenze dovrebbero soddisfare?
  • Sai Che cosa rischi?
  • Hai almeno una vaga idea di quanto ti costano?

Adesso provo a darti una risposta, nella forma più semplice possibile, esponendoti le più comuni categorie di strumenti finanziari in uso fra i risparmiatori:

– Titoli di Stato

Di fatto un’obbligazione (Governative Bond), il risparmiatore presta il denaro allo Stato il quale, dopo un periodo di tempo X ti dovrà restituire i soldi a fronte del pagamento di un interesse XY quale premio.

I Titoli di Stato vengono utilizzati sovente in funzione di parcheggio del denaro in attesa di utilizzi più proficui, di spese già preventivate o per accumulare una riserva per fronteggiare eventuali imprevisti che impediscano di smontare altri investimenti più delicati.

Sono caratterizzati da una tassazione favorevole, attualmente il 12,50% inoltre la loro volatilità (sensibilità del titolo alle variazioni di mercato) è piuttosto contenuta, se parliamo di Titoli di Stato “Investment Grade”.

Di contro, non offrono rendimenti particolarmente esaltanti, ma sono comunque in grado di farti superare indenne spese ed inflazione.

Attenzione però ad alcuni rischi impliciti in tutti i titoli di Stato, mi riferisco al rischio paese in primis, un conto è acquistare dei Treasury (BOT) americano, un altro è acquistare un Bond Greco! Controlla bene gli interessi, più sono alti maggiore è il rischio paese.

Un altro grosso handicap è dato dalle clausole Cac (Clausole Azione Collettiva) in vigore per tutti i titoli di stato della durata maggiore di 1 anno per le emissioni a partire dal 1 gennaio 2013 che permettono all’emittente (Stato), di poter intervenire in caso d’emergenza modificando la durata oppure i tassi d’interesse.

Approfondisci leggendo: Clausole di Azione Collettiva, i Titoli di Stato sono ancora sicuri?

– Obbligazioni:

L’obbligazione è di fatto un prestito, che noi risparmiatori facciamo ad una impresa (Corporate Bond) la quale, dopo un periodo di tempo X ci dovrà restituire il denaro, maggiorato di un tasso d’interesse Y quale premio, nel mentre la maggior parte delle obbligazioni stacca una cedola periodica.

L’obbligazione è il secondo strumento più amato dai risparmiatori italiani dopo i Titoli di Stato, solitamente la si utilizza come investimento di medio periodo diciamo dai 3 ai 7 anni circa, in genere offrono rendimenti più contenuti rispetto ad un investimento azionario, attenzione quindi ad offerte troppo allettanti inoltre, sarebbe bene verificare un paio di cosette prima di firmare, anzitutto bisognerebbe sapere con certezza chi è l’emittente del titolo ponendosi una semplice domanda:

A chi sto prestando i soldi?

Questo perché in caso di default (fallimento) dell’emittente rischi di non rivedere più i tuoi denari; verificata la qualità dell’emittente (Parmalat docet) dovresti verificare la tipologia dello strumento, esistono infatti svariate tipologie di obbligazioni, dalle più semplici dette obbligazioni senior a tasso fisso, fino quelle più complesse e strutturate, come le obbligazioni a tasso variabile, quelle a zero coupon (niente cedola) fino a quelle subordinate le quali dopo un certo periodo si trasformano in azioni dell’emittente, cambiando radicalmente la TUA posizione, da creditore diventerai improvvisamente socio dell’emittente con tutte le responsabilità ed i rischi del caso, una volta trasformate in azioni non è nemmeno detto che tu possa rivenderle, perché potrebbero essere titoli di aziende non quotate, pertanto prive del mercato di riferimento.

Devi inoltre sapere che In caso di acquisto di una o più obbligazioni, ti accollerai TUTTI i rischi che detti strumenti portano con sé a cominciare dal rischio concentrazione che è l’esatto opposto della diversificazione, verso la quale dovrebbe tendere ogni portafoglio risparmi, se compro 10 obbligazioni di 10 società o banche italiane, la mia diversificazione è solo apparente.

Infine tieni presente che in qualsiasi caso le obbligazioni bancarie (il cui emittente appunto è una banca) rientrano nella normativa sul Bail In, pertanto in caso di crisi conclamata (caso piuttosto estremo ma verosimile) potrebbero addirittura essere azzerate.

Approfondisci la tematica sul Bail In

Nel caso quindi decidessi di investire nel medio periodo, con progetti di vita dagli orizzonti di 3 – 5- 7 anni, il mio consiglio spassionato è quello di interpellare uno specialista (consulente finanziario) prima di procedere ad un eventuale acquisto.

– Polizze Unit Linked:

Strumento che riunisce in sé le caratteristiche sia della polizza vita che quelle dell’investimento, si tratta di una polizza vita al cui interno è presente un fondo d’investimento, solitamente strutturato dalla stessa compagnia, dove i tuoi soldi verranno investiti e ti ritorneranno indietro sotto forma di interesse calcolato normalmente su base annua.

Come investimento potrai in questo caso contare sulle straordinarie possibilità offerte dall’interesse composto, come polizza invece, potrai contare sulle sue caratteristiche peculiari, quali la possibilità di individuare dei beneficiari, anche al di fuori dell’asse ereditario, ad esempio una Onlus, purché non si vada a ledere la quota legittima ovviamente, inoltre potrai sfruttare l’insequestrabilità e l’impignorabilità della polizza ( a determinate condizioni).

Le polizze Unit Linked NON sono soggette alle normative sul bail in, pertanto dal lato patrimoniali o prelievi forzosi sei al coperto, però attenzione al rischio mercato e controlla attentamente anche i costi, che potrebbero essere piuttosto onerosi, rendendo di fatto vano il tuo investimento, se la tua idea per soddisfare una particolare esigenza di risparmio è quella di acquistare una polizza Unit Linked, fatti fare un paio di preventivi da operatori diversi e valuta bene i costi, in che tipo di fondo investono, quali sono le performance passate, che non sono certo indicative di quelle future, ma servono per capire il comportamento dello strumento nelle varie fasi di mercato.

Io personalmente trovo questo strumento particolarmente indicato nel caso della pianificazione successoria, per poter predisporre in anticipo le quote da lasciare ai propri eredi, evitando così l’insorgere di sgradevoli controversie future ed al tempo stesso portare a casa rendimenti interessanti.

Leggi qui per approfondire:

Proteggere i risparmi? Usa un polizza Unit Linked

Interesse composto, come funziona veramente!

– Piani Individuali Pensionistici:

Sono Polizze Assicurative che nascono dalla necessità di poter accantonare il denaro per integrare la propria pensione futura. La Previdenza integrativa è rigorosamente regolamentata, l’unica cosa su cui dovrai porre l’accento saranno i costi d’ingresso e quelli di gestione, oltre a capire con chiarezza in che modo investono i TUOI soldi.

Esistono infatti polizze standard e polizze più evolute, che ti consentiranno un ampio margine di manovra per massimizzare i profitti, potendo scegliere ad esempio fra diverse linee d’investimento a seconda degli anni che ti mancano per giungere all’età pensionabile, raggiunta la quale potrai decidere se ritirare il malloppo in un’unica soluzione oppure optare per una rendita.

Non sono un investimento in senso stretto, non potrai disporre dei soldi a tuo piacimento, il legislatore ha messo dei paletti molto stretti in modo da garantire l’accantonamento per la pensione, di contro però godono di straordinari privilegi fiscali.

Sostituiscono in maniera formidabile il vecchio libretto o il buono postale in quanto sono aperte alla possibilità di versamenti aggiuntivi e si possono stipulare anche a minorenni.

Eccellenti da utilizzare anche quale copertura perché non sono soggette ad azioni patrimoniali tipo prelievi forzosi o procedure di Bail In, inoltre hanno anche un ottimo utilizzo in termini di pianificazione successoria, essendo appunto delle polizze e quindi offrono la possibilità di designare dei beneficiari.

Scarica qui il mio ebook gratuito sulla:

Pensione Integrativa!

– Fondi Comuni d’Investimento:

Gestire in maniera dinamica i propri risparmi, ottenere una straordinaria diversificazione, abbinare la durata (duration) dell’investimento ai tuoi orizzonti temporali, diluire e contenere i rischi, essere protetto in definitiva da patrimoniali, prelievi forzosi o procedure di bail in; i fondi comuni d’investimento e gli ETF (che vedrai fra poco) sono gli strumenti più indicati per fare tutto ciò ed alla portata di chiunque!

Con i fondi comuni d’investimento potrai contenere la maggior parte dei rischi finanziari ed adattarli come un guanto alle tue esigenze specifiche, utilizzandoli per soddisfare i tuoi progetti di vita dal termine più breve (1 – 3 anni) fino a quelli di più ampio respiro (10 anni ed oltre).

Scopri di più leggi: Fondi Comuni come dovresti utilizzarli

Le cose alle quali dovrai porre attenzione sono sostanzialmente Tre:

  1. Costi
  2. Volatilità (rischio)
  3. Orizzonte temporale

Costi: Poni particolare attenzione su questo aspetto perché i costi, se uniti poi alla tassazione sui rendimenti, ad oggi stimata al 26% potrebbero vanificare tutti i tuoi sforzi.

I fondi sono strumenti piuttosto costosi, incorporano diverse tipologie di commissioni sovente molto differenti da una società di gestione ad un’altra, il mio consiglio è quello di valutare diverse proposte di società differenti e scegliere quella che si ritiene più conveniente in termini di costi oltre che di rendimenti.

Volatilità: La sensibilità di un fondo ai movimenti di mercati (rischio mercato) qui dovresti comprendere con chiarezza quale sarebbe la tua soglia di tolleranza al rischio e per farlo diventa indispensabile il supporto esterno di uno specialista (se non hai un consulente di fiducia contattami ed esponimi i tuoi dubbi, un buon consiglio non lo nego mai a nessuno).

Fondi più stabili (obbligazionari o monetari) ma con rendimenti più modesti, se uniti insieme a dei fondi azionari, in piccole e determinate percentuali, possono farti ottenere rendimenti interessanti senza che tu debba accollarti rischi eccessivi.

Nel grafico sulle ascisse abbiamo il valore del rischio (Volatilità) mentre sulle ordinate avremo dei rendimenti (sono solo di esempio), puoi notare che, se in un portafoglio difensivo 100% obbligazionario (Arancione) viene inserita una modesta percentuale di azionario il rendimento sale, mantenendo il rischio complessivo pressoché inalterato!

All’aumentare della percentuale di azionario i rendimenti salgono ma, superata una certa soglia, anche il rischio di portafoglio esplode, pertanto si rende necessario un lavoro di analisi molto approfondito per creare una serie di portafogli ottimizzati per le tue necessità.

Orizzonti temporali: Come ti ho accennato all’inizio, ogni tuo progetto di vita dovrebbe avere una scadenza temporale che si dovrebbe abbinare alla durata di vita del portafoglio fondi.

Mi spiego meglio, fondi monetari sono concepiti per avere una durata (duration) breve 1- 3 anni per intenderci, mentre quelli obbligazionari solitamente hanno una vita finanziaria stimata per il periodo medio diciamo 3 – 7 anni, mentre quelli azionari performano bene sul lungo periodo, solitamente fissato intorno ai 10 anni almeno.

Si tratta di considerazioni generali pertanto prendile come punto di riferimento su cui iniziare ad impostare la tua personale strategia di risparmio.

Una formula molto interessante offerta dai fondi comuni, è quella di poter accedere per gradi e con piccole cifre, a mercati altrimenti preclusi per te o troppo volatili, dove i tuoi risparmi sarebbero troppo esposti, si chiama PAC (Piano Accumulo Capitale).

Per conoscerlo bene guarda il mio video: Come Funziona il PAC

Ed approfondisci anche il concetto di: Frontiera efficiente

– ETF:

Gli ETF stanno conoscendo una vera età dell’oro presso i risparmiatori italiani, almeno quelli più evoluti, sono uno strumento malleabile, poco costoso che può garantire la giusta diversificazione, la possibilità di poter gestire l’investimento in forma più dinamica, oltre ad essere protetto in caso di patrimoniali o altre amenità del genere.

In buona sostanza si tratta di fondi ma con delle caratteristiche peculiari, anzitutto nella stragrande maggioranza dei casi hanno la caratteristica di adottare strategie passive in pratica replicano l’andamento di un indice o di una certa asset class, esempio:

Un ETF indicizzato sullo Standard & Poor’s (Indice della borsa USA) avrà lo stesso risultato giornaliero dell’indice di riferimento, come pure un ETF indicizzato sull’oro ne seguirà fedelmente l’andamento dei prezzi.

Come si fa? Semplice (più o meno) i gestori, acquisteranno titoli sugli indici di riferimento (Benchmark) rispettando il più possibile la quantità proporzionale, una sorta di copia in piccolo dello stesso indice quindi, a differenza del fondo comune tradizionale, dove il gestore ha una maggiore discrezionalità nel selezionare i titoli e modificarne le percentuali per offrire (si spera) maggiori rendimenti rispetto all’indice di riferimento, in questo caso i rendimenti ricalcheranno esattamente quelli dell’indice.

Un’altra differenza rispetto ai fondi tradizionali il cui valore della quota (NAV) è determinato a fine giornata, consiste nel fatto che gli ETF possono essere acquistati o venduti giornalmente come fossero normali titoli azionari.

Infine un’ultima importante differenza riguarda i costi, che nel caso degli ETF sono decisamente più convenienti rispetto ai fondi tradizionali.

I rischi sono inferiori rispetto all’utilizzo dei fondi tradizionali, ma anche in genere i rendimenti, poni attenzione alla doppia tassazione, sia su redditi da capitale che sui redditi diversi in caso di operazioni di compravendita sul mercato degli ETF.

Personalmente trovo gli ETF uno strumento molto indicato per costruire un portafoglio con una grande diversificazione che non abbia rischi e costi eccessivi, lasciandoti al contempo ampia libertà di manovra sui titoli.

 

 

– Pronti Contro Termine (PcT):

Molto utilizzati dalle banche per finanziarsi, si tratta di un investimento di breve periodo funziona così, il risparmiatore a Pronti mette il denaro su cui viene posto un vincolo, 3 mesi 6 mesi, 1 anno, periodo durante il quale l’emittente reinvestirà i tuoi soldi; scaduto il termine il denaro ti verrà restituito a Termine con un interesse X stabilito al momento dell’acquisto.

Ottimo strumento questo per parcheggiare la liquidità in attesa di spese già preventivate oppure di investimenti più proficui, il punto chiave è avere le idee ben chiare su quali sono i tuoi progetti, perché su questo denaro verrà apportato un vincolo, quindi non vi potrai accedere prima della sua naturale scadenza.

– Conto Deposito:

In questi ultimi anni, a seguito della crisi del 2009 e del periodo di incertezza che ne è seguito molti, moltissimi risparmiatori, troppi, hanno optato per questa formula di risparmio, preferendo come al solito soluzioni semplici e che non obblighino a pensare,oppure a rivolgersi ad uno specialista che li aiuti a proteggere i propri risparmi.

Questa tipologia di strumento è da considerarsi un investimento di brevissimo termine non è certo adatto per progetti di ampio respiro, è uno strumento molto semplice (in teoria) e viene normalmente percepito dal risparmiatore come poco rischioso (molto in teoria).

Non è tutto oro quello che luccica…

Il conto deposito altro non è che un conto corrente bancario su cui versare il denaro destinato all’investimento, su cui viene apposto un vincolo, a fronte di una remunerazione (interessi) normalmente molto più alti degli interessi offerti da un conto corrente tradizionale.

Fino a qui la teoria, nella pratica dovresti anzitutto avere la più che ragionevole certezza di non avere bisogno dei denari che intendi investire fino alla scadenza, perché in caso contrario perderesti gli interessi offerti dal contratto, sempre che ti sia possibile svincolarli.

Un punto focale sul quale porre particolare attenzione risiede nel fatto che la remunerazione offerta (interessi) sono inversamente proporzionali allo stato di salute della banca,pertanto diffida da offerte troppo allettanti, prova a visionare la proposta di almeno un paio di Banche differenti prima di muoverti.

Leggi con attenzione: I 6 indicatori da considerare PRIMA di scegliere una Banca…

Tieni sempre a mente che, in caso di dissesto della banca il conto deposito rientra nella normativa sul Bail In inoltre se da un lato è vero che i conti deposito sono tutelati (anche qui in teoria) dal fondo di tutela interbancario sui depositi fino a 100.000 euro, questo non è sempre vero nel caso delle Banche estere, pertanto prima di procedere è sempre meglio avere le idee molto chiare ed in caso di dubbi chiedi sempre ad uno specialista che non sia interessato, visto l’ovvio conflitto d’interessi in cui versa l’impiegato della banca.

– Buoni Postali Fruttiferi

Un altro grande must per i risparmiatori italiani, emessi da Cassa Depositi e Prestiti e collocati in esclusiva da Poste Italiane SpA; strumenti semplici (o quasi) non prevedono commissioni di sorta, hanno una tassazione agevolata al 12,50% addirittura nulla se sotto i 5.000 euro, possono essere sottoscritti e riscossi in qualsiasi momento (se entro il primo anno non maturano interessi) e sono anche esenti dalle imposte di successione.

In poche parole un discreto strumento di liquidità a breve termine in attesa di spese preventivate o come regalo per il nipotino, tutto molto carino, però anche in questo caso sarebbe opportuno fare attenzione ad un paio di cosette…

Prima di tutto attenzione all’imposta di bollo, stimata ad oggi allo 0,20% / annuo, se consideriamo che gli interessi proposti sovente sono inferiori a BTP con la medesima scadenza, se unita alla tassazione del 12,50% potrebbero rendere l’investimento non produttivo.

Pertanto tieni sempre presente il motivo per cui accantoni i risparmi, se il tuo obiettivo è di breve o brevissimo termine ok, ma se hai in progetto un periodo più lungo esistono soluzioni a parità di rischio decisamente più remunerative.

Non è chiaro poi (dalle note informative non si evince) se i BFP sono da considerarsi titoli di stato a tutti gli effetti e quindi soggetti alle clausole Cac oppure no.

Poni infine particolare attenzione ai Buoni Postali detti Dematerializzati parolone sofisticato che indica di fatto un prodotto derivato, in quanto il loro valore deriva da quello di un’altra attività finanziaria, pensiamo ad esempio ai buoni postali indicizzati all’inflazione, oppure quelli indicizzati ad altri indici borsistici tipo l’Eurostoxx 50, in questo caso ti esponi in pieno al rischio mercato, certo non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma è bene fare delle valutazioni a monte sull’opportunità o meno dell’utilizzo di simili strumenti.

– Conclusioni

Come avrai potuto intuire da questa mia piccola guida introduttiva, l’universo degli strumenti finanziari è molto complesso ed articolato, in linea di principio ogni strumento finanziario è valido, oppure potrebbe anche non esserlo, dipende da una miriade di fattori diversi, obiettivi di vita, tempo a disposizione, grado di sopportazione del rischio, situazione famigliare, età, conoscenza dei rischi impliciti che lo strumento incorpora e via discorrendo.

Per questo motivo non finirò mai di ripeterlo, prima di firmare un qualsivoglia contratto, chiedi sempre consiglio ad un esperto, il quale possiede tutte le competenze e l’esperienza necessarie per aiutarti a prendere decisioni consapevoli e valutare quale sia lo strumento più adatto ai tuoi personali bisogni.

Sei riuscito/a a leggere fino a qui complimenti!

Adesso però fammi conoscere il tuo pensiero, nel corso degli anni ti è mai capitato di utilizzare qualcuno degli strumenti che ti ho descritto sopra?

Quali impressioni ne hai ricavato?

Fammi conoscere la tua opinione nei commenti.

A presto

 

07 Dic 2018

Impara a gestire i tuoi risparmi in 8 mosse!

Ogni risparmiatore del mondo è convinto di avere saldamente in mano le redini del proprio risparmio, come è convinto di essere un ottimo guidatore.

Purtroppo, sappiamo entrambi che non sempre è così, siamo tutti sinceramente convinti di essere ottimi e prudenti guidatori vero ma poi, alla prova dei fatti, sappiamo anche di commettere degli errori, in assoluta buona fede certo, ma che purtroppo, a volte possono comportare conseguenze anche pesanti.

Per tale ragione voglio offrirti questa mini guida, in cui ho sintetizzato in 8 passi i principi generali a cui si dovrebbe ispirare qualsiasi risparmiatore per gestire al meglio le proprie risorse, in più ti svelerò un paio di segreti che ti consentiranno di evitare brutte sorprese.

1 – Stabilisci i tuoi obiettivi di vita

Non è pensabile parlare di come andrebbero gestiti i propri risparmi se non si ragiona anzitutto in termini di obiettivi di vita; pertanto il primo passo concreto riguarderà te stesso e la tua famiglia.

Devi fare una profonda riflessione su quali saranno i tuoi progetti di vita (e di spesa) nel breve (6 mesi – 1 anno) nel medio (3 – 5 anni) e lungo periodo (10 anni ed oltre) senza andare possibilmente in confusione 🙂

Eccoti qualche esempio di progetto di vita:

  • Accantonare denaro per pagare gli studi universitari dei figli
  • Aprire una posizione previdenziale per te o per i tuoi figli
  • Acquistare una casa
  • Reperire le risorse per il matrimonio della figlia
  • Accantonare riserve per la pensione

E via discorrendo, ogni persona è diversa dall’altra ed ognuno di noi ha i propri personalissimi obiettivi a cui aspira, che possono differire notevolmente in base all’età, alla situazione finanziaria, a quella famigliare ed altri mille fattori.

A questo punto procurati carta e penna ed incolonna i tuoi progetti in ordine d’importanza (e di spesa) successivamente “spalmali” su una linea temporale a cominciare dal più immediato fino al più distante nel tempo, in questo modo andrai a definire gli orizzonti temporali su cui dovranno basarsi tutti i tuoi successivi ragionamenti su quali strumenti andranno utilizzati per reperire le risorse necessarie al raggiungimento dei tuoi progetti.

Approfondisci guardano il video:  Prima d’investire hai valutato l’orizzonte temporale?

2 – Stabilisci un piano e rispettalo!

Determinati gli obiettivi è giunto il momento di mettere giù un piano strategico d’investimento, cominciare a determinare quale tipologia di strumenti saranno i più indicati per partire dal punto A e giungere (possibilmente indenni) al punto B.

Lo strumento giusto per l’obiettivo giusto, prima si penserà agli obiettivi a quello che si vorrebbe fare con il denaro e quanto denaro servirebbe per concretizzarli, partendo dalla situazione attuale, soltanto dopo si cercherà lo strumento più idoneo allo scopo in un processo in cui dovrai:

Mediare fra risorse di partenza, risorse finali, tempo a disposizione e quanto rischio sarà accettabile per raggiungere lo scopo

Se per il reperimento delle risorse future, potrebbe non essere sufficiente il tempo che supponi di avere a disposizione, allora potrai o allungare i tempi, oppure aumentare il livello di rischio/rendimento oppure ancora entrambi i fattori, in qualsiasi caso gli elementi su cui dovrai lavorare saranno:

  • Obiettivo da raggiungere
  • Situazione patrimoniale attuale
  • Situazione patrimoniale finale
  • Orizzonte temporale a disposizione
  • Tolleranza al rischio

Qui la faccenda si complica lo so, non è una cosa semplice (Ho detto che non è semplice non impossibile!) la soluzione per questa attività esiste, affidati ad uno specialista, il quale eseguirà il corretto processo di analisi, saprà aiutarti nel mediare fra le diverse variabili poc’anzi esposte, inoltre sarà stabilire quale sarà il giusto grado di rischio che potrai permetterti senza andare in difficoltà.

Insieme andrete successivamente a selezionare quegli strumenti che meglio si adatteranno allo scopo, non solo in termini di rischio/ rendimento ma anche in termini di orizzonti temporali e costi di gestione.

Una volta approntato il piano attieniti fedelmente ad esso, nel tempo potrebbero rendersi necessarie delle modifiche (purché sempre contestualizzate)  a causa di eventi sui mercati non previsti e non prevedibili oppure, il caso più frequente, quando avrai raggiunto un obiettivo e si dovrà pensare a come raggiungere il successivo.

3 – Diversificazione e decorrelazione

Dos è meglio che one recitava una vecchia pubblicità, molti titoli sono sicuramente meglio che pochi o peggio di uno solo, per un motivo semplice, con un solo titolo ti accolli tutti i rischi espliciti ed impliciti che esso incorpora, mentre investendo in piccole percentuali su diversi strumenti i rischi si vanno in un certo senso a diluire.

Leggi anche Fondi Comuni come (Dovresti) utilizzarli

Il secondo segreto da conoscere per una buone gestione dei risparmi è che dovresti cercare sempre la massima diversificazione possibile, intesa nel prendere posizione su più mercati diversi in zone geografiche, paesi e valute differenti.

Potrai cominciare con una prima diversificazione prendendo posizione:

  • Geografica
  • Settoriale
  • Valutaria

Geografica: Prendere posizione su mercati in vari paesi o aree geografiche: Europa, Paesi emergenti, Africa oppure su singoli paesi: Cina, USA, Indonesia ecc. in modo da sfruttare i vantaggi offerti dalle diverse economie mondiali.

Settoriale: Mercati diversi, biotecnologie, servizi, materie prime (legno,acqua,minerali vari), trasporti, ecc.

Valutaria: infine prendere posizione su diverse valute oltre all’Euro come Dollari, Yuan, Franchi Svizzeri ecc.

La diversificazione è fondamentale per rendere il portafoglio il meno correlato possibile, per fare in modo che i tuoi diversi investimenti si muovano possibilmente in direzioni opposte in questo modo bilancerai il tuo portafoglio riducendo i rischi al minimo, perchè quando un mercato od un settore scende ne abbiamo sempre un altro che sale.

Guarda anche il mio video: Con i Risparmi non fare a testa o croce…

4 – Impara a gestire la tua emotività

I mercati salgono, i mercati scendono, lo fanno tutti i giorni, da sempre.

Non c’è nulla di più deleterio per i risparmiatori di tutto il mondo, che la loro fondamentale incapacità di poter gestire le proprie emozioni e questo, i grandi squali della finanza internazionale lo sanno benissimo…

Non cadere nella trappola dell’emotività, hai fatto i tuoi conti, sai dove vuoi arrivare, hai pagato uno specialista per acquisire i giusti strumenti e che monitori costantemente il loro andamento, a questo punto il tempo e soltanto lui sarà il tuo migliore amico, nel lungo periodo infatti si portano sempre a casa risultati positivi.

Evita di spaventarti quando leggi i giornali, con le notizie catastrofiche ci vanno a nozze da sempre; se hai dei dubbi parlane con il tuo consulente, ponigli tutte le domande che ritieni necessarie, per favore non seguire il gregge e non permettere mai ai fatti di piegarsi di fronte alle tue idee al contrario, dovranno essere loro a piegarsi ai fatti.

Stai molto attento anche all’eccesso di sicurezza il quale, se entro certi limiti è addirittura benefico (anche fisicamente) dall’altro ti può giocare brutti scherzi.

Non perderti il mio video: Comperare e vendere sì…ma quando?

5 –  Reinvesti ogni volta che puoi

Hai un polizza di previdenza? Ogni anno potrai detrarre una certa cifra dai versamenti fino ad un massimo di 5.164 euro e rotti, quando ti verranno rimborsati sul 730, reinvestili nella tua polizza, fallo anche con tutti quegli strumenti che ti offrono dei rendimenti, se non hai effettive necessità di coprire delle spese preventivate, reinvesti sempre gli interessi così potrai sfruttare la magia dell’interesse composto!

Guarda con attenzione il mio video: Interesse composto come funziona veramente

Ti riesce complicato farlo? Allora usa una formula PAC (Piano Accumulo Capitale) per una parte del tuo portafoglio, con questo sistema potrai prendere posizione su mercati più redditizi, ma anche più volatili a piccoli passi, sfruttando anche qui l’interesse composto e potrai inoltre mediare in maniera redditizia sul valore delle quote.

Per saperne di più guarda: Come Funziona il Piano Accumulo Capitale

6 – Non correre dietro ai rendimenti

Non correre dietro alle previsioni di Tizio o di Caio, nessuno conosce il futuro è una delle poche certezze che abbiamo in questa vita, mantieniti fedele al tuo piano e non cominciare a vendere e ricomprare in continuazione, i soldi facili non sono mai esistiti né mai esisteranno, vendere e ricomprare significa costi di liquidazione, commissioni di ingresso e imposte da pagare sulle plusvalenze, l’unico risultato sicuro (faccio questo mestiere da sufficiente tempo per saperlo con certezza) è che alla fine rimarrai soltanto con il cerino in mano, nella migliore, e dico migliore delle ipotesi.

7 –  Non esporre i tuoi risparmi alle aggressioni esterne

Tema in realtà piuttosto articolato, che esplorerò più approfonditamente nei prossimi articoli, ma che si può riassumere in:

Non lasciare i soldi fermi sul conto!

Come detto poco fa, io non so cosa accadrà domani, pertanto evita di lasciare i soldi su un conto il quale è particolarmente esposto in caso di patrimoniali, Bail In, prelievi forzosi,certo sto parlando di situazioni estreme, ma che si sono già verificate in passato quindi la parola impossibile in questo caso non esiste.

Leggi anche: Proteggere i Risparmi? Usa una Unit Linked!

Investire in strumenti quali i Fondi Comuni, gli ETF oppure le Polizze, ti garantiranno protezione al verificarsi degli eventi di cui sopra, inoltre cerca di farlo se ti è possibile, in strumenti di diritto estero, in modo che il tuo denaro non si trovi in Italia in caso di “problemi”.

8 –  NON fare tutto da solo/a

Guarda che non te lo sto dicendo per proporti chissà quale affare mirabolante, te lo sto dicendo perché purtroppo mi capita di vedere tutti i giorni i danni che in assoluta buona fede si arrecano ai propri sudatissimi risparmi, la finanza è un mondo complesso e la gestione di un portafoglio risparmi richiede costanza e competenze specifiche.

Quando hai male al pancino ti rivolgi ad un medico oppure ti curi con delle erbe che hai raccolto a casaccio nel bosco?

Non c’è nulla di male nel farsi aiutare da un consulente di fiducia, esponigli i tuoi dubbi le tue perplessità, parlagli dei tuoi progetti di vita, ti ricordo nel caso non lo sapessi, che il consulente finanziario al pari dell’avvocato o del medico è vincolato al segreto professionale.

Perché un consulente? Perché si tratta del futuro tuo e dei tuoi cari!

Se al momento non hai un consulente di fiducia non preoccuparti CONTATTAMI, due parole non impegneranno nessuno di noi, ma potrebbero fare la differenza per te.

– Conclusioni

In conclusione direi che il processo per una buona gestione dei propri risparmi passa da questi semplici step e 9 volte su 10 la fonte dei guai deriva proprio dal non aver rispettato questi passi.

Adesso però dimmi la tua, ritieni che seguire questi passi sia sufficiente per gestire al meglio i tuoi risparmi o ritieni di aggiungerne altri?

A presto

Dott. Mauro Valentino

P.S.

Se desideri parlare con me in forma più riservata clicca sull’immagine qui sotto.

 

07 Nov 2018

Proteggere i Risparmi? Usa una Unit Linked!

L’ansia per un futuro incerto porta ad una sola domanda, come proteggo i miei risparmi? Io ti offro una possibile soluzione.

 

Futuro incerto, possibili patrimoniali all’orizzonte, per non parlare di eventuali Bail in o di prelievi forzosi in poche parole, come si possono proteggere efficacemente i propri risparmi?

A parte immaginare situazioni rocambolesche tipo aprire società di comodo in qualche paese esotico, oppure oltrepassare di notte, durante una bufera di neve il confine con la Svizzera, cosa peraltro assai illegale, per mettere al sicuro i tuoi risparmi l’unico sforzo che dovrai compiere, sarà quello di fissare un appuntamento con il tuo consulente finanziario di fiducia ed esporgli senza giri di parole tutti i tuoi dubbi, perché devi sapere che le soluzioni esistono e sono molto meno “esotiche” di quanto tu possa immaginare.

Per selezionare i singoli paragrafi cliccaci sopra:

Protezione? Usa una Unit Linked

A che ti serve un polizza Unit Linked?

L’ Investimento

La Polizza

I Vantaggi per te

A cosa fare attenzione

I Costi

La tassazione

Ricapitolando

 

Come dici? Ti sei sempre recato presso la filiale della tua banca e non ti avvali del servizio di un consulente finanziario personale? Non disperare, contattami la prima consulenza è gratuita, due parole non impegnano nessuno di noi due ma possono fare molto per te.

Come anticipato già nel mio precedente articolo la regola d’oro esistono innumerevoli soluzioni per proteggere il proprio patrimonio dalle aggressioni esterne, bail in, patrimoniali, Euroexit ecc. il punto semmai è comprendere chiaramente quale sia la più adatta alle tue particolari esigenze, che sia funzionale al raggiungimento dei tuoi personali obiettivi di vita, ed in che modo si incastra in una strategia di diversificazione del tuo portafoglio risparmi, sono questi gli aspetti principali da tenere in considerazione.

Protezione? Usa una Unit Linked!

Uno dei tanti strumenti disponibili per il risparmiatore che gli consenta una buona protezione del proprio patrimonio è l’utilizzo di una polizza.

Esistono sul mercato diversi tipi di polizze che sono generalmente suddivise in 2 categorie principali:

  • Polizze Unit Linked
  • Polizze a gestione separata

La differenza sostanziale consiste nel primo caso, in una gestione di tipo squisitamente finanziario, mentre nel secondo, la gestione del fondo all’interno della polizza è dato in gestione ad un altra società, svincolata dal bilancio della società assicuratrice.

Oggi mi concentrerò sulle polizze a contenuto finanziario, meglio conosciute come Unit Linked, uno strumento complesso certo, ma estremamente versatile nel quale ripongo molta fiducia e che suggerisco caldamente dove se ne ravvisi l’utilità per il cliente, perché lo considero uno strumento in grado di offrire una risposta adeguata, sia alle domande di cui sopra, oltre che a soddisfare svariate altre esigenze che vedremo più avanti.

A che ti serve un polizza Unit Linked?

Sottoscrivere una polizza unit linked va a soddisfare molteplici esigenze in un solo unico strumento:

  • Esigenza di rendimento sul lungo periodo
  • Protezione del capitale investito da eventi esogeni (patrimoniali, bail in, euroexit)
  • Gestione dei beneficiari caso morte, anche fuori asse ereditario
  • Differimento fiscale (le tasse si pagano solo in sede di liquidazione)
  • Risparmio fiscale (non si pagano le imposte di successione)

Una polizza Unit Linked Serve per chi desidera rendimenti superiori alla media nel lungo periodo, serve per proteggere efficacemente il patrimonio da aggressioni esterne, serve per gestire in anticipo la pianificazione successoria definendo per tempo i beneficiari, le loro quote ed evitare così sgradevoli tensioni fra gli eredi.

L’ Investimento

Come accennato, le polizze unit linked sono caratterizzate da 2 componenti una finanziaria ed una assicurativa,  sono infatti normali polizze vita, al cui interno è presente uno o più fondi d’investimento.

Il fondo interno non garantisce un rendimento minimo, il rendimento dipenderà dal valore della quote del fondo in cui la polizza investe al momento del riscatto, al contrario di altri strumenti, non si consolidano i risultati ogni anno si è quindi esposti all’andamento dei mercati finanziari.

Le differenze, a volte anche notevoli nei rendimenti, risiedono proprio nell’accuratezza della selezione dei fondi o dei titoli e nella loro successiva gestione gestione.

 

Capisci ora  quanto sia importante farsi aiutare da un professionista capace di smontare la polizza e verificare se il motore sia funzionante?

 

Dalla gestione del fondo otterrai dei rendimenti, che saranno liquidati alla scadenza naturale della polizza per conclusione del ciclo di vita, in questo caso parleremo di polizza caso morte, oppure quando tu lo riterrai opportuno dopo almeno 1 anno di permanenza nel contratto, in questo caso invece parleremo di polizze caso vita.

Il cliente (contraente) versa pertanto i denari (il premio) tutti in un’unica soluzione, oppure può optare per la formula PAC tramite i versamenti periodici.

Eliminati i costi quali ad esempio quelli di sottoscrizione, ciò che rimane si chiama capitale investito che andrà ad acquistare quote di uno o più fondi contenuti all’interno della polizza.

La Polizza

Il contenitore dicevo è vestito da polizza vita, quindi ne raccoglie tutte le caratteristiche, come ad esempio l’impignorabilità e l’insequestrabilità (entro certi limiti), prevista la definizione di beneficiari in caso premorienza dell’assicurato, i beneficiari possono essere anche persone fisiche o giuridiche (ad esempio enti religiosi od onlus) al di fuori dell’asse ereditario, sempre entro i limiti della quota disponibile, il capitale verrà liquidato immediatamente dalla compagnia ai beneficiari in caso di premorienza dell’assicurato, inoltre il nome dei beneficiari la compagnia assicuratrice li considera riservati e non divulgabili a terzi.

I Vantaggi per te

Adesso veniamo al bello, la polizza in quanto tale è esclusa dalle procedure del Bail in non può essere coinvolta in patrimoniali o prelievi forzosi, inoltre  abbi sempre cura di verificare che la compagnia assicuratrice abbia sede all’estero, ad esempio in Irlanda, così il tuo denaro si ritroverà  de facto all’estero e senza muoverti da casa!

La polizza Unit Linked sarà denominata in euro, pertanto anche in caso di Euroexit continuerà ad esserlo, devi sapere che non si possono ridenominare gli investimenti in una moneta che sia diversa da quella con la quale sono stati sottoscritti e questo per te potrebbe essere fonte di un grosso vantaggio, se consideriamo che nella migliore delle ipotesi in caso di Euroexit la nuova moneta nazionale potrebbe avere una svalutazione del 30% questo significa che ti ritroverai con un patrimonio che avrà un valore del 30% superiore!

Un altro aspetto sovente sottovalutato è di natura fiscale, la polizza consente il cosiddetto differimento fiscale le tasse, si pagheranno tutte certamente, ma soltanto in fase di liquidazione della polizza, ed inoltre in caso di premorienza dell’assicurato sono esenti dalle imposte di successione!

A cosa fare attenzione

Le polizze Unit Linked sono strumenti come avrai avuto modo di capire piuttosto complessi, pertanto è bene valutare con attenzione l’opportunità di utilizzo ed è proprio a questo punto che entra in scena il consulente finanziario (IO), un professionista quindi che sia in grado di analizzare lo strumento con oggettività, mettendolo in relazione con le TUE esigenze specifiche, i TUOI obiettivi di vita, nonché la TUA capacità di sopportazione del rischio finanziario. Altri aspetti cui insieme al tuo consulente dovrete  porre particolare attenzione, saranno ovviamente i costi  (sono prodotti costosi) e la tassazione.

I Costi

Oltre alla complessità dello strumento, altro aspetto importante da valutare con estrema attenzione sono i costi, abbiamo di fronte uno strumento sofisticato, che ti può offrire rendimenti anche rilevanti, ti protegge dalle aggressioni, ti lascia libertà di manovra sulla destinazione futura del tuo denaro, tutto assolutamente vero ma, ovviamente ci sono dei costi da sostenere.

Il capitale investito pagherà delle commissioni di ingresso che possono anche essere piuttosto rilevanti, oltre a queste ci sono i costi legati alla gestione del fondo interno, la somma di tutti queste spese andranno a ridurre anche sensibilmente i rendimenti della polizza, pertanto ti offro oggi un consiglio gratuito, non fare mai da solo, fatti aiutare dal tuo consulente per la gestione ottimale dei costi che possono variare anche di parecchio da un intermediario ad un altro!

La tassazione

Le polizze si espongono ad una doppia tassazione, una indiretta che colpisce gli strumenti su cui il fondo interno della polizza investe, e una diretta sul fondo interno, cioè sulla differenza tra capitale maturato e premio versato, ai fini fiscali poi le minusvalenze e le plusvalenze dei singoli fondi si compensano, come se si trattasse di un tutt’uno.

Tutte le tasse (compresi i bolli) vengono pagate al momento della liquidazione, qui entra in gioco il differimento fiscale , infine le polizze Unit Linked non sono soggette al pagamento delle imposte di successione. 

Ricapitolando

Le polizze Unit Linked sono strumenti complessi e costosi su questo non ci piove, ma devi tenere presente che ti consentiranno agevolmente e con molto meno rischio di quanto potresti pensare di:

  • Proteggere il patrimonio da aggressioni esterne
  • Differire il pagamento delle tasse al giorno della liquidazione
  • Gestire al meglio i beneficiari anche al di fuori della linea di successione
  • Risparmiare sulle imposte di successione
  • Ottenere rendimenti superiori alla media sul periodo medio – lungo

In definitiva le Polizze Unit Linked sono strumenti straordinariamente versatili, costosi certo, ma che ti offrono delle garanzia che ben difficilmente potrai riscontrare in altri strumenti, devi considerare inoltre che con un singolo strumento potrai soddisfare una marea di esigenze anche molto diverse fra loro.

Personalmente ritengo che in un ottica di pianificazione strategica una Polizza Unit Linked non possa mancare all’interno del tuo portafoglio e che rappresenti la soluzione ottimale per raggiungere una buona protezione dei tuoi risparmi.

Adesso dimmi, hai mai pensato di inserire nel tuo portafoglio risparmi una polizza Unit Linked per proteggere i tuoi risparmi?

Ritieni la polizza Unit Linked uno strumento valido ai fini della protezione del risparmio? 

Fammi conoscere il tuo pensiero nei commenti, se poi vuoi approfondire la tematica in forma più riservata, non hai che da contattarmi direttamente dalla pagina contati!

04 Mag 2017

Previdenza Integrativa Tutto quello che (FORSE) non SAI

Ti stai chiedendo se la polizza di previdenza conviene? Qui troverai la risposta!

 

 

– Perché aderire alla previdenza integrativa?

Gli attuali 30/40enni ovvero coloro che andranno in pensione in un periodo compreso fra il 2050 ed il 2060 per intenderci (se sei fra coloro leggi con attenzione) nel migliore e ripeto, nel migliore dei casi si vedranno retrocedere un assegno che sarà, nell’ipotesi più ottimistica ripeto:

 

 

Non più del 50% dell’ultima busta paga!

 

Si hai letto bene non oltre il 50% e adesso comincia pure a farti 2 conti e non dimenticare, tutto ciò che pensiamo di risparmiare da un tenore di vita da pensionato ne spenderemo molto di più in medicine ed assistenza sanitaria…

Non ti voglio esasperare, però purtroppo la situazione attuale è questa ed il non pensarci non risolve il problema, anzi lo sposta soltanto, non se ne va, resta sullo sfondo in attesa di ripresentarsi all’improvviso, quindi meglio affrontare il tema e ragionarci sopra razionalmente.

 

– Come siamo giunti a questo punto?

In realtà sono diverse le cause che hanno concorso al crearsi di questa situazione e sarebbe veramente troppo lungo analizzarle tutte diciamo in estrema sintesi che le cause che hanno portato a questa situazione troviamo; il perdurare della crisi, il basso tasso di crescita economica, la forte disoccupazione strutturale, in particolar modo dei giovani, la precarizzazione del mercato del lavoro, a tutto questo si aggiunge il fatto che il numero delle persone che oggi attualmente lavorano rispetto al numero delle persone in pensione è drammaticamente inferiore.

Risultato? Le casse dell’INPS si stanno lentamente, inesorabilmente svuotando ergo, devi pensare ad una soluzione alternativa se desideri integrare il reddito da pensione quando sarà il momento.

Sappi che il legislatore, fin dalla fine degli anni 90 ci sta venendo incontro con la creazione di strumenti appositi (la previdenza complementare appunto) in cui costruire la nostra personale pensione integrativa e per agevolarci, ha strutturato lo strumento dotandolo di notevoli vantaggi di tipo fiscale e non solo, che non troverai in nessun altro strumento di risparmio.

 

– Quali vantaggi ne ricavo?

Anzitutto ci tengo a consigliarti che prima si comincia meglio è in quanto la tassazione a cui è soggetto il montante (i soldi accantonati) si abbasserà gradualmente in funzione degli anni di permanenza nel fondo di previdenza integrativa.

 

  • Avrai a disposizione la massima libertà nei versamenti li potrai aumentare, diminuire o sospendere temporaneamente; l’ importante è accedere al fondo quanto prima per usufruire dei vantaggi fiscali.
  • Avrai quindi una tassazione che dal 15% negli anni andrà a diminuire fino al 9%
  • Inoltre gli interessi maturati dal fondo di previdenza integrativa attualmente sono tassati al 20% anziché al 26% come tutti gli altri
  • Infine sui premi versati nel fondo di previdenza integrativa potrai dedurre un importo massimo di 5.164 euro/anno che, se reinvestiti, dopo 20 ti frutteranno circa 30.000 euro in più (non ci credi? guarda il video).

 

Adesso ti lascio alla mia piccola video pillola mi raccomando guarda con attenzione e condividilo se lo ritieni utile per i tuoi amici.

 

 

 

Commenta pure liberamente sarò lieto di poterti rispondere, se invece desideri avere delle informazioni più dettagliate sul funzionamento della previdenza integrativa in via più confidenziale, puoi usare la scheda contatti da qui.

A presto

Mauro

P.S.

I miei contenuti sono di carattere divulgativo e non rappresentano in alcun modo una sollecitazione all’acquisto. Per informazioni più dettagliate contatta sempre prima il tuo personale consulente finanziario, se non ne possiedi uno, puoi contattarmi qui ed esponimi il tuo problema.

07 Mar 2017

Bail In e Tassi negativi COME Gestire la Liquidità Aziendale

Bail In e tassi negativi come gestire la Liquidità aziendale.

Come gestire la liquidità aziendale in un mondo dominato dal pericolo di Bail In e da tassi negativi? Qui ti fornirò le mie soluzioni.

Il problema maggiore dei responsabili gestione della liquidità di un’impresa (CFO), un tempo si riduceva alla ricerca della banca che offrisse i rendimenti più alti sui conti correnti, conti deposito eventuali pronti contro termine e/o simili.

Oggi viviamo una nuova normalità

Il mondo in cui siamo stati abituati a muoverci caratterizzato da tassi di interessi positivi non esiste più, bisogna prenderne atto ed adattarsi a questa nuova normalità dei tassi negativi.

– Come non bastasse si aggiunge anche il Bail In…

La nuova normativa del “Bail In” ha generato grossi timori, riguardo il reale impatto finanziario sulle piccole e grandi imprese che collaborano quotidianamente con il sistema bancario.

Oltre a ciò lo scenario economico attuale, dominato da tassi negativi, ha completamente sconvolto la vecchia concezione di deposito remunerato: anzi, come sta già succedendo in alcune zone europee, paesi scandinavi e Svizzera in primis…

Leggi: Anche in svizzera tassi negativi

La cosa più probabile che potrà avvenire sarà l’applicazione di tassi negativi anche alle giacenze di liquidità.

– Cosa ci dice il mercato

Per meglio comprendere il fenomeno, osserviamo insieme da vicino cosa ci dice il mercato:

  • Il parametro Euribor è negativo fino a 12 mesi http://www.euribor.it/
  • Il tasso di interesse sui depositi presso la Banca Centrale Europea (e cioè la liquidità della Banche depositata in BCE) è negativo ( -0,40%)
  • I rendimenti delle obbligazioni governative sono negativi (Vedi Tabella qui sotto)

 

 

 

 

La Germania o la stessa Svizzera, ci danno rendimenti negativi fino a 10 anni  Nel primo caso e addirittura fino ai 30 anni nel secondo caso.

Se invece amiamo rischiare un po’ di più, allora il BTP italiano a 30 anni mi regala un favoloso 2% lordo!

– BCE e la politica dei tassi negativi

La politica della BCE, dal mio punto di vista la ritengo più che giustificata; infatti a novembre 2016 sono circa 500 miliardi i depositi liquidi delle Banche presso la BCE, significa che:

Le Banche non stanno facendo le Banche

Cioè erogare credito all’economia, alle imprese (in quanto attività troppo rischiosa) preferendo tenere ferma la liquidità con il risultato di bloccare il sistema.

La politica dei tassi negativa della BCE serve appunto per

Spingere le Banche a trovare “profittevole” l’erogazione di finanziamenti

Rispetto al pagare per tenere ferma la loro liquidità.

Si è capovolto il concetto di gestione di liquidità: oggi è la sicurezza che conta, che di conseguenza si paga!

– Quali conseguenze

La strategia di gestione della liquidità e degli investimenti ha infatti visto mutare repentinamente il contesto normativo e di mercato in cui si è mossa per decenni.

  • Tassi positivi di remunerazione scomparsi
  • Chi li offre è fuori mercato
  • Quindi ha un problema
  • Per risolvere il problema fa offerte fuori mercato
  • Quindi non è un emittente sicuro

– Come la gestisco la liquidità aziendale?

Prima di qualsiasi approccio alla gestione della liquidità dovresti dare risposta alle seguenti domande:

  • Posso investire in strumenti diversi dal conto corrente bancario?
  • Se delle durate maggiori mi garantiscono un rendimento maggiore quali sono le scadenze più idonee?
  • Che tipo di approccio adottare per massimizzare i rendimenti schiacciando il rischio?
  • Quali strumenti utilizzare per evitare eventuale procedura di Bail In?

– Un suggerimento pratico

Valutare attentamente i cash flow (flussi) in entrata ed in uscita per identificare le corrette scadenze e quindi verificare il punto di maggior rendimento.

Un passo importante questo per evitare disinvestimenti non programmati che porterebbero facilmente a perdite in conto capitale.

– Domanda…ma quanto e su quali scadenze?

L’idea è quella di ottenere un rendimento remunerativo, ma al tempo stesso detenere una parte dei fondi in liquidità pura per la gestione delle uscite di cassa previste e non, oppure previste ma in maniera non corretta.

Se ci si focalizza troppo su di un singolo aspetto si rischia di sottovalutare pericolosamente l’altro ottenendo un investimento troppo ingessato ma se ci si concentra eccessivamente sul secondo aspetto il rischio è quello di avere sì un investimento flessibile ma non remunerativo.

Una possibile soluzione sarebbe quella di investire su strumenti con scadenze immediatamente antecedenti alle uscite di cassa previste, in questo modo non si dovrà ricorrere a disinvestimenti imprevisti ed otterrò il grande vantaggio di sfruttare appieno la curva dei tassi.

– Ma se non conosco i futuri cash flow?

Una possibile soluzione sarebbe quella di utilizzare strumenti finanziari con scadenze progressive, certo questo tipo di soluzione non elimina completamente il rischio legato ai disinvestimenti imprevisti, ma ne limiterà di molto l’impatto, vendendo lo strumento con la scadenza più prossima.

– 3 consigli personali

Voglio offrirti il mio punto di vista, che potrai tranquillamente commentare nello spazio disponibile al fondo dell’articolo, anzitutto affidati ad un Istituto che sia solido e con competenze certificate, attenzione agli specchietti per le allodole.

In caso di accantonamenti di liquidità per TFR , TFM o TFC dei dirigenti o/e collaboratori, puoi valutare l’utilizzo di polizze specifiche rivalutabili a premio unico per testa. Questi contratti prevedono la garanzia del capitale versato dal Contraente (L’Azienda) in quanto trattasi di fondi da destinare ai dipendenti/collaboratori (gli assicurati) in caso di fine del rapporto di lavoro/collaborazione oltre agli indiscussi vantaggi fiscali che ti ricordo qui di seguito:

Deducibilità dal reddito d’impresa del 6% del TFR annualmente versato ai Fondi
Pensione (4% per l’imprese con più di 50 dipendenti)

Esonero dal versamento del contributo al Fondo di garanzia del TFR (pari allo
0,2% del monte retributivo)
Riduzione degli oneri impropri (indennità da malattia, da disoccupazione, etc.) a
carico del datore di lavoro (dallo 0,19% del 2008 allo 0,28% del 2014)
Esonero rivalutazione del TFR (¾ tasso inflazione + 1,5%) e relativo
versamento imposta dell’11,5%
Sull’eventuale contributo versato a favore del dipendente, contributo di
solidarietà del 10% (anziché oneri previdenziali del 23,81%)
Liquidazione del TFR al dipendente direttamente da parte del Fondo; nessun
anticipo di denaro da parte dell’azienda (richiesto anche se il TFR viene trasferito
al Fondo Tesoreria INPS)

3. Gestione Professionale della liquidità’ , con soluzioni studiate su misura, a seconda delle esigenze pianificate dell’Azienda, si tratta di strumenti ritagliati a misura di azienda che soltanto gli Istituti maggiormente (solidi) e strutturati possono offrirti.

 

– Il tasso Vs. Gestione professionale

Per farti comprendere meglio i vantaggi del secondo modo di gestire la liquidità, basta mettere a confronto quello che offre il mercato attualmente:

vedi: www.confrontaconti.it

a 12 ExtraBanca offre un tasso effettivo netto dell’ 1,29%

Ma chi è ExtraBanca?

Non si conosce un granchè…25 milioni di euro di capitale, possiede 5 sportelli in tutto, non sono disponibili CET1 ne’ tantomeno un Rating ufficiale.

Un Banca di piccole dimensioni, che sta crescendo?

Oppure abbiamo l’ 1,13% effettivo netto offerto da Bancadinamica, la banca online del gruppo cassa di Risparmio di San Miniato, che sta attraversando un momento complicato, alle prese con aumenti di capitale e tagli importanti:

Leggi per approfondire: http://www.italiasalva.it/2016/09/obbligazioni-subordinate-carismi-cassa-risparmio-san-miniato-ko.html

Il mercato offre redimenti ( tra l’altro striminziti ) quando ha un problema!

Come ti ho esposto sopra in questa fase storica è sicuramente conveniente rivolgersi ad Istituti solidi e con competenze specifiche in materia che siano certificate:

 

 

RATING “AA” fonte Standard & Poors e soprattutto un know how di altissima qualita’ data dal servizio di consulenza professionale e dalla possibilità’ di poter collaborare con i miglior asset manager al mondo.

Voglio fornirti un esempio di una gestione basata su una accuratissima diversificazione del rischio, bassissima volatilità’ (0,9%) e orizzonte temporale da 1 a 3 anni.

 

 

Adesso mi rivolgo a te, anzitutto grazie per essere arrivato fino in fondo, poi mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista:

Ritieni che una polizza espressamente strutturata sulle peculiarità della tua azienda possa essere una soluzione interessante?

Hai altre soluzioni da proporre? Usa lo spazio qui sotto per esporre le tue idee, sarà un piacere poter conversare insieme sul tema.

A presto

Mauro

P.S.

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