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07 Dic 2018

Impara a gestire i tuoi risparmi in 8 mosse!

Ogni risparmiatore del mondo è convinto di avere saldamente in mano le redini del proprio risparmio, come è convinto di essere un ottimo guidatore.

Purtroppo, sappiamo entrambi che non sempre è così, siamo tutti sinceramente convinti di essere ottimi e prudenti guidatori vero ma poi, alla prova dei fatti, sappiamo anche di commettere degli errori, in assoluta buona fede certo, ma che purtroppo, a volte possono comportare conseguenze anche pesanti.

Per tale ragione voglio offrirti questa mini guida, in cui ho sintetizzato in 8 passi i principi generali a cui si dovrebbe ispirare qualsiasi risparmiatore per gestire al meglio le proprie risorse, in più ti svelerò un paio di segreti che ti consentiranno di evitare brutte sorprese.

1 – Stabilisci i tuoi obiettivi di vita

Non è pensabile parlare di come andrebbero gestiti i propri risparmi se non si ragiona anzitutto in termini di obiettivi di vita; pertanto il primo passo concreto riguarderà te stesso e la tua famiglia.

Devi fare una profonda riflessione su quali saranno i tuoi progetti di vita (e di spesa) nel breve (6 mesi – 1 anno) nel medio (3 – 5 anni) e lungo periodo (10 anni ed oltre) senza andare possibilmente in confusione 🙂

Eccoti qualche esempio di progetto di vita:

  • Accantonare denaro per pagare gli studi universitari dei figli
  • Aprire una posizione previdenziale per te o per i tuoi figli
  • Acquistare una casa
  • Reperire le risorse per il matrimonio della figlia
  • Accantonare riserve per la pensione

E via discorrendo, ogni persona è diversa dall’altra ed ognuno di noi ha i propri personalissimi obiettivi a cui aspira, che possono differire notevolmente in base all’età, alla situazione finanziaria, a quella famigliare ed altri mille fattori.

A questo punto procurati carta e penna ed incolonna i tuoi progetti in ordine d’importanza (e di spesa) successivamente “spalmali” su una linea temporale a cominciare dal più immediato fino al più distante nel tempo, in questo modo andrai a definire gli orizzonti temporali su cui dovranno basarsi tutti i tuoi successivi ragionamenti su quali strumenti andranno utilizzati per reperire le risorse necessarie al raggiungimento dei tuoi progetti.

Approfondisci guardano il video:  Prima d’investire hai valutato l’orizzonte temporale?

2 – Stabilisci un piano e rispettalo!

Determinati gli obiettivi è giunto il momento di mettere giù un piano strategico d’investimento, cominciare a determinare quale tipologia di strumenti saranno i più indicati per partire dal punto A e giungere (possibilmente indenni) al punto B.

Lo strumento giusto per l’obiettivo giusto, prima si penserà agli obiettivi a quello che si vorrebbe fare con il denaro e quanto denaro servirebbe per concretizzarli, partendo dalla situazione attuale, soltanto dopo si cercherà lo strumento più idoneo allo scopo in un processo in cui dovrai:

Mediare fra risorse di partenza, risorse finali, tempo a disposizione e quanto rischio sarà accettabile per raggiungere lo scopo

Se per il reperimento delle risorse future, potrebbe non essere sufficiente il tempo che supponi di avere a disposizione, allora potrai o allungare i tempi, oppure aumentare il livello di rischio/rendimento oppure ancora entrambi i fattori, in qualsiasi caso gli elementi su cui dovrai lavorare saranno:

  • Obiettivo da raggiungere
  • Situazione patrimoniale attuale
  • Situazione patrimoniale finale
  • Orizzonte temporale a disposizione
  • Tolleranza al rischio

Qui la faccenda si complica lo so, non è una cosa semplice (Ho detto che non è semplice non impossibile!) la soluzione per questa attività esiste, affidati ad uno specialista, il quale eseguirà il corretto processo di analisi, saprà aiutarti nel mediare fra le diverse variabili poc’anzi esposte, inoltre sarà stabilire quale sarà il giusto grado di rischio che potrai permetterti senza andare in difficoltà.

Insieme andrete successivamente a selezionare quegli strumenti che meglio si adatteranno allo scopo, non solo in termini di rischio/ rendimento ma anche in termini di orizzonti temporali e costi di gestione.

Una volta approntato il piano attieniti fedelmente ad esso, nel tempo potrebbero rendersi necessarie delle modifiche (purché sempre contestualizzate)  a causa di eventi sui mercati non previsti e non prevedibili oppure, il caso più frequente, quando avrai raggiunto un obiettivo e si dovrà pensare a come raggiungere il successivo.

3 – Diversificazione e decorrelazione

Dos è meglio che one recitava una vecchia pubblicità, molti titoli sono sicuramente meglio che pochi o peggio di uno solo, per un motivo semplice, con un solo titolo ti accolli tutti i rischi espliciti ed impliciti che esso incorpora, mentre investendo in piccole percentuali su diversi strumenti i rischi si vanno in un certo senso a diluire.

Leggi anche Fondi Comuni come (Dovresti) utilizzarli

Il secondo segreto da conoscere per una buone gestione dei risparmi è che dovresti cercare sempre la massima diversificazione possibile, intesa nel prendere posizione su più mercati diversi in zone geografiche, paesi e valute differenti.

Potrai cominciare con una prima diversificazione prendendo posizione:

  • Geografica
  • Settoriale
  • Valutaria

Geografica: Prendere posizione su mercati in vari paesi o aree geografiche: Europa, Paesi emergenti, Africa oppure su singoli paesi: Cina, USA, Indonesia ecc. in modo da sfruttare i vantaggi offerti dalle diverse economie mondiali.

Settoriale: Mercati diversi, biotecnologie, servizi, materie prime (legno,acqua,minerali vari), trasporti, ecc.

Valutaria: infine prendere posizione su diverse valute oltre all’Euro come Dollari, Yuan, Franchi Svizzeri ecc.

La diversificazione è fondamentale per rendere il portafoglio il meno correlato possibile, per fare in modo che i tuoi diversi investimenti si muovano possibilmente in direzioni opposte in questo modo bilancerai il tuo portafoglio riducendo i rischi al minimo, perchè quando un mercato od un settore scende ne abbiamo sempre un altro che sale.

Guarda anche il mio video: Con i Risparmi non fare a testa o croce…

4 – Impara a gestire la tua emotività

I mercati salgono, i mercati scendono, lo fanno tutti i giorni, da sempre.

Non c’è nulla di più deleterio per i risparmiatori di tutto il mondo, che la loro fondamentale incapacità di poter gestire le proprie emozioni e questo, i grandi squali della finanza internazionale lo sanno benissimo…

Non cadere nella trappola dell’emotività, hai fatto i tuoi conti, sai dove vuoi arrivare, hai pagato uno specialista per acquisire i giusti strumenti e che monitori costantemente il loro andamento, a questo punto il tempo e soltanto lui sarà il tuo migliore amico, nel lungo periodo infatti si portano sempre a casa risultati positivi.

Evita di spaventarti quando leggi i giornali, con le notizie catastrofiche ci vanno a nozze da sempre; se hai dei dubbi parlane con il tuo consulente, ponigli tutte le domande che ritieni necessarie, per favore non seguire il gregge e non permettere mai ai fatti di piegarsi di fronte alle tue idee al contrario, dovranno essere loro a piegarsi ai fatti.

Stai molto attento anche all’eccesso di sicurezza il quale, se entro certi limiti è addirittura benefico (anche fisicamente) dall’altro ti può giocare brutti scherzi.

Non perderti il mio video: Comperare e vendere sì…ma quando?

5 –  Reinvesti ogni volta che puoi

Hai un polizza di previdenza? Ogni anno potrai detrarre una certa cifra dai versamenti fino ad un massimo di 5.164 euro e rotti, quando ti verranno rimborsati sul 730, reinvestili nella tua polizza, fallo anche con tutti quegli strumenti che ti offrono dei rendimenti, se non hai effettive necessità di coprire delle spese preventivate, reinvesti sempre gli interessi così potrai sfruttare la magia dell’interesse composto!

Guarda con attenzione il mio video: Interesse composto come funziona veramente

Ti riesce complicato farlo? Allora usa una formula PAC (Piano Accumulo Capitale) per una parte del tuo portafoglio, con questo sistema potrai prendere posizione su mercati più redditizi, ma anche più volatili a piccoli passi, sfruttando anche qui l’interesse composto e potrai inoltre mediare in maniera redditizia sul valore delle quote.

Per saperne di più guarda: Come Funziona il Piano Accumulo Capitale

6 – Non correre dietro ai rendimenti

Non correre dietro alle previsioni di Tizio o di Caio, nessuno conosce il futuro è una delle poche certezze che abbiamo in questa vita, mantieniti fedele al tuo piano e non cominciare a vendere e ricomprare in continuazione, i soldi facili non sono mai esistiti né mai esisteranno, vendere e ricomprare significa costi di liquidazione, commissioni di ingresso e imposte da pagare sulle plusvalenze, l’unico risultato sicuro (faccio questo mestiere da sufficiente tempo per saperlo con certezza) è che alla fine rimarrai soltanto con il cerino in mano, nella migliore, e dico migliore delle ipotesi.

7 –  Non esporre i tuoi risparmi alle aggressioni esterne

Tema in realtà piuttosto articolato, che esplorerò più approfonditamente nei prossimi articoli, ma che si può riassumere in:

Non lasciare i soldi fermi sul conto!

Come detto poco fa, io non so cosa accadrà domani, pertanto evita di lasciare i soldi su un conto il quale è particolarmente esposto in caso di patrimoniali, Bail In, prelievi forzosi,certo sto parlando di situazioni estreme, ma che si sono già verificate in passato quindi la parola impossibile in questo caso non esiste.

Leggi anche: Proteggere i Risparmi? Usa una Unit Linked!

Investire in strumenti quali i Fondi Comuni, gli ETF oppure le Polizze, ti garantiranno protezione al verificarsi degli eventi di cui sopra, inoltre cerca di farlo se ti è possibile, in strumenti di diritto estero, in modo che il tuo denaro non si trovi in Italia in caso di “problemi”.

8 –  NON fare tutto da solo/a

Guarda che non te lo sto dicendo per proporti chissà quale affare mirabolante, te lo sto dicendo perché purtroppo mi capita di vedere tutti i giorni i danni che in assoluta buona fede si arrecano ai propri sudatissimi risparmi, la finanza è un mondo complesso e la gestione di un portafoglio risparmi richiede costanza e competenze specifiche.

Quando hai male al pancino ti rivolgi ad un medico oppure ti curi con delle erbe che hai raccolto a casaccio nel bosco?

Non c’è nulla di male nel farsi aiutare da un consulente di fiducia, esponigli i tuoi dubbi le tue perplessità, parlagli dei tuoi progetti di vita, ti ricordo nel caso non lo sapessi, che il consulente finanziario al pari dell’avvocato o del medico è vincolato al segreto professionale.

Perché un consulente? Perché si tratta del futuro tuo e dei tuoi cari!

Se al momento non hai un consulente di fiducia non preoccuparti CONTATTAMI, due parole non impegneranno nessuno di noi, ma potrebbero fare la differenza per te.

– Conclusioni

In conclusione direi che il processo per una buona gestione dei propri risparmi passa da questi semplici step e 9 volte su 10 la fonte dei guai deriva proprio dal non aver rispettato questi passi.

Adesso però dimmi la tua, ritieni che seguire questi passi sia sufficiente per gestire al meglio i tuoi risparmi o ritieni di aggiungerne altri?

A presto

Dott. Mauro Valentino

P.S.

Se desideri parlare con me in forma più riservata clicca sull’immagine qui sotto.

 

28 Nov 2018

Fondi Comuni come (Dovresti) Utilizzarli.

Fondi Comuni come (Dovresti) Utilizzarli.

Fondi Comuni come (Dovresti) Utilizzarli.

Riflessioni:

Fondi di liquidità:

Fondi Obbligazionari

Fondi Azionari

Fondi Flessibili

Fondi Bilanciati

Conclusioni

Riflessioni:

Oggi ti offro una guida di come andrebbero usati i vari tipi di fondi comuni d’investimento, allo scopo di fornirti informazioni chiare, che spero possano tornarti utili per poter prendere decisioni consapevoli per quanto riguarda i tuoi risparmi.

Se da un lato è innegabile che l’utilizzo di fondi comuni ti consentirà di accedere, per il tramite di una gestione professionale a quei mercati, altrimenti preclusi ai piccoli e medi risparmiatori dall’altro, dovresti fare a monte delle profonde riflessioni sull’opportunità o meno di utilizzare questo strumento, mi spiego meglio con un esempio:

Pertanto, prima di tutto dovresti avere le idee molto chiare  su quali sono i tuoi personali progetti di vita, quanto tempo pensi di avere a disposizione perché si concretizzino e soprattutto, quanto rischio ritieni di essere in grado di sopportare senza andare in difficoltà.

Un solo consiglio, non fare mai da solo, rivolgiti sempre ad un consulente professionista, il quale anzitutto ti ascolterà attentamente per cogliere con chiarezza quali sono le tue necessità, dopodiché procederà alla selezione degli strumenti più indicati per consentirti il raggiungimento dei tuoi obiettivi possibilmente senza danni.

I fondi comuni sono uno strumento molto utilizzato nel mondo del risparmio, pertanto al crescere delle tipologie si sono andati via via a suddividere in diverse categorie, le quali si prestano ad utilizzi diversi con differenti caratteristiche, adesso ti elenco le principali nel dettaglio:

 

Fondi di liquidità:

I fondi di liquidità sono strumenti che  investono in titoli di liquidità, particolarmente indicati per chi possiede orizzonti temporali di 3 o 6 mesi ed una bassa propensione al rischio.

I fondi di liquidità non possono investire in titoli azionari ma solo su Titoli di Stato (Bond) o strumenti similari, caratterizzati da una duration (vita finanziaria) molto breve, in genere intorno ai 6 mesi appunto.

Sono caratterizzati da una bassa volatilità (sensibilità alle oscillazioni di mercato) e basso rendimento, con un rischio complessivo però molto limitato, i titoli in portafoglio generalmente sono dotati di un Rating elevato.

I fondi di liquidità sono strumenti ideali per parcheggiare del denaro in attesa di eventuali spese già preventivate, oppure per costituire una riserva di protezione per fronteggiare spese impreviste, un buon sistema inoltre per non lasciare i soldi sul conto corrente che, in tempi come questi, potrebbe essere interessato da procedure su Bail In o eventuali (ipotesi estrema) patrimoniali, la loro funzione è quella di offrire al risparmiatore una rivalutazione del capitale che possa recuperare efficacemente l’inflazione.

Approfondisci leggendo anche: Proteggi davvero i tuoi risparmi usa i fondi comuni

Fondi Obbligazionari

 Caratterizzati da un paniere diversificato di obbligazioni, in genere Corporate (societarie), nella stragrande maggioranza dei casi, sono caratterizzati da una volatilità media o medio-bassa.

Tramite la compravendita dei titoli, giocando sulla loro duration (la vita finanziaria) e sulla loro attenta selezione l’idea è quella di offrire rendimenti superiori rispetto ad un parametro di riferimento (Benchmark) solitamente un indice borsistico, coerente con la natura dei titoli presenti in portafoglio, ad esempio, un Fondo Obbligazionario USA avrà come Benchmark un indice borsistico Americano.

In questo caso si possono acquistare fondi espressi in valuta locale, tipo Dollari, Yen, Sterline ecc. ma poni particolare attenzione al rischio cambio.

 Uno dei grandi vantaggi di questo strumento, risiede nell’ampia diversificazione dei titoli quindi la possibilità di diluire il rischio specifico, lo trovo personalmente indicato in coloro che hanno come orizzonte temporale un periodo di 5 o 7 anni mediamente, con una sopportazione del rischio di media entità.

 

Fondi Azionari

Sono fondi al cui interno trovano posto quote di titoli azionari, per natura questo tipo di investimento possiede generalmente una volatilità nettamente superiore rispetto ai precedenti, anche qui con qualche eccezione, ma che al contempo possono generare rendimenti anche di molto superiori alla media.

La famiglia dei fondi azionari è a dir poco immensa, pertanto si è pensato di suddividerli in sottocategorie a seconda delle loro caratteristiche peculiari in termini di tipologia di investimento e stile di gestione.

Fondi azionari settoriali: Che investono in diversa percentuale in differenti settori economici, ad esempio in telecomunicazioni, servizi, Biotecnologie, materie prime ecc.

Fondi azionari Internazionali: Investono in azioni delle borse in tutto il mondo detti anche fondi globali.

Fondi area Euro: Investono in titoli dei paesi aderenti al circuito Euro.

Fondi azionari pacifico: Investono nei paesi area pacifico, compresi solitamente Giappone ed Australia

Fondi azionari Paese: Investono in titoli rappresentativi degli indici borsistici dei singoli paesi, Italia, Francia, Cina, Giappone ecc.

Fondi Azionari paesi Emergenti: Investono nelle borse dei paesi  in forte sviluppo economico ad esempio America Latina, Est Europa, Sud Est Asiatico ecc.

I fondi azionari si possono anche suddividere in differenti valute, Dollari, Sterline, Yen ecc. Ottimo metodo per acquisire una diversificazione valutaria all’interno del tuo portafoglio, attenzione al rischio cambio, a meno che non siano previste opportune politiche di protezione (Hedging) previste dal regolamento del fondo.

  • Le politiche di investimento

Nella gestione dei fondi azionari un particolare rilievo assumono le politiche di investimento perseguite per poter ottenere i rendimenti attesi che si dividono sostanzialmente in due tipologie:

  1. Gestione attiva: Chiamata in gergo Bottom up, che punta ad una selezione e relativa gestione dei titoli in modo da ottenere rendimenti superiori al benchmark di riferimento
  2. Gestione passiva: Denominata Botton down, che al contrario si accontenta di replicare l’andamento dell’indice di riferimento (Benchmark)

I fondi azionari, sono quelli che meglio si prestano per sviluppare maggiori potenzialità di guadagno, ma tieni sempre presente che quando si parla di fondi azionari l’orizzonte temporale d’investimento è necessariamente di lungo periodo, sto parlando di almeno 10 anni, affinché tu possa avere maggiori chance di ottenere ottimi risultati.

Fermo restando che di garantito non esiste nulla e che nessuno di noi conosce il futuro, per offrirti maggiori chance di successo dovrai ricorrere ad una corretta diversificazione che sia la più ampia possibile, per poter cogliere tutte le opportunità e diluire per quanto possibile i rischi.

 

Fondi Flessibili

Si pongono a metà strada fra i fondi obbligazionari e quelli azionari con delle differenze peculiari.

Il portafoglio del fondo potrà essere riempito oltre che con obbligazioni anche con titoli azionari la cui percentuale può variare da 0% al 100% il gestore quindi potrà variare le componenti azionaria ed obbligazionaria a sua discrezione, consentendogli di poter approfittare, dei rialzi di mercato, oppure per difendersi nelle fasi di calo.

Questa tipologia di fondo è da considerarsi non solo di lungo periodo (7-10 anni), ma vista anche la sua volatilità ed i costi, che non sono indifferenti, direi che non è consigliabile a chi non abbia una discreta tolleranza al rischio oltre ad avere già di per sé un portafoglio ben diversificato.

 

Fondi Bilanciati

Anche in questo caso nel portafoglio troveremo la compresenza sia di obbligazioni che di azioni, con la differenza rispetto ai fondi flessibili che la componente di rischio, ovvero quella azionaria potrà variare da un minimo del 10% ad un massimo del 90%.

Pertanto questa tipologia di fondi porterà sempre con sé una certa componente di rischio, a differenza di quelli flessibili dove la componente azionaria in caso di necessità potrà essere azzerata, su questo strumento il gestore, con tutta la buona volontà di questo mondo, non potrà intervenire per proteggere il patrimonio da crolli improvvisi dei mercati.

In passato molti fondi bilanciati hanno offerto performance decisamente anomale, subendo flessioni sovente significative, anche in questo caso parliamo come orizzonte temporale di un periodo medio-lungo, personalmente mi sento di consigliarlo a chi ha un’ ottima tolleranza al rischio, possiede un portafoglio ben diversificato e sia assolutamente consapevole dei meccanismi che regolano lo strumento.

 

Conclusioni

I fondi comuni sono un valido strumento per gestire al meglio i tuoi risparmi, per ottenere la giusta diversificazione, controllare il rischio, ottenere una gestione professionale ed accedere a mercati altrimenti irraggiungibili per i piccoli e medi risparmiatori.

Allo stesso tempo però, i fondi comuni d’investimento vanno utilizzati con cognizione di causa, dovresti avere le idee molto chiare su quali sono gli obiettivi di vita che vorresti veder concretizzati,quanto tempo avrai di fronte, qual’è la sopportabilità massima di rischio al quale ti potrai esporre, dovresti inoltre possedere le opportune conoscenze su quali potrebbero essere i movimenti macroeconomici dei prossimi anni in tutte le aree del mondo.

Per questo prima di procedere ad un acquisto di fondi, non farti incantare dalle belle parole o dalla promessa di rendimenti mirabolanti,

Leggi SEMPRE con estrema attenzione il prospetto informativo!

 E nel farlo, fatti aiutare da un consulente esperto che ti conosca bene e che ti metta in condizione di prendere decisioni in maniera consapevole.

Bene hai letto fino a qui, spero di essere stato esaustivo nella mia digressione, adesso tocca a te, hai mai utilizzato, dei fondi comuni d’investimento per gestire i tuoi risparmi?

Fammi conoscere il tuo pensiero nei commenti, sarò lieto di poter conversare con te.

A presto

Mauro Valentino

P.S.

Se non ti va di veder pubblicati i tuoi commenti e preferisci pormi le domande in forma più riservata, contattami direttamente, ti risponderò quanto prima, ti basterà cliccare sull’immagine qui sotto.

 

 

 

 

22 Nov 2018

Proteggi (Davvero) i tuoi risparmi usa un Fondo Comune!

Come proteggere i risparmi, oggi parlerò del Fondo Comune d’Investimento, come funziona e come andrebbe utilizzato.

–        Come funziona

–        Le principali tipologie di Fondi comuni

–        Gli orizzonti temporali

–        La volatilità

–        La gestione del rischio

–        I costi

–        Le tasse

–        I benefici del fondo comune

–        Protezione del risparmio da eventuali aggressioni esterne

–        Possibilità di accedere a piccoli passi

–        Conclusioni

 

I fondi comuni d’investimento, nel panorama degli strumenti finanziari, sono forse fra i più flessibili ed indicati per costruire portafogli che siano ben diversificati, aiutandoti cioè a ridurre il rischio complessivo di portafoglio ottimizzando di conseguenza i rendimenti.

Guarda anche il mio video: Il valore della diversificazione negli investimenti

Possono essere utilizzati in abbinamento magari a delle polizze, per ottenere una buona copertura anche da eventi esterni, quali improvvise crisi di mercato, procedure di Bail In e via discorrendo.

Puoi anche leggere: Proteggere i risparmi? Usa una Unit Linked!

 

–       Come funziona

 

Devi pensare al fondo comune come ad un contenitore, al cui interno il responsabile (e relativo team), che d’ora in avanti chiameremo gestore, inserirà delle quote di titoli, differenziati in base alla tipologia del fondo ed alla sua specifica politica d’investimento.  

Lo scopo di creare un fondo comune d’investimento è quello di creare valore per i risparmiatori (oltre che per la casa di gestione) gestendo diversi asset contemporaneamente, offrendo quindi la possibilità a risparmiatori grandi e piccini di poter accedere a mercati altrimenti preclusi, offrendogli al contempo un servizio d’investimento professionale.

Strutturato il fondo, determinata la sua politica d’investimento, esso verrà distribuito ai risparmiatori, i quali potranno accedervi acquistando delle quote, tali quote avranno un valore, che varierà quotidianamente al variare delle condizioni di mercato, il valore della quota del fondo è detto NAV (Net Asset Value) tale valore viene pubblicato con cadenza quotidiana oppure è visibile sul sito della società di gestione.

Il fondo comune d’investimento è suddiviso in 3 componenti:

  1. I partecipanti al fondo comune, detti fondisti fra cui anche TU quando acquisti delle quote di un fondo.
  2. La società di gestione (SGR o SICAV) che ha il compito di ideare, gestire e stabilire il regolamento del fondo comune.
  3. La Banca Depositaria, un soggetto terzo, che è indipendente rispetto alla società di gestione, i cui compiti sono di custodia del denaro dei fondisti nonché dei titoli del fondo, oltre che di controllo sulle sue attività.

Il fondo comune d’investimento non ha vincoli di detenzione, nel senso che le quote del fondo possono essere liquidate in parte oppure tutte insieme in qualsiasi  momento, le uniche cose a cui dovrai porre estrema attenzione sono sostanzialmente tre:

  1. La tipologia di fondo scelta
  2. Gli orizzonti temporali
  3. La volatilità del fondo (rischio)

–       Le principali tipologie di Fondi comuni

Il fondo comune d’investimento è usatissimo nel mondo e di conseguenza ha portato alla creazione di una numerosa famiglia di strumenti, ora ti offrirò una panoramica generica delle principali categorie:

  • Fondi Monetari: Investono nel mercato monetario per offrire rendimenti maggiori e di breve termine
  • Fondi Obbligazionari: Il gestore investe in obbligazioni sia societarie (corporate) che Titoli di Stato o un mix di entrambi, scopo è garantire rendimenti superiori alla media rimanendo sempre sul mercato obbligazionario.
  • Fondi Azionari: All’interno del fondo comune troveranno posto titoli azionari suddivisi per area geografica, singola nazione, tipologia di asset ad esempio materie prime e così via. Ideali per chi può sostenere una volatilità maggiore con orizzonti temporali di medio lungo periodo
  • Fondi Flessibili: Fondi al cui interno troveranno spazio, in diversa percentuale fra loro, sia azioni che obbligazioni di differenti tipologie, aree geografiche o settori, in base alle analisi ed alle scelte del gestore tali percentuali varieranno al variare delle condizioni di mercato. Scopo è quello di offrire rendimenti superiori e cogliere le opportunità dei mercati nel medio lungo periodo

Per una trattazione più ampia di tale suddivisione ti rimando al  mio prossimo articolo, che sarà dedicato a questo argomento in forma molto più specifica.

–       Gli orizzonti temporali

 

I fondi comuni d’investimento, come ogni strumento finanziario d’altronde, possiedono una vita intrinseca, mi spiego meglio, la durata di un investimento in un fondo comune dipende sia dalla politica d’investimento, che dalla vita residua dei titoli in esso presenti, che potranno rispondere ad obiettivi d’investimento di breve, medio e lungo periodo.

Ti faccio un esempio facile per capire:

  • Fondo liquidità (Titoli di Stato) vita media breve 3 mesi / 6 mesi / 1 anno
  • Fondo Obbligazionario (obbligazioni corporate o statali) anche 3 o 5 anni
  • Fondo Flessibile (mix obbligazioni azioni) vita media 5 / 7 anni ed oltre
  • Fondo azionario (mix di azioni) vita media almeno 10 anni ed oltre

Nonostante il fondo comune d’investimento non possieda vincoli di detenzione, buona politica sarebbe rispettare la vita media del fondo che si ha fra le mani, pertanto prima di selezionarlo, il mio suggerimento è quello semmai di adattare il fondo ai TUOI obiettivi di vita, andandoli a far collimare.

Per approfondire guarda il mio video: Prima d’investire…hai valutato l’orizzonte temporale?

Questo è in genere 9 volte su 10 il momento in cui, pur animati dalle migliori intenzioni, inconsapevolmente si combinano guai, che sono in genere da imputarsi ad un’errata valutazione del fondo che si riteneva fosse il più adatto, altro consiglio che ti offro oggi è Non fare tutto da solo chiedi sempre consiglio ad uno specialista, un consulente finanziario per capirci, il quale oltre ad effettuare analisi molto accurate di tipo tecnico, ti aiuterà nella costruzione di un portafoglio fondi che sia coerente con le tue reali necessità di risparmio.

D’altronde quando devi curare un dente mica lo fai da solo allo specchio, ti rivolgi ad un dentista è corretto?

–       La volatilità

Ogni fondo comune ha una certa volatilità, ovvero la sua particolare sensibilità rispetto ai movimenti di mercati.

Fondi di liquidità o fondi che investono in Titoli di Stato avranno una volatilità in genere più bassa rispetto a quella dei fondi azionari, che sono moto più sensibili ai movimenti dei mercati in positivo ed anche in negativo.

La volatilità più corretta per i tuoi scopi sarà determinata in fase di compilazione del questionario MIFID, in base alle risposte che fornirai sarai classificato come risparmiatore più o meno prudente.

Anche in questo caso si rende direi indispensabile la collaborazione di un consulente dedicato che saprà abbinare efficacemente 2 o più fondi di differenti tipologie per consentirti di ottenere oltre che una diversificazione più accurata anche una migliore gestione del rischio complessivo.

–       La gestione del rischio

Il fondo comune d’investimento è uno strumento che si presta in maniera egregia proprio alla gestione del rischio di portafoglio.

Quando si acquista un singolo strumento finanziario, che si tratti di un BTP oppure di un titolo azionario, non farai altro che prenderti tutti i rischi espliciti ed impliciti che tale strumento incorpora.

L’ho già ripetuto più volte nei miei post precedenti ma lo ripeto anche questa volta, il rischio zero non è  mai esistito, non esiste e non esisterà mai!

L’investimento a zero rischi non è mai esistito,

non esiste e non esisterà mai!

 

Acquistando delle quote di un fondo comune d’investimento, acquisterai in piccolissima percentuale una parte di decine e decine di titoli diversi, andando in questo modo a diluire molti dei rischi tipici degli strumenti finanziari.

Grazie proprio alla compresenza contemporanea di 70 – 100 e sovente anche più titoli che consentono già di per sé una prima importante diversificazione, impossibile da ottenere per un singolo risparmiatore, gli impatti negativi dovuti al fallimento di una singola azienda oppure di uno Stato, vengono di fatto contenuti ed annullati dalle migliori performance degli altri titoli presenti nel contenitore

 

–       I costi

 

I fondi comuni d’investimento non sono strumenti che oserei definire proprio a buon mercato, il mio consiglio quindi rimane quello di sempre cioè non fare da solo, chiedi sempre il parere di  un esperto, perché una buona gestione dei costi ti consentirà migliori rendimenti.

Se non hai un consulente di fiducia contattami liberamente, la prima consulenza è gratuita e non impegna certo nessuno di noi due, ma potrai toglierti in questo modo parecchi dubbi, al fondo dell’articolo troverai i miei riferimenti., me vediamo adesso le principali voci di costo presenti normalmente nei fondi comuni d’investimento.

Commissione d’ingresso: Detta anche commissione di sottoscrizione, viene pagata al momento del primo versamento.

In genere è inversamente proporzionale all’entità del proprio investimento (più si investe, meno si paga) ed è più elevata per i cosiddetti fondi azionari rispetto a quelli bilanciati. Esistono anche dei fondi che non prevedono una commissione di ingresso: sono i cosiddetti fondi no load

Commissione di gestione: Costo sostenuto dal fondista per la gestione del fondo. È calcolata su base annua, ma in genere corrisposta a cadenza semestrale, trimestrale o mensile.

Commissione di performance: Commissione non sempre presente, comporta il pagamento di una quota se il fondo supera una certa soglia di rendimento, fissata in partenza, allo scopo di premiare il gestore per la sua abilità.

Commissione di uscita: Commissione che si paga al momento delle liquidazione di tutte o parte delle quote in possesso al fondista.

Commissione di Switch: Si paga quando abbiamo il passaggio da un fondo ad un altro che prevede quindi la liquidazione con contestuale riacquisto di quote.

–       Le tasse

Anzitutto è bene precisare, che i fondi comuni d’investimento non vanno inseriti in dichiarazione dei redditi perché sono le società d’investimento che prelevano direttamente il denaro come ritenuta e provvedono al versamento allo Stato.

L’aliquota sulle plusvalenze (Capital Gain) la tassazione sull’incremento di valore della quota nel momento in cui viene venduta, rispetto al valore iniziale alla data di acquisto, attualmente è del 26% nel caso il fondo investa in titolo azionari od obbligazionari.

Se il fondo investe in soli Titoli di Stato la tassazione è del 12,50%, nel caso del fondo comune che investe sia in titoli corporate (societari) azioni od obbligazioni, ma contestualmente  anche in titoli di stato, allora la tassazione sarà una media che rispecchi le percentuali dei diversi titoli presenti in portafoglio.

–       I benefici del fondo comune

Anzitutto con il fondo comune di investimento si sfruttano le competenze specialistiche dei gestori e dei loro team, per ottenere una gestione professionale che altrimenti da solo non potresti mai avere, unendo le forze insieme ad altre migliaia di fondisti potrai accedere a quei mercati altrimenti preclusi ai piccoli e medi risparmiatori.

Potrai fare una seria politica di diversificazione, pertanto si elimina il rischio specifico, che avresti tutto sulle spalle nel caso di acquisto di un singolo titolo.

Potrai finalmente pianificare i tuoi risparmi spalmandolo su diversi fondi, che abbiano delle durate di vita (duration) coerenti con i tuoi personali progetti di vita.

Sicurezza garantita da un sistema molto rigido di controlli, perché oltre a quelli interni alle SGR, vi sono quelli esterni affidati alle società di revisione e poi quelli pubblici esercitati da Consob e Banca d’Italia.

Avrai inoltre la garanzia offerta dal fatto che sia i denari dei fondisti che le quote dei titoli del fondo, saranno depositati presso una Banca terza detta banca corrispondente, che ti proteggerà da eventuali (anche se molto improbabili) default, sia della società di gestione, che anche della banca terza, in quanto sia le quote che i denari non partecipano al bilancio della banca perché depositati in custodia quindi non di proprietà.

–       Protezione del risparmio da eventuali aggressioni esterne

I fondi comuni d’investimento non rientrano nella normativa sul Bail In quindi in caso la tua banca dovesse attivare tale procedura, i tuoi risparmi non verrebbero intaccati.

Nel caso volessi proteggerti da eventuali prelievi forzosi oppure patrimoniali varie, ipotesi piuttosto estrema certo, ma sempre probabile, non ti basterà altro che investire in euro oppure in altra valuta estera, questo ti proteggerà in caso di eventuale uscita dal circuito euro, perché i titoli denominati in valuta estera non possono essere rinominati in quella nuova.

Inoltre per maggiore garanzia nei tuoi confronti, puoi assicurarti che il fondo comune, sia di diritto estero ad esempio Lussemburghese (lo sono quasi tutti i fondi) lo potrai dedurre facilmente guardando la targa del fondo il codice chiamato ISIN, premurati di verificare che inizi con la sigla LU.

–       Possibilità di accedere a piccoli passi

I fondi ti offrono la possibilità, anche in caso di piccoli risparmi, di poter accedere per gradi a piccoli passi, con quella che si chiama formula PAC (Piano di Accumulo Capitale), che consiste in versamenti periodici di un importo prefissato, ad esempio 100 euro, in questo modo potrai mediare sul valore della quota.

Per capire meglio guarda il mio video: Come funziona il Piano di Accumulo Capitale

L’utilizzo di uno o più fondi comuni d’investimento è un sistema semplice per poter accumulare, nel tempo, dei risparmi degni di nota anche con piccole somme un esempio:

Ipotizziamo di versare sempre e solo 100 euro ogni mese:

100 x 12 = 1.200 euro/anno interesse medio composto 4% dopo 15 anni

Dopo 15 anni anziché avere in tasca 18.500,00 ti ritroverai la bellezza di 25.889,91 euro!

 

–       Conclusioni

 

I fondi comuni d’investimento sono ottimi strumenti con cui poter concretamente dare al tuo portafoglio una vera diversificazione che ti metta al riparo dai rischi insiti in ogni strumento finanziario, ti permette l’accesso a mercati altrimenti preclusi ai piccoli e medi risparmiatori, con relativi vantaggi in termini di rendimenti, ti consente anche una discreta protezione anche in caso di default di crisi finanziarie e possibili manovre tipo patrimoniali o bail in, certamente tutto molto bello e tutto molto vero.

Però mi raccomando, fai tanta attenzione, non fare da solo fatti aiutare, consulta il tuo consulente finanziario di fiducia prima di selezionare uno o più fondi d’investimento, parla con lui spiegagli per filo e per segno quali sono i tuoi obiettivi di vita, perché stai risparmiando, in pratica nel breve, medio e lungo periodo lascia che sia lui a prendersi il mal di pancia di andare a selezionare i fondi più idonei per te. prudenza non è mai troppa in questo campo.

Hai letto fino a qui eccellente! Adesso però dimmi la tua, pensi che l’utilizzo di uno o più fondi comuni possano aiutarti nel gestire meglio i tuoi risparmi?

Non possiedi un consulente di fiducia con cui parlare ed ottenere dei consigli personalizzati?

Nessun problema, CONTATTAMI SUBITO ed esponimi i tuoi bisogni, la prima consulenza è gratuita, due parole non impegnano nessuno di noi due, ma possono fare molto per te.

A presto

 

 

 

 

 

 

 

 

23 Mar 2018

VAR (Value At Risk) Ecco come Funziona!

Il VAR  (Value AT Risk) è il primo indicatore che devi guardare prima di acquistare qualsiasi strumento finanziario, qui ti spiego come funziona.

 

Quando ci si accinge ad acquistare uno strumento finanziario, che sia un’obbligazione, un titolo di Stato un fondo oppure un’azione o una polizza a contenuto finanziario, il primo indicatore a cui dovresti porre attenzione è il VAR (Value At Risk).

– Cosa indica esattamente

Il VAR è l’indicatore del rischio di mercato di uno strumento finanziario oppure di un intero portafoglio, in questo caso il VAR di portafoglio altro non sarà che la media del VAR dei titoli in esso presenti.

Cosa mi indica? Mi indica la perdita potenziale a cui il titolo, od il portafoglio, sarà esposto in un preciso arco temporale, 1 giorno, 3 mesi, 1 anno, in base a questo indicatore puoi cominciare ad avere un’idea chiara delle perdite potenziali a cui ti stai esponendo e questo ti consentirà di comprendere meglio se hai di fronte uno strumento che sia adatto alla tua personale predisposizione e sopportazione del rischio oppure no.

Nel mio video, oltre a spiegarti come funziona ti offrirò anche un semplice esempio di come poterlo calcolare.

I mercati si muovono ogni giorno, salgono, scendono in continuazione e di conseguenza anche i VAR dei singoli strumenti e dell’interno portafoglio ne subiscono le oscillazioni, si rende quindi necessario il costante monitoraggio da parte del professionista incaricato di gestire i tuoi risparmi.

Questo parametro infatti consentirà al professionista (consulente finanziario) di poter effettuare tutte del dovute correzioni in caso il portafoglio cominci a “deragliare” rispetto alla strada che ci si è dati in fase di determinazione della strategia complessiva, ai fini del raggiungimento dei TUOI obiettivi di vita.

Spero che il video ti sia piaciuto, se hai delle domande, delle curiosità scrivimele nei commenti, sarò lieto di poterti aiutare. Non dimenticare d’iscriverti alle newsletter per non perderti i miei prossimi articoli mi raccomando.

Al mio prossimo video!

Mauro

P.S. 

Se hai delle domande più specifiche su prodotti specifici che vuoi trattare in maniera più riservata non avere timore, compila il form di contatto qui e ponimi i tuoi quesiti, ti risponderò quanto prima.

12 Mag 2017

Prima d’investire…Guarda la Volatilità!

La volatilità viene solitamente associata al rischio di credito, in realtà sono due concetti diversi, oggi ti spiego come funziona.

Mentre il rischio di credito misura in percentuale la possibilità che l’emittente di un titolo (Azienda o Nazione) possa fare default, con conseguente perdita totale del tuo denaro, la volatilità indica:

 

Il grado di variabilità

 

Il grado di variabilità appunto, intorno ad un suo valore medio, la puoi considerare come una misura della sensibilità che uno strumento finanziario possiede, di quanto può variare la sua quotazione in base alle variazioni del mercato di riferimento.

A cosa ti serve e come si misura? Guarda il video per scoprirlo…

 

Pensi che dopo aver visto la mia video pillola andrai a controllare la volatilità dei tuoi investimenti per scoprire quanto sono sensibili ai movimenti di mercato e quante perdite potresti aspettarti?

Dimmi la tua nei commenti, se vuoi sapere quanto i tuoi titoli siano volatili con maggiore esattezza, contattami compilando il form nella scheda contatti, puoi prenotare una seduta di

CONSULENZA GRATUITA!

19 Apr 2017

Sharpe Ratio tutto quello che (DEVI) sapere

Sharpe Ratio un utile indicatore per confrontare la rischiosità implicita di un investimento.

Un caro amico mi ha scritto chiedendomi di fornirgli spiegazioni su di un indice di cui ha sentito parlare lo Sharpe Ratio.

Immagina per un attimo di essere al supermercato, (tutti ci siamo stati almeno una volta) come avrai avuto modo di notare, il costo di un prodotto è espresso come prezzo al Kg oltre all’importo della singola confezione a che serve?

Serve a poter fare dei confronti fra più prodotti e poter quindi scegliere fra quello che mi sembra più conveniente in termini di rapporto qualità/prezzo.

Quando acquistiamo in un negozio ricerchiamo la maggiore qualità possibile al prezzo più conveniente, quando si investe dovrebbe accadere la stessa cosa, si ricerca il guadagno (performance) al minor rischio possibile.

Premesso che, maggiore è il rendimento che mi aspetto da un investimento maggiore sarà anche il rischio che mi dovrò accollare, vien da se che devo poter capire se il rischio che mi sto accollando è congruo rispetto al rendimento che spero di poter ottenere

E qui entra in ballo lo Sharpe Ratio…(guarda il video per scoprire come funziona).

 

Adesso che hai visto il mio video dimmi cosa ne pensi, credi che l’utilizzo di questo indice ti possa aiutare per poter confrontare diverse soluzioni di investimento?

Dimmi pure la tua nei commenti e poi iscriviti alle newsletter (no SPAM) così no ti perderai i miei prossimi contenuti.