Proteggi (Davvero) i tuoi risparmi usa un Fondo Comune!

Come proteggere i risparmi, oggi parlerò del Fondo Comune d’Investimento, come funziona e come andrebbe utilizzato.

–        Come funziona

–        Le principali tipologie di Fondi comuni

–        Gli orizzonti temporali

–        La volatilità

–        La gestione del rischio

–        I costi

–        Le tasse

–        I benefici del fondo comune

–        Protezione del risparmio da eventuali aggressioni esterne

–        Possibilità di accedere a piccoli passi

–        Conclusioni

 

I fondi comuni d’investimento, nel panorama degli strumenti finanziari, sono forse fra i più flessibili ed indicati per costruire portafogli che siano ben diversificati, aiutandoti cioè a ridurre il rischio complessivo di portafoglio ottimizzando di conseguenza i rendimenti.

Guarda anche il mio video: Il valore della diversificazione negli investimenti

Possono essere utilizzati in abbinamento magari a delle polizze, per ottenere una buona copertura anche da eventi esterni, quali improvvise crisi di mercato, procedure di Bail In e via discorrendo.

Puoi anche leggere: Proteggere i risparmi? Usa una Unit Linked!

 

–       Come funziona

 

Devi pensare al fondo comune come ad un contenitore, al cui interno il responsabile (e relativo team), che d’ora in avanti chiameremo gestore, inserirà delle quote di titoli, differenziati in base alla tipologia del fondo ed alla sua specifica politica d’investimento.  

Lo scopo di creare un fondo comune d’investimento è quello di creare valore per i risparmiatori (oltre che per la casa di gestione) gestendo diversi asset contemporaneamente, offrendo quindi la possibilità a risparmiatori grandi e piccini di poter accedere a mercati altrimenti preclusi, offrendogli al contempo un servizio d’investimento professionale.

Strutturato il fondo, determinata la sua politica d’investimento, esso verrà distribuito ai risparmiatori, i quali potranno accedervi acquistando delle quote, tali quote avranno un valore, che varierà quotidianamente al variare delle condizioni di mercato, il valore della quota del fondo è detto NAV (Net Asset Value) tale valore viene pubblicato con cadenza quotidiana oppure è visibile sul sito della società di gestione.

Il fondo comune d’investimento è suddiviso in 3 componenti:

  1. I partecipanti al fondo comune, detti fondisti fra cui anche TU quando acquisti delle quote di un fondo.
  2. La società di gestione (SGR o SICAV) che ha il compito di ideare, gestire e stabilire il regolamento del fondo comune.
  3. La Banca Depositaria, un soggetto terzo, che è indipendente rispetto alla società di gestione, i cui compiti sono di custodia del denaro dei fondisti nonché dei titoli del fondo, oltre che di controllo sulle sue attività.

Il fondo comune d’investimento non ha vincoli di detenzione, nel senso che le quote del fondo possono essere liquidate in parte oppure tutte insieme in qualsiasi  momento, le uniche cose a cui dovrai porre estrema attenzione sono sostanzialmente tre:

  1. La tipologia di fondo scelta
  2. Gli orizzonti temporali
  3. La volatilità del fondo (rischio)

–       Le principali tipologie di Fondi comuni

Il fondo comune d’investimento è usatissimo nel mondo e di conseguenza ha portato alla creazione di una numerosa famiglia di strumenti, ora ti offrirò una panoramica generica delle principali categorie:

  • Fondi Monetari: Investono nel mercato monetario per offrire rendimenti maggiori e di breve termine
  • Fondi Obbligazionari: Il gestore investe in obbligazioni sia societarie (corporate) che Titoli di Stato o un mix di entrambi, scopo è garantire rendimenti superiori alla media rimanendo sempre sul mercato obbligazionario.
  • Fondi Azionari: All’interno del fondo comune troveranno posto titoli azionari suddivisi per area geografica, singola nazione, tipologia di asset ad esempio materie prime e così via. Ideali per chi può sostenere una volatilità maggiore con orizzonti temporali di medio lungo periodo
  • Fondi Flessibili: Fondi al cui interno troveranno spazio, in diversa percentuale fra loro, sia azioni che obbligazioni di differenti tipologie, aree geografiche o settori, in base alle analisi ed alle scelte del gestore tali percentuali varieranno al variare delle condizioni di mercato. Scopo è quello di offrire rendimenti superiori e cogliere le opportunità dei mercati nel medio lungo periodo

Per una trattazione più ampia di tale suddivisione ti rimando al  mio prossimo articolo, che sarà dedicato a questo argomento in forma molto più specifica.

–       Gli orizzonti temporali

 

I fondi comuni d’investimento, come ogni strumento finanziario d’altronde, possiedono una vita intrinseca, mi spiego meglio, la durata di un investimento in un fondo comune dipende sia dalla politica d’investimento, che dalla vita residua dei titoli in esso presenti, che potranno rispondere ad obiettivi d’investimento di breve, medio e lungo periodo.

Ti faccio un esempio facile per capire:

  • Fondo liquidità (Titoli di Stato) vita media breve 3 mesi / 6 mesi / 1 anno
  • Fondo Obbligazionario (obbligazioni corporate o statali) anche 3 o 5 anni
  • Fondo Flessibile (mix obbligazioni azioni) vita media 5 / 7 anni ed oltre
  • Fondo azionario (mix di azioni) vita media almeno 10 anni ed oltre

Nonostante il fondo comune d’investimento non possieda vincoli di detenzione, buona politica sarebbe rispettare la vita media del fondo che si ha fra le mani, pertanto prima di selezionarlo, il mio suggerimento è quello semmai di adattare il fondo ai TUOI obiettivi di vita, andandoli a far collimare.

Per approfondire guarda il mio video: Prima d’investire…hai valutato l’orizzonte temporale?

Questo è in genere 9 volte su 10 il momento in cui, pur animati dalle migliori intenzioni, inconsapevolmente si combinano guai, che sono in genere da imputarsi ad un’errata valutazione del fondo che si riteneva fosse il più adatto, altro consiglio che ti offro oggi è Non fare tutto da solo chiedi sempre consiglio ad uno specialista, un consulente finanziario per capirci, il quale oltre ad effettuare analisi molto accurate di tipo tecnico, ti aiuterà nella costruzione di un portafoglio fondi che sia coerente con le tue reali necessità di risparmio.

D’altronde quando devi curare un dente mica lo fai da solo allo specchio, ti rivolgi ad un dentista è corretto?

–       La volatilità

Ogni fondo comune ha una certa volatilità, ovvero la sua particolare sensibilità rispetto ai movimenti di mercati.

Fondi di liquidità o fondi che investono in Titoli di Stato avranno una volatilità in genere più bassa rispetto a quella dei fondi azionari, che sono moto più sensibili ai movimenti dei mercati in positivo ed anche in negativo.

La volatilità più corretta per i tuoi scopi sarà determinata in fase di compilazione del questionario MIFID, in base alle risposte che fornirai sarai classificato come risparmiatore più o meno prudente.

Anche in questo caso si rende direi indispensabile la collaborazione di un consulente dedicato che saprà abbinare efficacemente 2 o più fondi di differenti tipologie per consentirti di ottenere oltre che una diversificazione più accurata anche una migliore gestione del rischio complessivo.

–       La gestione del rischio

Il fondo comune d’investimento è uno strumento che si presta in maniera egregia proprio alla gestione del rischio di portafoglio.

Quando si acquista un singolo strumento finanziario, che si tratti di un BTP oppure di un titolo azionario, non farai altro che prenderti tutti i rischi espliciti ed impliciti che tale strumento incorpora.

L’ho già ripetuto più volte nei miei post precedenti ma lo ripeto anche questa volta, il rischio zero non è  mai esistito, non esiste e non esisterà mai!

L’investimento a zero rischi non è mai esistito,

non esiste e non esisterà mai!

 

Acquistando delle quote di un fondo comune d’investimento, acquisterai in piccolissima percentuale una parte di decine e decine di titoli diversi, andando in questo modo a diluire molti dei rischi tipici degli strumenti finanziari.

Grazie proprio alla compresenza contemporanea di 70 – 100 e sovente anche più titoli che consentono già di per sé una prima importante diversificazione, impossibile da ottenere per un singolo risparmiatore, gli impatti negativi dovuti al fallimento di una singola azienda oppure di uno Stato, vengono di fatto contenuti ed annullati dalle migliori performance degli altri titoli presenti nel contenitore

 

–       I costi

 

I fondi comuni d’investimento non sono strumenti che oserei definire proprio a buon mercato, il mio consiglio quindi rimane quello di sempre cioè non fare da solo, chiedi sempre il parere di  un esperto, perché una buona gestione dei costi ti consentirà migliori rendimenti.

Se non hai un consulente di fiducia contattami liberamente, la prima consulenza è gratuita e non impegna certo nessuno di noi due, ma potrai toglierti in questo modo parecchi dubbi, al fondo dell’articolo troverai i miei riferimenti., me vediamo adesso le principali voci di costo presenti normalmente nei fondi comuni d’investimento.

Commissione d’ingresso: Detta anche commissione di sottoscrizione, viene pagata al momento del primo versamento.

In genere è inversamente proporzionale all’entità del proprio investimento (più si investe, meno si paga) ed è più elevata per i cosiddetti fondi azionari rispetto a quelli bilanciati. Esistono anche dei fondi che non prevedono una commissione di ingresso: sono i cosiddetti fondi no load

Commissione di gestione: Costo sostenuto dal fondista per la gestione del fondo. È calcolata su base annua, ma in genere corrisposta a cadenza semestrale, trimestrale o mensile.

Commissione di performance: Commissione non sempre presente, comporta il pagamento di una quota se il fondo supera una certa soglia di rendimento, fissata in partenza, allo scopo di premiare il gestore per la sua abilità.

Commissione di uscita: Commissione che si paga al momento delle liquidazione di tutte o parte delle quote in possesso al fondista.

Commissione di Switch: Si paga quando abbiamo il passaggio da un fondo ad un altro che prevede quindi la liquidazione con contestuale riacquisto di quote.

–       Le tasse

Anzitutto è bene precisare, che i fondi comuni d’investimento non vanno inseriti in dichiarazione dei redditi perché sono le società d’investimento che prelevano direttamente il denaro come ritenuta e provvedono al versamento allo Stato.

L’aliquota sulle plusvalenze (Capital Gain) la tassazione sull’incremento di valore della quota nel momento in cui viene venduta, rispetto al valore iniziale alla data di acquisto, attualmente è del 26% nel caso il fondo investa in titolo azionari od obbligazionari.

Se il fondo investe in soli Titoli di Stato la tassazione è del 12,50%, nel caso del fondo comune che investe sia in titoli corporate (societari) azioni od obbligazioni, ma contestualmente  anche in titoli di stato, allora la tassazione sarà una media che rispecchi le percentuali dei diversi titoli presenti in portafoglio.

–       I benefici del fondo comune

Anzitutto con il fondo comune di investimento si sfruttano le competenze specialistiche dei gestori e dei loro team, per ottenere una gestione professionale che altrimenti da solo non potresti mai avere, unendo le forze insieme ad altre migliaia di fondisti potrai accedere a quei mercati altrimenti preclusi ai piccoli e medi risparmiatori.

Potrai fare una seria politica di diversificazione, pertanto si elimina il rischio specifico, che avresti tutto sulle spalle nel caso di acquisto di un singolo titolo.

Potrai finalmente pianificare i tuoi risparmi spalmandolo su diversi fondi, che abbiano delle durate di vita (duration) coerenti con i tuoi personali progetti di vita.

Sicurezza garantita da un sistema molto rigido di controlli, perché oltre a quelli interni alle SGR, vi sono quelli esterni affidati alle società di revisione e poi quelli pubblici esercitati da Consob e Banca d’Italia.

Avrai inoltre la garanzia offerta dal fatto che sia i denari dei fondisti che le quote dei titoli del fondo, saranno depositati presso una Banca terza detta banca corrispondente, che ti proteggerà da eventuali (anche se molto improbabili) default, sia della società di gestione, che anche della banca terza, in quanto sia le quote che i denari non partecipano al bilancio della banca perché depositati in custodia quindi non di proprietà.

–       Protezione del risparmio da eventuali aggressioni esterne

I fondi comuni d’investimento non rientrano nella normativa sul Bail In quindi in caso la tua banca dovesse attivare tale procedura, i tuoi risparmi non verrebbero intaccati.

Nel caso volessi proteggerti da eventuali prelievi forzosi oppure patrimoniali varie, ipotesi piuttosto estrema certo, ma sempre probabile, non ti basterà altro che investire in euro oppure in altra valuta estera, questo ti proteggerà in caso di eventuale uscita dal circuito euro, perché i titoli denominati in valuta estera non possono essere rinominati in quella nuova.

Inoltre per maggiore garanzia nei tuoi confronti, puoi assicurarti che il fondo comune, sia di diritto estero ad esempio Lussemburghese (lo sono quasi tutti i fondi) lo potrai dedurre facilmente guardando la targa del fondo il codice chiamato ISIN, premurati di verificare che inizi con la sigla LU.

–       Possibilità di accedere a piccoli passi

I fondi ti offrono la possibilità, anche in caso di piccoli risparmi, di poter accedere per gradi a piccoli passi, con quella che si chiama formula PAC (Piano di Accumulo Capitale), che consiste in versamenti periodici di un importo prefissato, ad esempio 100 euro, in questo modo potrai mediare sul valore della quota.

Per capire meglio guarda il mio video: Come funziona il Piano di Accumulo Capitale

L’utilizzo di uno o più fondi comuni d’investimento è un sistema semplice per poter accumulare, nel tempo, dei risparmi degni di nota anche con piccole somme un esempio:

Ipotizziamo di versare sempre e solo 100 euro ogni mese:

100 x 12 = 1.200 euro/anno interesse medio composto 4% dopo 15 anni

Dopo 15 anni anziché avere in tasca 18.500,00 ti ritroverai la bellezza di 25.889,91 euro!

 

–       Conclusioni

 

I fondi comuni d’investimento sono ottimi strumenti con cui poter concretamente dare al tuo portafoglio una vera diversificazione che ti metta al riparo dai rischi insiti in ogni strumento finanziario, ti permette l’accesso a mercati altrimenti preclusi ai piccoli e medi risparmiatori, con relativi vantaggi in termini di rendimenti, ti consente anche una discreta protezione anche in caso di default di crisi finanziarie e possibili manovre tipo patrimoniali o bail in, certamente tutto molto bello e tutto molto vero.

Però mi raccomando, fai tanta attenzione, non fare da solo fatti aiutare, consulta il tuo consulente finanziario di fiducia prima di selezionare uno o più fondi d’investimento, parla con lui spiegagli per filo e per segno quali sono i tuoi obiettivi di vita, perché stai risparmiando, in pratica nel breve, medio e lungo periodo lascia che sia lui a prendersi il mal di pancia di andare a selezionare i fondi più idonei per te. prudenza non è mai troppa in questo campo.

Hai letto fino a qui eccellente! Adesso però dimmi la tua, pensi che l’utilizzo di uno o più fondi comuni possano aiutarti nel gestire meglio i tuoi risparmi?

Non possiedi un consulente di fiducia con cui parlare ed ottenere dei consigli personalizzati?

Nessun problema, CONTATTAMI SUBITO ed esponimi i tuoi bisogni, la prima consulenza è gratuita, due parole non impegnano nessuno di noi due, ma possono fare molto per te.

A presto