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17 Mar 2017

I 6 Indicatori da considerare (PRIMA) di scegliere una Banca!

Hai la certezza assoluta che la banca presso la quale hai in custodia i tuoi risparmi sia effettivamente solida?

Se ne hai l’assoluta certezza allora NON leggere questo articolo, vuol dire che sei un professionista della finanza, o siedi nel consiglio di amministrazione ed hai sottomano il bilancio consolidato oppure il piano industriale (magari lo hai scritto tu).

Se invece sei un normale cliente che svolge semplicemente un altra professione, allora…

E’ meglio che leggi questo articolo!

Prima di scegliere una banca, si dovrebbe valutare il suo effettivo stato di salute, se sia quindi solida, ma non solo oggi, bisogna capire anche se possiede i numeri per continuare a rimanere solvibile anche nei prossimi anni.

Al di là dei mirabolanti annunci pubblicitari devi entrare in possesso di numeri oggettivi che sappiano fornirti indicazioni chiare e sintetiche.

Devi sapere che esistono svariati indicatori che, se analizzati separatamente ognuno ti darà una risposta ma avrai sempre una visione parziale, mentre se analizzati e messi insieme ti forniranno un quadro completo della situazione effettiva nel breve nel medio e nel lungo periodo.

Soltanto mettendo insieme diversi fattori oggettivi potrai avere una visione d’insieme coerente e razionale.

Adesso andiamo a vedere insieme alcuni dei più important indicatori che ti potranno guidare nella scelta, anzitutto il più famoso, almeno quello più propagandato il Common Equity Tier 1 meglio conosciuto come CET1.

1 – Il CET 1

Il Common Equity Tier 1 è venuto alla ribalta del grande pubblico all’inizio del 2016 a seguito dell’entrata in vigore del Bail In, la famosa normativa europea sulla risoluzione delle crisi bancarie.

Lasciando per un attimo da parte gli strabilianti annunci di quasi tutte le banche Italiane che pare gareggino a chi la spara più grossa, vediamo con calma di cosa si tratta, il Common Equity Tier1 Ratio indica il:

Rapporto fra il Capitale ordinario versato della Banca e le sue Attività Ponderate per il Rischio (mutui, finanziamenti alle imprese, titoli in portafoglio etc…).

E’ un rapporto espresso in percentuale, dove al numeratore mettiamo il capitale della Banca e a denominatore le Attività rischiose.

Indica quanto il capitale proprio della Banca è in grado di far fronte ad un eventuale fallimento delle sue attività rischiose, quindi più’ questo rapporto è alto più la Banca è solida ne consegue che il capitale della Banca ha la capacità di far fronte a eventuali buchi creati dalle sue attività rischiose.

La BCE ha stabilito che il livello minimo oltre il quale il Capitale della Banca è sufficiente per far fronte alle proprie attività rischiose il 10,5% al di sotto del quale è meglio che ti cominci a porti qualche domanda…

Il CET1 infatti è paragonabile ad una fotografia, una istantanea di quel preciso momento, ma purtroppo possiede un limite importante:

Ha poco valore prospettico

Interessante certo ma non determinante perché in quanto risparmiatore voglio sapere se la mia banca non solo se è solida oggi ma se lo sarà anche nei prossimi anni!

Quindi bisogna per forza andare a guardare altre variabili che possono dirmi qualcosa in più sulla solidità nel lungo periodo della banca che ho preso in esame.

2 – La redditività

La Banca che stai prendendo in esame:

  • Produce utili?
  • Stacca dividendi coerenti?

Utili risicati, oppure dividendi non coerenti, ad esempio esageratamente sostanziosi oppure troppo bassi, sono segnali che qualcosa non funziona, le cause possono essere molteplici, dalla struttura elefantiaca e costosa, ad operazioni speculative che stanno erodendo il capitale, financo l’incompetenza del management stesso.

Questi fattori negativi, se sommati insieme nel tempo andranno ad erodere il capitale della Banca con la conseguenza di abbassare il valore del CET1

Quindi valuta questo indice insieme al CET1

Ma non finisce qui, a questo punto ti dovresti porre una domanda…

3 – Come impiegano i miei soldi

Altra domanda, o meglio la domanda da porsi è proprio questa.

La qualità degli impieghi o meglio di come la Banca sta usando il mio denaro non è cosa da poco e qui entrano in campo i famigerati NPL (Non Performing Loans) tradotto, crediti deteriorati o più semplicemente finanziamenti non ripagati!

Purtroppo negli ultimi anni nelle “pance” di quasi tutte le banche italiane si sono accumulati troppi NPL che hanno impattato pesantemente sui bilanci, vedasi il caso MPS, quello delle Banche Venete e via discorrendo, fino a diventare una piaga generalizzata che non risparmia nessuno; la stessa Unicredit, appena uscita per fortuna vittoriosa dal più grande aumento di capitale della storia italiana, se l’e’ vista brutta a causa di questo problema!!

Questo problema rappresenta infatti il denominatore, quel numero che se troppo elevato fa crollare il valore del CET1

Unicredit ha dovuto cercare i soldi sul mercato per aumentare il proprio capitale (il numeratore) altrimenti non sarebbe riuscita a superare la soglia del 10,5%.

Quindi il CET 1 mi fa una istantanea ad oggi, i dividendi e gli utili mi forniscono altre indicazioni, uno sguardo agli impieghi alla massa degli NPL presenti in bilacio mi consente una visione più dettagliata, ma fra 1 anno come potrebbe evolversi la situazione? Anche qui abbiamo un indicatore, poco conosciuto fra il grande pubblico ma che se osservato con la dovuta attenzione, ti eviterà delle sgradevoli sorprese.

4 – Unexpected Loss 1 Year (UNL1Y)

Si tratta di un indice che ci comunica il rischio default da oggi ad 1 anno di qualsiasi emittente.

Anche qui abbiamo un numero espresso in percentuale, che deve essere il più basso possibile ma se superiore partendo da una soglia minima di riferimento è meglio che cominci a prendere provvedimenti tipo pensare seriamente di cambiare Istituto!

La soglia minima di Alert è il 15%

Si è assunto come alert la soglia del 15% del rischio default ad 1 anno in quanto nel 2008, 6 mesi prima del default di Lehman Brothers negli Stati Uniti, che ha dato il via alla grande crisi, questo indice, che tutti ignoravano, a differenza degli altri indici patrimoniali che segnalavano una banca in estrema salute, indicava appunto un rischio default per Lehman del 15% da lì ad 1 anno.

Se si fosse dedicata la dovuta attenzione a questo indice molti risparmiatori si sarebbero salvati

Anche qui abbiamo aggiunto un altro tassello importante ora abbiamo l’istantanea (il CET1) abbiamo indicazioni sulla gestione (dividendi e utili) possediamo informazioni sugli impieghi (NPL) abbiamo una proiezione da qui ad 1 anno (UNL1Y) ora ci servono informazioni sull’effettivo stato patrimoniale che troveremo con il prossimo indicatore.

5 – Il Texas Ratio

Questo numero indica il rapporto fra i crediti lordi deteriorati (NPL) e la somma fra il patrimonio tangibile e gli accantonamenti dell’Istituto di Credito.

NPL (Lordi) / Patrimonio + Accantonamenti

Se il risultato di questo rapporto è inferiore a 100 (quindi il patrimonio della Banca e’ superiore ai crediti deteriorati) la Banca può considerarsi solida, se è superiore invece la situazione è problematica e vi è bisogno di capitale aggiuntivo.

< 100 = Banca Solida

> 100 = Banca da ricapitalizzare

Questo dato affiancato al CET1 indica in maniera dettagliata la capacità di un Istituto di far fronte ai propri crediti deteriorati, essendo più specifico in quanto il patrimonio netto tangibile corrisponde al capitale meno le immobilizzazioni immateriali (quello che in realtà si riesce a spendere per eventualmente ripianare le falle).

Ed ora l’ultimo ma non ultimo per importanza il Rating:

6 – Il Rating

Il Rating è un giudizio sintetico espresso da delle società specializzate (Standard &Poor’s, Moody’s, Fitch) che vanno a valutare lo stato di salute di un determinato emittente sia esso una Società, un’ Azienda, financo uno Stato.

Formato da una serie di lettere è indicatore della solvibilità o meno a breve, medio o lungo periodo dell’emittente preso in esame.

 

 

Si va da un massimo di AAA indicatore di solvibilità assoluta nel breve, medio e lungo periodo, fino alla lettera C oltre il quale vi e’ il default.

Quindi il mio consiglio torna ad essere: CET1? Certo assolutamente, ma come parte integrante di una analisi complessiva fatta tenendo conto anche di tutti gli altri fattori.

  • Rating
  • CET1
  • Utili e Dividendi
  • Impieghi (NPL)
  • Texas Ratio
  • Unexpected Loss 1 Year

Prendi tutti questi indicatori e mettili insieme, ti tracceranno un quadro sufficientemente completo della situazione patrimoniale e della effettiva solidità di una Banca, soltanto allora avrai tutti i dati oggettivi per poter prendere una decisione ponderata e razionale.

Non dimenticare mai che le Banche NON sono tutte uguali!

Ma adesso dimmi la tua, pensi che un’analisi di tutti questi indicatori ti potrà essere utile per scegliere una banca oppure lo giudichi tempo perso?

Dimmi cosa ne pensi nei commenti, sarò lieto di poterti rispondere.

A presto

MAURO

P.S.

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