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02 Nov 2018

Mercati e Risparmio, la regola d’oro che TI RIGUARDA!

Nei mercati finanziari esiste una regola d’oro, sconosciuta alla maggior parte dei risparmiatori, non seguirla porta a conseguenze negative.

Non è sicuramente un momento facile per l’Italia e per i risparmiatori; Rating giù, a un pelo dalla “spazzatura”, dispute tra Governo e Commissione UE, crescita dei tassi d’interesse e dello spread, Il Primo Ministro Conte che chiede a Trump e a Putin di impegnarsi a comprare i nostri titoli di Stato e tanto tanto altro ancora.

Risultato? Molta paura e soprattutto, a mio parere, manca una capacità critica di lettura della situazione attuale che possa aiutare il risparmiatore ad orientarsi meglio, cerchiamo allora di fare chiarezza.

Partiamo da un Assioma: un assioma (fonte WIKIPEDIA) “è una proposizione o un principio che è assunto come vero, perché ritenuto evidente o perché fornisce il punto di partenza di un quadro teorico di riferimento”.

Eccoti quindi la Regolina d’oro:

– Perché parto da qui?

Perché questa regola fa parte a pieno titolo del “bignamino” dell’ ABC della Finanza e trovo strano che Primi Ministri e Governanti l’abbiano sottovalutata o addirittura dimenticata. Se invece non la conoscono, sarebbe il caso che qualcuno gliela spieghi ed in fretta! Il momento che stiamo attraversando infatti, ruota tutto intorno a questa regolina semplicesemplice.

Gli investitori, oggi, scappano dal rischio Italia. scappare, in termini finanziari, significa Vendere!

Perché si vende come se non ci fosse un domani e cosa accade sul mercato quando si vendono in massa i nostri Titoli di Stato, i nostri tanto amati BTP & Co?

Rispondo alla prima parte della domanda con un’altra domanda, presteresti dei soldi a qualcuno sapendo che molto probabilmente non te li restituirà? La risposta è palese …

Quindi, gli investitori vendono perché aumenta il rischio che i soldi prestati all’Italia, non vengano restituiti, da qui inizia una catena di eventi, un circolo vizioso molto pericoloso che funziona in questo modo:

  1. Salgono i rendimenti – La vendita massiccia di titoli che fa seguito ad una repentina diminuzione della domanda (nessuno li vuole), quindi, come accade per qualsiasi bene sul mercato (pensiamo al nostro amato mattone, per rendere appetibile la mia casa che nessuno vuole, devo abbassare il prezzo e renderla un’opportunità profittevole!) i prezzi scendono ed i rendimenti salgono, per rendere i titoli più appetibili e sperare che qualcuno li compri.

Per alcuni sarà un’ovvietà, per molti non lo è:

Il rendimento e il prezzo delle obbligazioni sono legati da una relazione inversa.

2. Sale lo spread – Se i rendimenti dei BTP salgono, s’allarga anche lo spread con i titoli tedeschi, che in questi casi di norma scendono perché gli investitori corrono ad acquistare obbligazioni di teutonica solidità.

Esempio: Vicino alla mia casa hanno da poco costruito un inceneritore, mentre nei pressi di quella del mio amico Gianni, hanno costruito un parco, con un laghetto ed una pista ciclabile. La differenza fra il valore della mia casa e quella di Gianni aumenterà perché ci sarà più domanda per la casa di Gianni rispetto alla mia!

3. Calo del valore di mercato dell’investimento – Se si hanno titoli come i BTP in portafoglio, la salita dei rendimenti comporta un calo del valore di mercato, dunque una minusvalenza potenziale, che si realizza se si vende (la mia casa, ahimè, varrà sempre meno sul mercato rispetto al prezzo a cui l’avevo comprata!).

4. Credit-crunch – Poiché i bilanci delle banche italiane sono farciti di titoli di Stato, se il loro prezzo cala si deteriorano i bilanci. E se il deterioramento è significativo, le banche sono costrette dalla normativa (che richiede un intuibile equilibrio tra voci dell’attivo, come gli investimenti in BTP, e voci del passivo, come i crediti erogati) a ridurre mutui e finanziamenti. Si chiama credit-crunch: è l’incepparsi del credito, motore dell’economia in cui viviamo. Per la legge della domanda e dell’offerta, riducendosi l’offerta di credito, tende ad aumentarne il prezzo: cioè il tasso d’interesse pagato da chi s’indebita.

5. Peggiora il nostro Rating – Folle di esperti dell’ultima ora sottolineano quanto poco obiettive siano le agenzie di rating, e quante cantonate abbiano preso in passato, in parte è vero, peccato che sia del tutto irrilevante.

Infatti, la cosa certa è che l’eventuale futuro declassamento da titoli Investment Grade a “titoli spazzatura” (o junk, o High Yield, che suona meglio però non cambia la sostanza e l’odore) implicherebbe la vendita secca di titoli di Stato italiani a prescindere da questioni di merito sul giudizio delle agenzie di rating.

E si ricomincia da capo : gli investitori non si fidano e continueranno a vendere.

Tornando a dove eravamo partiti, e cioè dalla regola d’oro, ecco spiegato come determinate politiche che non ne tengano conto ( la costruzione dell’inceneritore vicino alla mia casa) rischiano di dare il via al circolo vizioso che potrebbe portare in ultima istanza verso scenari che spero, non si auguri nessuno (default /uscita dall’eurozona).

Ma vediamo un’ altro dato significativo, l’attuale CDS (Credit Default Swap) dell’Italia.

Esempio : Immagina di possedere una Fiat 500 ed essere residente a Mantova dove paghi un’assicurazione di 300 euro/anno. La stessa Fiat 500 pagherebbe lo stesso premio assicurativo se tu fossi residente a Napoli piuttosto che a Palermo? Assolutamente no: le Assicurazioni non ragionano per “campanilismi”, ma in base a statistiche: purtroppo gli incidenti d’auto sono molto più frequenti a Napoli e a Palermo piuttosto che a Mantova e di conseguenza, il premio per proteggerti dal rischio incidente che pagherai se fossi residente a Napoli o a Palermo sarebbe sicuramente più alto; ecco spiegato cos’è il CDS: un premio assicurativo, per proteggermi da cosa? Dal rischio default, che più aumenta, più aumenta il premio da pagare per assicurarsi.

Ecco l’andamento del CDS a 5 anni dell’Italia dalla nascita dell’attuale Governo (maggio 2018).

Ed ecco i premi contro il rischio default che oggi si paga per la Grecia , per la Spagna ed infine per la Germania.

Il premio che attualmente si paga per proteggersi dal default dell’Italia è molto più vicino al premio che si paga per proteggersi dal Default della Grecia, per la Spagna si paga addirittura 1/3 del nostro premio, non parliamo ovviamente della Germania, pertanto chi urla al complotto dei mercati, non ha capito un concetto molto semplice, cioè che:

Non esistono complotti!

Immagina per un attimo il gestore di un enorme fondo pensione Giapponese, sai quanto gli interessa di Salvini e Di Maio che stanno a migliaia di chilometri di distanza fisica e culturale? Semplicemente nulla! Se le prospettive del debito italiano peggiorano, le agenzie di rating emettono giudizi negativi, le ricerche consigliano di vendere titoli Italia, il gestore del fondo pensione giapponese schiaccia un bottone e vende, quello di non rischiare le masse di denaro che gli sono state consegnate in gestione è il suo lavoro punto. Il leggendario “mercato” funziona così.

In ogni caso, mantieni calma ed il sangue freddo, i rischi più grossi a cui possono andare incontro i nostri risparmi vanno da una patrimoniale (quando si inizia a dire che la “grande ricchezza degli italiani è il loro risparmio privato”, io inizio a preoccuparmi!) all’uscita dall’euro e quindi al ritorno alla lira (che significherebbe una svalutazione di almeno il 40%!) quindi che cosa fare? I metodi per mettersi al riparo esistono e sono alla portata di tutti, ne ho già parlato in questo mio video:

L’unica protezione dal rischio specifico (rischio Italia) e dal rischio valutario ( uscita dall’euro) è aver pianificato a monte, una corretta diversificazione di portafoglio, utilizzando, magari, strumenti non di diritto italiano come a titolo d’esempio, SICAV (la maggior parte sono di diritto irlandese o lussemburghese) o polizze vita possibilmente di diritto irlandese.

Per approfondire leggi anche il mio articolo: La chiave per proteggere i tuoi risparmi”

Hai letto fino a qui ottimo! Adesso però dimmi cosa pensi, secondo te, stiamo andando verso uno scontro frontale con l’Europa ? Pensi che un’uscita dall’Euro sia un’eventualità concreta?

Lasciami le tue risposte nei commenti, sarò lieto di conversare con te sul tema.

Se invece desideri espormi le tue domande in forma più riservata, contattami pure personalmente ti lascio qui di seguito i miei riferimenti, fare due parole non costa nulla ma può fare per te la differenza.

Tel: 0376 220190

mail: mauro.valentino@allianzbankfa.it

www.maurovalentino.com/contatti

A presto

18 Mag 2018

Clausole Azione Collettiva i Titoli di Stato Sono ancora Sicuri?

L’Italico popolo ha sempre avuto la passione per i Titoli di Stato considerati come investimento sicuro, ma è davvero ancora così?

 

Titoli di Stato, Obbligazioni Governative, Titoli del debito o se vogliamo fare i fighetti, Foreign Bond, sono titoli emessi dallo Stato per sovvenzionare le proprie spese.

Chi li acquista ha diritto a ricevere degli interessi con cadenza periodica (cedole) ed allo scadere del prestito, ha diritto di ricevere indietro il denaro investito. Noi cittadini/risparmiatori diventiamo quindi creditori nei confronti dello Stato.

In Italia i Titoli di Stato Bot, BTP, CCT, CTZ, Buoni Postali Fruttiferi ecc. hanno negli anni acquisito fama di investimento sicuro, tanto da divenire uno dei due pilastri su cui si è concentrato il risparmio degli Italiani dal dopoguerra ad oggi.

Purtroppo dal 2013 le regole sono cambiate e questa certezza si è ridimensionata, ma prima di addentrarmi nella tematica ci tengo a sottolineare che non esistono investimenti privi di rischio, minore o maggiore il rischio c’è sempre, ma non solo, esso è indissolubilmente legato al rendimento, maggiore il rendimento maggiore il rischio, spero che questa semplice legge immutabile della finanza ti sia chiara prima di proseguire il nostro discorso.

Clausole di Azione Collettiva (CACS) sono state introdotte dal MEF, Ministero Economia e Finanze con decreto n° 96717 del 7 dicembre 2012 pubblicato in GU 18 dic 2012 operativo da 1 gennaio 2013, come parte integrante del trattato ESM (European Stability Mechanism) e del trattato sul Fiscal Compact, pertanto si tratta di normative applicate in tutta l’area Euro. 

Per approfondire ti lascio i link ai trattati: 

 

CACS

ESM 

FISCAL COMPACT  

 

Come ho detto, l’Italico popolo ha una passione direi quasi viscerale per 2 cose:

 

  • Il Mattone
  • I Titoli di Stato

 

Anche se in questi ultimi anni le cose cominciano a muoversi verso altre direzioni, resta il fatto che la stragrande maggioranza dei risparmiatori italiani resta ancorata a queste colonne portanti come evidenzia chiaramente questo diagramma.

 

 

Ma perché i Titoli di Stato hanno un così grande appeal verso il risparmiatore italiano? Le risposte sono molte, ma la più importante a mio avviso, rimane quella del fatto che il risparmiatore italiano anzitutto semplicemente non si fida e vede nello Stato la sua ancora di salvezza, in un mondo (la finanza) di cui non comprende appieno i meccanismi ed è terrorizzato (sovente con ragione) dall’utilizzo di strumenti che potrebbero mettere a repentaglio i propri sudatissimi risparmi. Lo Stato rappresenta, per il risparmiatore medio, la garanzia di restituzione del capitale, ovvero di non perdere i propri sudati risparmi, rende poco? Non è un problema, l’importante è che il patrimonio sia sicuro.

 

“Io voglio un investimento che sia sicuro”

 

Recita la frase tipica che negli anni mi sono sentito ripetere innumerevoli volte, ma devo essere onesto con te, ti devo comunicare una notizia che so non ti piacerà, con l’introduzione delle Clausole di Azione Collettiva viene a mancare la certezza dello Stato come fonte finale di salvaguardia del nostro risparmio, il concetto di investimento sicuro comincia a scricchiolare.

 

I Titoli di Stato de facto non sono più garantiti dallo Stato al 100%

 

Spero vorrai perdonare il gioco di parole, ma la realtà è proprio questa, i Titoli di Stato non sono più da considerarsi un investimento sicuro a prescindere, fattene una ragione di vita ed andiamo avanti nella disamina.

Le Clausole di Azione Collettiva, nonostante il nome simpatico, nulla hanno a che vedere con le class action dei comuni cittadini intentate contro le multinazionali o gli Stati, sono in realtà parte del Trattato ESM il cui scopo è quello di consentire a Nazioni in difficoltà di poter ristrutturare il proprio debito, e fra le varie modalità è stata inserita anche la quella d’intervenire direttamente sui Titoli di Stato, ma in che modo?

 

  • Le CACs nel dettaglio

 

Le Clausole di Azione Collettiva consentono all’emittente del titolo, lo Stato in questo caso, nel caso di conclamata difficoltà (default) di rinegoziare le condizioni contrattuali stipulate a suo tempo; lo Stato quindi ed i grandi investitori istituzionali (Istituti bancari/Assicurativi e Fondi) si riservano pertanto una libertà quasi assoluta di manovra, in questo senso.

 

Si potranno rivedere scadenze, importi, cedole, tassi e valuta

 

Questo incrina fortemente, a mio avviso, il concetto leggendario di investimento sicuro di cui sono ammantati i Titoli di Stato.  Per essere sicuro che tu abbia compreso, adesso ti faccio una lista sintetica delle operazioni che uno stato (di concerto con la maggioranza dei possessori di Titoli di Stato) potrebbe intraprendere su un eventuale titolo emesso dopo il 1 gennaio 2013.

 

  • Posticipare la data di scadenza
  • Ritardare il pagamento delle cedole
  • Decurtare il pagamento di cedole e rimborsi
  • Cambiare il metodo di calcolo dei pagamenti
  • Cambiare la valuta di pagamento

 

  • Non disperiamo ci sono dei limiti

Non è che siamo finiti tutti in mano ad un branco di satiri, esistono dei limiti, anzitutto le CACS possono essere applicate soltanto su titoli emessi successivamente al 1 gennaio 2013, pertanto sulle emissioni precedenti non saranno applicate; inoltre hanno valore soltanto su emissioni superiori ai 12 mesi i BOT quindi sono esclusi, inoltre la decisione finale spetta allo Stato, previo il consenso della maggioranza dei detentori i titoli in questione.

In caso di applicazione delle Clausole di Azione Collettiva non verranno colpiti tutti i titoli di Stato, bensì potranno essere applicate al massimo sul 45% dell’ammontare totale dei Titoli emessi in uno specifico anno, questa norma ricade sotto quella che viene eufemisticamente chiamata tutela parziale.

Inoltre affinché le CACs vengano applicate, ci deve essere il consenso a maggioranza di almeno il 75% oppure dei ⅔ dei detentori dei titoli pubblici, la domanda a questo punto è, chi sono? In questo caso si fa riferimento in particolare a Banche, Assicurazioni e Fondi, sono loro infatti a detenere la stragrande maggioranza dei titoli nelle loro “pance”. Qui sorgerebbe il tema della preponderanza contrattuale di Stato ed Investitori istituzionali nei confronti dei privati cittadini, ma questa è un’altra storia, magari la potremo approfondire insieme nei commenti.  

Riepilogando quindi, affinché le CACs possano diventare operative devono sussistere conclamate condizioni di insolvenza (default) da parte dello Stato, inoltre hanno i seguenti limiti:

 

  • Applicate solo a titoli emesso dopo il 1 Gennaio 2013
  • Solo per Titoli con scadenza superiore ad 1 anno (i Bot sono esclusi)
  • Possono essere applicate al massimo sul 45% delle emissioni di uno specifico anno
  • Consenso maggioranza di almeno il 75% oppure i 2/3 dei detentori i Titoli

 

Il dubbio però mi viene pensando, chi sarà mai il possessore del 45% dei titoli sul totale delle emissioni di uno specifico anno? Ai posteri, ed anche a te, l’ardua sentenza.

 

  • Attenzione anche ai BTP Italia

 

Le clausole di cac sono applicabili anche sui famosi BTP ITALIA,  titoli indicizzati all’inflazione italiana che possono essere acquistati online, hanno un rendimento minimo, una protezione dalla deflazione e niente commissioni bancarie, se poi te lo tieni fino alla scadenza c’è un premio, ora tutto questo è seriamente messo in discussione nel caso, molto remoto e malaugurato di applicazione delle CACs.

Ti faccio cortesemente notare che tutti i Btp Italia a partire dal 1 gennaio 2013 sono sottoposti alle clausole CACS, non ci credi?

Puoi facilmente verificarlo da qui (ci sono elencati i Btp Italia in base alle scadenze) la clausola la trovi nella scorrendo la sezione: Sintesi dei termini e condizioni principali dei Titoli

 

 

A me piace pensare che le CACS siano state create come una sorta di extrema ratio, più che altro per tranquillizzare i mercati su eventuali rischi default di qualche paese dell’Eurozona, il pericolo che possano entrare in vigore è veramente minimo, il fatto stesso di ricorrere a queste clausole sarebbe di per sé una dichiarazione esplicita di default, ma comunque ci sono, esistono e bisogna tenerne conto in fase di pianificazione dei propri risparmi/investimenti.

Quello su cui ho voluto porre l’accento in questo articolo non è il fatto che tali clausole possano o meno essere attivate nel futuro prossimo, bensì un principio che il Trattato Europeo di Stabilità (ESM) ha definito, ovvero:

 

Il principio secondo cui i Titoli di Stato

non hanno più

la garanzia assoluta dello Stato

 

  • Che faccio allora, non investo più in Titoli di Stato?

 

Assolutamente non ti sto dicendo questo!

 

Il BTP come qualsiasi altro titoli di Stato, compresi i Buoni Postali Fruttiferi, trovano certamente il loro spazio all’interno di un portafoglio ben diversificato, come anche dei fondi che investano in Titoli di Stato di altri paesi, le CACS, te lo ripeto, sono procedure che per essere messe in campo ci si dovrebbe trovare un una situazione di default conclamata, che al momento non è plausibile, ma io personalmente non conosco il futuro e non so cosa accadrà da qui a 5 o 10 anni, il messaggio che voglio far passare è:

 

Non esiste un investimento privo di rischio!

 

  • Le cose che potresti fare fin da subito

Il mio suggerimento è quello di valutare molto attentamente ogni singolo euro che vuoi investire, possibilmente con il supporto di una guida esperta come un consulente finanziario, il quale possiede tutte le competenze, l’esperienza e soprattutto le informazioni necessarie per aiutarti a collocare al meglio i tuoi risparmi (compresi eventuali Titoli di Stato) rendendoli funzionali al conseguimento dei progetti di vita tuoi e della tua famiglia.

Un altro mio suggerimento è sicuramente quello di diversificare di non mettere, come si suol dire tutte le uova in un paniere, bensì di spalmare i tuoi risparmi su strumenti che investano in mercati differenti con caratteristiche diverse, anche in questo caso la presenza al tuo fianco di un professionista diventa indispensabile, grazie alla sua profonda conoscenza dei mercati potrai trovare le soluzioni più adatte ai tuoi scopi senza assumerti rischi eccessivi.  

 

Hai letto fino a qui ottimo!

 

Adesso sono curioso, hai acquistato dei Titoli di Stato negli ultimi 5 anni? Il collocatore ti ha mai parlato compiutamente delle clausole CACs?

Lasciami la risposta nei commenti, oppure ponimi le domande che ritieni necessarie per approfondire il tema, sarò lieto di poterti rispondere e dialogare con te.

Se poi desideri saperne di più, essere costantemente aggiornato, leggere i miei contenuti e visionare i video tutorial, non hai che da iscriverti alle newsletter oppure al mio canale YouTube, lo potrai fare cliccando qui sotto.

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YouTube: Mauro Valentino (Aperitivo con il Consulente)

A presto

 

Mauro