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07 Gen 2019

Scopri come funzionano i Fondi ETF

In questi ultimi anni fra i risparmiatori italiani si è fatta strada in maniera preponderante una relativamente nuova tipologia di fondi d’investimento, gli ETF.

 

Acronimo di Exchange Trade Funds, rappresentano una particolare tipologia di fondi Comuni d’investimento ma che rispetto ai loro cugini possiedono delle caratteristiche che li contraddistinguono:

 

  1. Possono essere negoziati come un normale titolo azionario.
  2. Sono a gestione passivaquindi il fondo si limita a replicare l’andamento di un indice borsistico (Benchmark) chiamato sottostante.

 

– La negoziazione:

Con gli Etf in ogni istante potrai conoscere il valore netto della quota, a differenza di un normale Fondo Comune d’Investimento il cui valore (NAV) viene reso noto soltanto a fine giornata e per disimpegnare delle quote possono volerci dei giorni al contrario, negli Etf la negoziazione avviene in tempo reale, esattamente come un qualsiasi titolo azionario scambiato sui mercati.

– La gestione Passiva:

La gestione passiva si limita di fatto a replicare un indice di borsa ma in che modo?

Il fondo acquista in proporzione rispetto all’indice prescelto i titoli in esso presenti, in questo caso parleremo di replica fisica, oppure ricorre all’utilizzo di strumenti derivatiquali gli Swap andandolo a ricreare in piccolo la stessa composizione dell’indice in questo caso si parlerà di replica sintetica.

Pertanto se acquisto quote di un Etf che investe sull’indice FTSE MIB e la sua performance per ipotesi, in un anno è del +10% anche il tuo Etf avrà di conseguenza un incremento molto simile.

Ti ho illustrato le 2 caratteristiche peculiari che rendono “diversi” gli Etf dai Fondi Comuni tradizionali, ora però voglio approfondire con te altri aspetti che rendono davvero intrigante questo tipo di strumento:

 

  • Costi
  • Flessibilità
  • Trasparenza
  • Liquidità
  • Diversificazione
  • Rischi

 

– I costi:

Proprio a causa della sua maggiore semplicità di esercizio i costi di un Etf sono di molto inferiori rispetto a quelli di un Fondo Comune Tradizionale a gestione attiva.

A monte avrai a disposizione il TER (Total Expense Ratio) indicatore che serve a valutare il costo complessivo annuo e che include i costi di gestione del fondo ed un’altra serie di costi come quelli di amministrazione, custodia, revisione ecc. l’ammontare del costo dipende dal tipo di indice che il fondo va a replicare e dalla politica dell’emittente del Etf, della società di gestione per intenderci.

A carico del risparmiatore abbiamo poi le commissioni di negoziazione, il cosiddetto spread denaro/lettera che è la differenza fra i prezzi in denaro (acquisto) e lettera (vendita) gli Etf più liquidi avranno spread più bassi.

Infine i costi di ribilanciamento che non sono dovuti alle politiche dello strumento, bensì a fattori esterni quali appunto il ribilanciamento degli indici borsistici che viene effettuato periodicamente dai provider (FTSE, MSCI, STOXX ecc.) quando vengono inserite o tolte delle società, il flusso di titoli in entrata o in uscita negli indici può comportare una piccola variabilità nei costi complessivi.

– Diversificazione:

In una sola, semplice operazione si può ottenere un’efficace diversificazione rispetto all’acquisto di uno o più titoli acquistati separatamente.

Un investimento in Etf ha, rispetto al medesimo investimento in azioni, una sola ma determinante differenza, quando acquista un’azione il risparmiatore partecipa direttamente al capitale della società emittente, assumendosi di conseguenza tutti i rischi connessi.

Con gli Etf ti sarà consentito di avere un’esposizione immediata anche verso centinaia di titoli in un colpo solo come può essere il caso di un Etf sullo S&P 500 oppure sull’indice MSCI WORLD, utile sarebbe anche ripartire i risparmi in diversi Etf che puntino su diverse asset class permettendoti di avere una diversificazione strategica straordinaria.

 

Fonte: iShares

– Trasparenza:

Gli ETF si distinguono rispetto a molti altri strumenti finanziari per avere una grande trasparenza, perché ti permettono di monitorare in tempo reale l’andamento del fondo.

La possibilità della negoziazione continua ti permette di conoscere il valore di mercato dello strumento in ogni istante, cosa che non accade con i fondi tradizionali in quanto il valore della quota (NAV) viene determinato solo a fine giornata.

– Liquidità:

Essendo gli Etf trattati come titoli azionari, essi verranno acquistati e venduti durante la giornata di contrattazione ad un prezzo sempre conosciuto, pertanto lo scarto fra il prezzo di acquisto (denaro o Bid) o quello di vendita (lettera o Ask) viene ridotto al minimo, grazie alla presenza di operatori professionali che apportano costantemente liquidità nel sistema per renderlo il più stabile possibile e sono soggetti a precisi obblighi, sia in termini di quantità minima da esporre in acquisto o in vendita, sia per quanto concerne la differenza percentuale massima fra il prezzo denaro (bid) che quello lettera (ask) quindi la liquidità disponibile non dipende soltanto dai volumi, ma è garantita anche dagli operatori professionali.

– Flessibilità:

Gli Etf sono strumenti particolarmente semplici da utilizzare anche per un risparmiatore alle prime armi e con risorse più limitate, e che consentono però l’accesso a mercati altrimenti preclusi ai piccoli e medi risparmiatori.

Si adattano perfettamente a tutti gli orizzonti temporali derivanti dai tuoi personali progetti di vita, a partire dal breve e brevissimo periodo, fino a quelli più articolati del medio / lungo periodo 5 – 7 10 anni ed oltre.

– I Rischi:

Come TUTTI gli strumenti finanziari, anche gli Etf non sono esenti da rischi, anche se in misura decisamente inferiore rispetto ad altri strumenti similari.

Anzitutto devi sapere che le variabili macroeconomiche e le conseguenti dinamiche del mercato influiscono sugli indici e di conseguenza vanno ad incidere sui rendimenti di un Etf, i rischi più comuni sono:

Rischio mercato: gli Etf hanno come obiettivo quello di replicare un indice sottostante al netto dei costi (commissioni) del fondo. Quindi se il valore dell’indice aumenta aumenterà di conseguenza anche il tuo Etf e viceversa, se l’indice scende anche l’Etf essendo a gestione passiva lo seguirà fedelmente. Per limitare questo rischio ti sarà sufficiente prendere posizione su più Etf che seguano indici e mercati differenti e possibilmente poco correlati fra loro.

Rischio valutario: rischio tipico di quando si acquistano strumenti in valuta diversa dalla nostra, ci si espone alle fluttuazioni dei cambi, questo rischio si risolve o valutando attentamente l’acquisto di più Etf che si compensino fra loro oppure ricercando quelli che abbiano politiche di Hedging a copertura appunto di questo tipo di rischio.

Rischio controparte: Alcuni Etf per replicare un indice fanno ricorso a strumenti derivati come gli Swap, in questo caso si chiamano Etf sintetici, gli swap però incorporano il rischio controparte, che in caso d’insolvenza di una delle controparti il fondo potrebbe accusare perdite. Tale rischio si gestisce o addirittura si annulla se il gestore del fondo versa un collaterale a garanzia sufficientemente ampio.

– Conclusioni

Gli ETF hanno la funzione di mattoni del tuo portafoglio potranno essere utilizzati da soli, oppure congiuntamente ad altri strumenti quali le Polizze Unit ad esempio, per garantirti le maggiori chance possibili di concretizzare i tuoi progetti di vita ed al contempo proteggere efficacemente i tuoi soldi.

Uno strumento relativamente semplice quindi, poco costoso ed alla portata di qualsiasi portafoglio, anche in questo caso il mio consiglio rimane quello di sempre, prima di muoverti chiedi consiglio ad un esperto (se non ti avvali dei servizi di un consulente finanziario Contattami, un suggerimento non lo nego mai a nessuno) perché se da un lato lo strumento è relativamente semplice da utilizzare dall’altro selezionare quello/i giusto/i è un compito molto più arduo di quello che potrebbe sembrare a prima vista, perché richiede competenze specifiche nonché l’accesso ad informazioni sui mercati che non sono di facile reperibilità per il risparmiatore.

Ma adesso dimmi la tua, hai mai pensato di usare un Etf ?

 

Ne vuoi sapere di più sul mondo degli Etf?

CONTATTAMI!

Un buon consiglio non lo nego mai a nessuno.

05 Gen 2018

Conto Deposito Titoli ma quanto costa VERAMENTE?

In quanto cliente di una banca se hai intenzione di acquistare dei Titoli di Stato, oppure delle azioni od obbligazioni, devi sapere che per poterlo fare è necessaria l’apertura di un apposito conto denominato conto deposito titoli o più comunemente dossier titoli.

Si tratta di un contenitore all’interno del quale, verranno inseriti i titoli che intenderai acquistare o vendere; la procedura di apertura varia da banca a banca, molte ad esempio, lo attivano contestualmente all’apertura di un conto corrente (se non acquisti titoli non lo paghi) per una questione di comodità, nel caso il cliente possa decidere in seguito all’apertura di un conto di effettuare operazione di compravendita titoli, il contenitore è già pronto.

– Occhio alle spese!

Possedere un Conto Deposito Titoli comporta delle spese ovviamente, a questo punto ti consiglio caldamente di leggere con molta attenzione la nota informativa dove sono inserite tutte  le spese previste per il conto titoli in questione.

Perché oltre a delle spese fisse come l’imposta di bollo (tassa dello Stato) tutte le altre spese, per la tenuta del conto, le commissioni di acquisto o vendita titoli ecc. possono variare ed anche di molto!

Leggi sempre con estrema attenzione la nota informativa

Cominciamo dalla parte che potremo definire fissa ovvero le tasse, in questo caso saranno uguali per il dossier tu decida di aprire presso qualsivoglia intermediario.

  1. Imposta di bollo ad oggi è dello 0,20% del valore di mercato dei titoli in essere nel dossier
  2. Tassa di 34,20 Euro per giacenze superiori ai 5.000 euro

Ricorda che l’imposta di bollo di euro 34,20 sul conto deposito titoli si va a sommare a quella, sempre di euro 34,20 sul conto corrente bancario, diventando la bellezza di 68,40 euro / anno!

A questo dovrai aggiungere un canone per la tenuta del conto deposito titoli, eventuali spese di custodia e ricordati anche che ogni volta che effettui operazioni di acquisto vendita un titolo pagherai una percentuale che potrà essere fissa o variabile a seconda del controvalore investito e qui ogni Banca fa il suo prezzo, le cui differenze possono essere notevoli!

 

 

 

 

– Come si calcola l’imposta di bollo? 

L’imposta di bollo conto deposito 2018 si calcola in base al valore di mercato dei titoli presenti nel conto deposito, ma in assenza di questo dato, si fa riferimento al valore nominale o di rimborso dei prodotti finanziari al 31 dicembre di ciascun anno di imposta.

Ai fini di calcolo del bollo costo depositi, le banche e gli intermediari, si basano quindi sull’intero anno e l’imposta è rapportata al periodo rendicontato per le comunicazioni inviate periodicamente, in caso di chiusura del rapporto finanziario o di apertura nel corso dell’anno.

In definitiva i miei consigli di oggi sono tre:

  1. Leggere con estrema attenzione la nota informativa
  2. In caso di dubbi chiedere spiegazioni all’impiegato o al consulente
  3. Valutare 2 o 3 Banche diverse prima di decidere

Adesso però tocca a te, hai mai letto le condizioni del tuo conto titoli?

Sai esattamente quanto stai spendendo per gestire i tuoi titoli di stato e le tue obbligazioni?

Che resti fra noi (non è per tutti) io ho una possibile alternativa, LEGGI QUI