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28 Dic 2018

Strumenti Finanziari quali e quando Usarli!

Ogni strumenti finanziario viene concepito con degli scopi precisi sia in ordine di rendimenti di durata nel tempo, e diverso grado di rischio, i quali dovrebbero in teoria (meglio se anche in pratica) coincidere con le TUE personali esigenze di risparmio.

Primo passo quindi dovrebbe essere quello di chiederti per quale motivo stai risparmiando? Poniti degli obiettivi di vita, mettili in colonna e suddividili per importanza e distribuiscili successivamente in ordine nel tempo, da qui la famosa espressione poniti degli orizzonti temporali, ad esempio:

  • Fra 3 anni vorrei acquistare una nuova casa
  • Fra 15 anni conto di andare in pensione
  • Entro 2 anni mia figlia si sposerà

E via discorrendo, fatto questo indispensabile passo dovrai procedere con l’analisi delle tue risorse attuali (quanto soldi hai oggi) e stabilire più o meno quanti soldi ti serviranno per raggiungere lo scopo che ti sei prefissato ed entro quanto tempo.

Infine la domanda delle cento pistole, quanto sei disposto a rischiare? O ancora meglio, quanto rischio ti puoi accollare senza andare in difficoltà?

Ultimo ma non ultimo, che è poi la causa di molti guai fra i risparmiatori di tutto il mondo:

  • Sai come funzionano veramente gli strumenti finanziari che sottoscrivi?
  • Che tipo di esigenze dovrebbero soddisfare?
  • Sai Che cosa rischi?
  • Hai almeno una vaga idea di quanto ti costano?

Adesso provo a darti una risposta, nella forma più semplice possibile, esponendoti le più comuni categorie di strumenti finanziari in uso fra i risparmiatori:

– Titoli di Stato

Di fatto un’obbligazione (Governative Bond), il risparmiatore presta il denaro allo Stato il quale, dopo un periodo di tempo X ti dovrà restituire i soldi a fronte del pagamento di un interesse XY quale premio.

I Titoli di Stato vengono utilizzati sovente in funzione di parcheggio del denaro in attesa di utilizzi più proficui, di spese già preventivate o per accumulare una riserva per fronteggiare eventuali imprevisti che impediscano di smontare altri investimenti più delicati.

Sono caratterizzati da una tassazione favorevole, attualmente il 12,50% inoltre la loro volatilità (sensibilità del titolo alle variazioni di mercato) è piuttosto contenuta, se parliamo di Titoli di Stato “Investment Grade”.

Di contro, non offrono rendimenti particolarmente esaltanti, ma sono comunque in grado di farti superare indenne spese ed inflazione.

Attenzione però ad alcuni rischi impliciti in tutti i titoli di Stato, mi riferisco al rischio paese in primis, un conto è acquistare dei Treasury (BOT) americano, un altro è acquistare un Bond Greco! Controlla bene gli interessi, più sono alti maggiore è il rischio paese.

Un altro grosso handicap è dato dalle clausole Cac (Clausole Azione Collettiva) in vigore per tutti i titoli di stato della durata maggiore di 1 anno per le emissioni a partire dal 1 gennaio 2013 che permettono all’emittente (Stato), di poter intervenire in caso d’emergenza modificando la durata oppure i tassi d’interesse.

Approfondisci leggendo: Clausole di Azione Collettiva, i Titoli di Stato sono ancora sicuri?

– Obbligazioni:

L’obbligazione è di fatto un prestito, che noi risparmiatori facciamo ad una impresa (Corporate Bond) la quale, dopo un periodo di tempo X ci dovrà restituire il denaro, maggiorato di un tasso d’interesse Y quale premio, nel mentre la maggior parte delle obbligazioni stacca una cedola periodica.

L’obbligazione è il secondo strumento più amato dai risparmiatori italiani dopo i Titoli di Stato, solitamente la si utilizza come investimento di medio periodo diciamo dai 3 ai 7 anni circa, in genere offrono rendimenti più contenuti rispetto ad un investimento azionario, attenzione quindi ad offerte troppo allettanti inoltre, sarebbe bene verificare un paio di cosette prima di firmare, anzitutto bisognerebbe sapere con certezza chi è l’emittente del titolo ponendosi una semplice domanda:

A chi sto prestando i soldi?

Questo perché in caso di default (fallimento) dell’emittente rischi di non rivedere più i tuoi denari; verificata la qualità dell’emittente (Parmalat docet) dovresti verificare la tipologia dello strumento, esistono infatti svariate tipologie di obbligazioni, dalle più semplici dette obbligazioni senior a tasso fisso, fino quelle più complesse e strutturate, come le obbligazioni a tasso variabile, quelle a zero coupon (niente cedola) fino a quelle subordinate le quali dopo un certo periodo si trasformano in azioni dell’emittente, cambiando radicalmente la TUA posizione, da creditore diventerai improvvisamente socio dell’emittente con tutte le responsabilità ed i rischi del caso, una volta trasformate in azioni non è nemmeno detto che tu possa rivenderle, perché potrebbero essere titoli di aziende non quotate, pertanto prive del mercato di riferimento.

Devi inoltre sapere che In caso di acquisto di una o più obbligazioni, ti accollerai TUTTI i rischi che detti strumenti portano con sé a cominciare dal rischio concentrazione che è l’esatto opposto della diversificazione, verso la quale dovrebbe tendere ogni portafoglio risparmi, se compro 10 obbligazioni di 10 società o banche italiane, la mia diversificazione è solo apparente.

Infine tieni presente che in qualsiasi caso le obbligazioni bancarie (il cui emittente appunto è una banca) rientrano nella normativa sul Bail In, pertanto in caso di crisi conclamata (caso piuttosto estremo ma verosimile) potrebbero addirittura essere azzerate.

Approfondisci la tematica sul Bail In

Nel caso quindi decidessi di investire nel medio periodo, con progetti di vita dagli orizzonti di 3 – 5- 7 anni, il mio consiglio spassionato è quello di interpellare uno specialista (consulente finanziario) prima di procedere ad un eventuale acquisto.

– Polizze Unit Linked:

Strumento che riunisce in sé le caratteristiche sia della polizza vita che quelle dell’investimento, si tratta di una polizza vita al cui interno è presente un fondo d’investimento, solitamente strutturato dalla stessa compagnia, dove i tuoi soldi verranno investiti e ti ritorneranno indietro sotto forma di interesse calcolato normalmente su base annua.

Come investimento potrai in questo caso contare sulle straordinarie possibilità offerte dall’interesse composto, come polizza invece, potrai contare sulle sue caratteristiche peculiari, quali la possibilità di individuare dei beneficiari, anche al di fuori dell’asse ereditario, ad esempio una Onlus, purché non si vada a ledere la quota legittima ovviamente, inoltre potrai sfruttare l’insequestrabilità e l’impignorabilità della polizza ( a determinate condizioni).

Le polizze Unit Linked NON sono soggette alle normative sul bail in, pertanto dal lato patrimoniali o prelievi forzosi sei al coperto, però attenzione al rischio mercato e controlla attentamente anche i costi, che potrebbero essere piuttosto onerosi, rendendo di fatto vano il tuo investimento, se la tua idea per soddisfare una particolare esigenza di risparmio è quella di acquistare una polizza Unit Linked, fatti fare un paio di preventivi da operatori diversi e valuta bene i costi, in che tipo di fondo investono, quali sono le performance passate, che non sono certo indicative di quelle future, ma servono per capire il comportamento dello strumento nelle varie fasi di mercato.

Io personalmente trovo questo strumento particolarmente indicato nel caso della pianificazione successoria, per poter predisporre in anticipo le quote da lasciare ai propri eredi, evitando così l’insorgere di sgradevoli controversie future ed al tempo stesso portare a casa rendimenti interessanti.

Leggi qui per approfondire:

Proteggere i risparmi? Usa un polizza Unit Linked

Interesse composto, come funziona veramente!

– Piani Individuali Pensionistici:

Sono Polizze Assicurative che nascono dalla necessità di poter accantonare il denaro per integrare la propria pensione futura. La Previdenza integrativa è rigorosamente regolamentata, l’unica cosa su cui dovrai porre l’accento saranno i costi d’ingresso e quelli di gestione, oltre a capire con chiarezza in che modo investono i TUOI soldi.

Esistono infatti polizze standard e polizze più evolute, che ti consentiranno un ampio margine di manovra per massimizzare i profitti, potendo scegliere ad esempio fra diverse linee d’investimento a seconda degli anni che ti mancano per giungere all’età pensionabile, raggiunta la quale potrai decidere se ritirare il malloppo in un’unica soluzione oppure optare per una rendita.

Non sono un investimento in senso stretto, non potrai disporre dei soldi a tuo piacimento, il legislatore ha messo dei paletti molto stretti in modo da garantire l’accantonamento per la pensione, di contro però godono di straordinari privilegi fiscali.

Sostituiscono in maniera formidabile il vecchio libretto o il buono postale in quanto sono aperte alla possibilità di versamenti aggiuntivi e si possono stipulare anche a minorenni.

Eccellenti da utilizzare anche quale copertura perché non sono soggette ad azioni patrimoniali tipo prelievi forzosi o procedure di Bail In, inoltre hanno anche un ottimo utilizzo in termini di pianificazione successoria, essendo appunto delle polizze e quindi offrono la possibilità di designare dei beneficiari.

Scarica qui il mio ebook gratuito sulla:

Pensione Integrativa!

– Fondi Comuni d’Investimento:

Gestire in maniera dinamica i propri risparmi, ottenere una straordinaria diversificazione, abbinare la durata (duration) dell’investimento ai tuoi orizzonti temporali, diluire e contenere i rischi, essere protetto in definitiva da patrimoniali, prelievi forzosi o procedure di bail in; i fondi comuni d’investimento e gli ETF (che vedrai fra poco) sono gli strumenti più indicati per fare tutto ciò ed alla portata di chiunque!

Con i fondi comuni d’investimento potrai contenere la maggior parte dei rischi finanziari ed adattarli come un guanto alle tue esigenze specifiche, utilizzandoli per soddisfare i tuoi progetti di vita dal termine più breve (1 – 3 anni) fino a quelli di più ampio respiro (10 anni ed oltre).

Scopri di più leggi: Fondi Comuni come dovresti utilizzarli

Le cose alle quali dovrai porre attenzione sono sostanzialmente Tre:

  1. Costi
  2. Volatilità (rischio)
  3. Orizzonte temporale

Costi: Poni particolare attenzione su questo aspetto perché i costi, se uniti poi alla tassazione sui rendimenti, ad oggi stimata al 26% potrebbero vanificare tutti i tuoi sforzi.

I fondi sono strumenti piuttosto costosi, incorporano diverse tipologie di commissioni sovente molto differenti da una società di gestione ad un’altra, il mio consiglio è quello di valutare diverse proposte di società differenti e scegliere quella che si ritiene più conveniente in termini di costi oltre che di rendimenti.

Volatilità: La sensibilità di un fondo ai movimenti di mercati (rischio mercato) qui dovresti comprendere con chiarezza quale sarebbe la tua soglia di tolleranza al rischio e per farlo diventa indispensabile il supporto esterno di uno specialista (se non hai un consulente di fiducia contattami ed esponimi i tuoi dubbi, un buon consiglio non lo nego mai a nessuno).

Fondi più stabili (obbligazionari o monetari) ma con rendimenti più modesti, se uniti insieme a dei fondi azionari, in piccole e determinate percentuali, possono farti ottenere rendimenti interessanti senza che tu debba accollarti rischi eccessivi.

Nel grafico sulle ascisse abbiamo il valore del rischio (Volatilità) mentre sulle ordinate avremo dei rendimenti (sono solo di esempio), puoi notare che, se in un portafoglio difensivo 100% obbligazionario (Arancione) viene inserita una modesta percentuale di azionario il rendimento sale, mantenendo il rischio complessivo pressoché inalterato!

All’aumentare della percentuale di azionario i rendimenti salgono ma, superata una certa soglia, anche il rischio di portafoglio esplode, pertanto si rende necessario un lavoro di analisi molto approfondito per creare una serie di portafogli ottimizzati per le tue necessità.

Orizzonti temporali: Come ti ho accennato all’inizio, ogni tuo progetto di vita dovrebbe avere una scadenza temporale che si dovrebbe abbinare alla durata di vita del portafoglio fondi.

Mi spiego meglio, fondi monetari sono concepiti per avere una durata (duration) breve 1- 3 anni per intenderci, mentre quelli obbligazionari solitamente hanno una vita finanziaria stimata per il periodo medio diciamo 3 – 7 anni, mentre quelli azionari performano bene sul lungo periodo, solitamente fissato intorno ai 10 anni almeno.

Si tratta di considerazioni generali pertanto prendile come punto di riferimento su cui iniziare ad impostare la tua personale strategia di risparmio.

Una formula molto interessante offerta dai fondi comuni, è quella di poter accedere per gradi e con piccole cifre, a mercati altrimenti preclusi per te o troppo volatili, dove i tuoi risparmi sarebbero troppo esposti, si chiama PAC (Piano Accumulo Capitale).

Per conoscerlo bene guarda il mio video: Come Funziona il PAC

Ed approfondisci anche il concetto di: Frontiera efficiente

– ETF:

Gli ETF stanno conoscendo una vera età dell’oro presso i risparmiatori italiani, almeno quelli più evoluti, sono uno strumento malleabile, poco costoso che può garantire la giusta diversificazione, la possibilità di poter gestire l’investimento in forma più dinamica, oltre ad essere protetto in caso di patrimoniali o altre amenità del genere.

In buona sostanza si tratta di fondi ma con delle caratteristiche peculiari, anzitutto nella stragrande maggioranza dei casi hanno la caratteristica di adottare strategie passive in pratica replicano l’andamento di un indice o di una certa asset class, esempio:

Un ETF indicizzato sullo Standard & Poor’s (Indice della borsa USA) avrà lo stesso risultato giornaliero dell’indice di riferimento, come pure un ETF indicizzato sull’oro ne seguirà fedelmente l’andamento dei prezzi.

Come si fa? Semplice (più o meno) i gestori, acquisteranno titoli sugli indici di riferimento (Benchmark) rispettando il più possibile la quantità proporzionale, una sorta di copia in piccolo dello stesso indice quindi, a differenza del fondo comune tradizionale, dove il gestore ha una maggiore discrezionalità nel selezionare i titoli e modificarne le percentuali per offrire (si spera) maggiori rendimenti rispetto all’indice di riferimento, in questo caso i rendimenti ricalcheranno esattamente quelli dell’indice.

Un’altra differenza rispetto ai fondi tradizionali il cui valore della quota (NAV) è determinato a fine giornata, consiste nel fatto che gli ETF possono essere acquistati o venduti giornalmente come fossero normali titoli azionari.

Infine un’ultima importante differenza riguarda i costi, che nel caso degli ETF sono decisamente più convenienti rispetto ai fondi tradizionali.

I rischi sono inferiori rispetto all’utilizzo dei fondi tradizionali, ma anche in genere i rendimenti, poni attenzione alla doppia tassazione, sia su redditi da capitale che sui redditi diversi in caso di operazioni di compravendita sul mercato degli ETF.

Personalmente trovo gli ETF uno strumento molto indicato per costruire un portafoglio con una grande diversificazione che non abbia rischi e costi eccessivi, lasciandoti al contempo ampia libertà di manovra sui titoli.

 

 

– Pronti Contro Termine (PcT):

Molto utilizzati dalle banche per finanziarsi, si tratta di un investimento di breve periodo funziona così, il risparmiatore a Pronti mette il denaro su cui viene posto un vincolo, 3 mesi 6 mesi, 1 anno, periodo durante il quale l’emittente reinvestirà i tuoi soldi; scaduto il termine il denaro ti verrà restituito a Termine con un interesse X stabilito al momento dell’acquisto.

Ottimo strumento questo per parcheggiare la liquidità in attesa di spese già preventivate oppure di investimenti più proficui, il punto chiave è avere le idee ben chiare su quali sono i tuoi progetti, perché su questo denaro verrà apportato un vincolo, quindi non vi potrai accedere prima della sua naturale scadenza.

– Conto Deposito:

In questi ultimi anni, a seguito della crisi del 2009 e del periodo di incertezza che ne è seguito molti, moltissimi risparmiatori, troppi, hanno optato per questa formula di risparmio, preferendo come al solito soluzioni semplici e che non obblighino a pensare,oppure a rivolgersi ad uno specialista che li aiuti a proteggere i propri risparmi.

Questa tipologia di strumento è da considerarsi un investimento di brevissimo termine non è certo adatto per progetti di ampio respiro, è uno strumento molto semplice (in teoria) e viene normalmente percepito dal risparmiatore come poco rischioso (molto in teoria).

Non è tutto oro quello che luccica…

Il conto deposito altro non è che un conto corrente bancario su cui versare il denaro destinato all’investimento, su cui viene apposto un vincolo, a fronte di una remunerazione (interessi) normalmente molto più alti degli interessi offerti da un conto corrente tradizionale.

Fino a qui la teoria, nella pratica dovresti anzitutto avere la più che ragionevole certezza di non avere bisogno dei denari che intendi investire fino alla scadenza, perché in caso contrario perderesti gli interessi offerti dal contratto, sempre che ti sia possibile svincolarli.

Un punto focale sul quale porre particolare attenzione risiede nel fatto che la remunerazione offerta (interessi) sono inversamente proporzionali allo stato di salute della banca,pertanto diffida da offerte troppo allettanti, prova a visionare la proposta di almeno un paio di Banche differenti prima di muoverti.

Leggi con attenzione: I 6 indicatori da considerare PRIMA di scegliere una Banca…

Tieni sempre a mente che, in caso di dissesto della banca il conto deposito rientra nella normativa sul Bail In inoltre se da un lato è vero che i conti deposito sono tutelati (anche qui in teoria) dal fondo di tutela interbancario sui depositi fino a 100.000 euro, questo non è sempre vero nel caso delle Banche estere, pertanto prima di procedere è sempre meglio avere le idee molto chiare ed in caso di dubbi chiedi sempre ad uno specialista che non sia interessato, visto l’ovvio conflitto d’interessi in cui versa l’impiegato della banca.

– Buoni Postali Fruttiferi

Un altro grande must per i risparmiatori italiani, emessi da Cassa Depositi e Prestiti e collocati in esclusiva da Poste Italiane SpA; strumenti semplici (o quasi) non prevedono commissioni di sorta, hanno una tassazione agevolata al 12,50% addirittura nulla se sotto i 5.000 euro, possono essere sottoscritti e riscossi in qualsiasi momento (se entro il primo anno non maturano interessi) e sono anche esenti dalle imposte di successione.

In poche parole un discreto strumento di liquidità a breve termine in attesa di spese preventivate o come regalo per il nipotino, tutto molto carino, però anche in questo caso sarebbe opportuno fare attenzione ad un paio di cosette…

Prima di tutto attenzione all’imposta di bollo, stimata ad oggi allo 0,20% / annuo, se consideriamo che gli interessi proposti sovente sono inferiori a BTP con la medesima scadenza, se unita alla tassazione del 12,50% potrebbero rendere l’investimento non produttivo.

Pertanto tieni sempre presente il motivo per cui accantoni i risparmi, se il tuo obiettivo è di breve o brevissimo termine ok, ma se hai in progetto un periodo più lungo esistono soluzioni a parità di rischio decisamente più remunerative.

Non è chiaro poi (dalle note informative non si evince) se i BFP sono da considerarsi titoli di stato a tutti gli effetti e quindi soggetti alle clausole Cac oppure no.

Poni infine particolare attenzione ai Buoni Postali detti Dematerializzati parolone sofisticato che indica di fatto un prodotto derivato, in quanto il loro valore deriva da quello di un’altra attività finanziaria, pensiamo ad esempio ai buoni postali indicizzati all’inflazione, oppure quelli indicizzati ad altri indici borsistici tipo l’Eurostoxx 50, in questo caso ti esponi in pieno al rischio mercato, certo non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma è bene fare delle valutazioni a monte sull’opportunità o meno dell’utilizzo di simili strumenti.

– Conclusioni

Come avrai potuto intuire da questa mia piccola guida introduttiva, l’universo degli strumenti finanziari è molto complesso ed articolato, in linea di principio ogni strumento finanziario è valido, oppure potrebbe anche non esserlo, dipende da una miriade di fattori diversi, obiettivi di vita, tempo a disposizione, grado di sopportazione del rischio, situazione famigliare, età, conoscenza dei rischi impliciti che lo strumento incorpora e via discorrendo.

Per questo motivo non finirò mai di ripeterlo, prima di firmare un qualsivoglia contratto, chiedi sempre consiglio ad un esperto, il quale possiede tutte le competenze e l’esperienza necessarie per aiutarti a prendere decisioni consapevoli e valutare quale sia lo strumento più adatto ai tuoi personali bisogni.

Sei riuscito/a a leggere fino a qui complimenti!

Adesso però fammi conoscere il tuo pensiero, nel corso degli anni ti è mai capitato di utilizzare qualcuno degli strumenti che ti ho descritto sopra?

Quali impressioni ne hai ricavato?

Fammi conoscere la tua opinione nei commenti.

A presto

 

24 Ott 2018

La chiave per proteggere i TUOI Risparmi!

Parole come Rating, Spread, Piano B, inondano giornali e TV, le cui notizie sono spesso contraddittorie, ora è tempo di fare chiarezza.

Da un paio di mesi a questa parte sono oggetto di mail e telefonate, sia da parte dei miei clienti, che da parte di numerosi follower con cui mi intrattengo sui social, e tutti chi più chi meno, esprimono preoccupazione su che fine faranno i propri risparmi, le domande che mi vengono poste più sovente sono:

 

  • Ci saranno aumenti nelle tasse?
  • Sarà il caso di portare i soldi all’estero?
  • Se usciamo dall’euro la nostra moneta si svaluterà ed i miei soldi?
  • I titoli di Stato sono sicuri?
  • Ho sentito parlare di procedure di Bail – in quanto c’è di vero, ed i miei soldi sono al sicuro?

 

Giornali e TV non agevolano di sicuro, andando a creare ancora più confusione ed incertezza nel risparmiatore, pertanto oggi:

Darò la mia risposta a queste domande fornendoti anche il metodo (Che funziona) per mettere in sicurezza (Davvero) i TUOI risparmi.

Come prima cosa sia chiaro fin da subito che io non conosco il futuro, non so dirti cosa accadrà da qui a 7 o 10 anni, per quello ci sono analisi e statistiche più o meno autorevoli e comunque, sempre basate su delle ipotesi del tipo cosa potrebbe accadere se…

Al momento, dico al momento, perché non so come si svilupperà l’economia nei prossimi anni, non ci sono chiari segnali di default o di uscita imminente dall’euro, almeno per il momento.

– Cosa potrebbe accadere se…

Da un punto di vista squisitamente fiscale, In caso di crisi finanziaria conclamata, non si potrà escludere a priori l’introduzione di una patrimoniale generalizzata su tutti i risparmi in stock, abbiamo in Italia un precedente illustre quello del prelievo forzoso del 1992.

In questo caso mantenere il denaro in liquidità sul conto, oppure trasferirlo all’estero non è una soluzione, in quanto i sistemi di tracciatura elettronica dei flussi da e verso l’Italia, sono molto sofisticati ed efficaci, pertanto nel caso si avverasse questa ipotesi, i denari verrebbero immediatamente intercettati e tassati di conseguenza.

Da un punto di vista patrimoniale probabilmente si farà ricorso alla normativa sul Bail – in all’avverarsi di questa situazione, gli investimenti in azioni ed obbligazioni (specie bancarie) ed anche la liquidità sul conto corrente, sono a rischio prelievo forzoso o, in alternativa alla procedura Bail-in.

Per quanto concerne la valuta se il tuo timore è che un’eventuale uscita dall’Euro coincida con una forte svalutazione della nuova moneta, in questo caso ti sarà sufficiente investire in Euro tramite soggetti (l’emittente del titolo) che abbiano natura e struttura non italiana, evita le filiali italiane di soggetti esteri perché esse sono soggette alla legislazione italiana e quindi ti ritroveresti al punto di partenza.

Tieni presente che rinominare in moneta nazionale titoli esteri non è legittimo ai fini delle normative del diritto internazionale ed europee visto che anche in caso di uscita dall’euro si rimarrà comunque nella Comunità Europea.

Infine i Titoli di Stato, all’interno di un portafoglio molto ben diversificato hanno una loro ragion d’essere, tieni sempre presente che su di loro pendono le CACs (Clausole di Azione Collettiva) che in caso di crisi conclamata metterebbero seriamente in forse il tuo investimento, per saperne di più sulle CACs leggi con molta attenzione: I Titoli di Stato sono ancora Sicuri?

Bene ti ho illustrato alcune ipotesi, abbastanza estreme su quanto potrebbe e ripeto, potrebbe accadere, ora la risposta a tutte le domande di cui sopra esiste ed è molto più semplice di quanto tu non creda.

Una possibile soluzione consisterebbe nell’utilizzare strumenti quali i fondi comuni d’investimento, ETF o le polizze (meglio se in abbinata) di diritto estero; ad esempio polizze che abbiano sede legale e fiscale in altri paesi come l’Irlanda, oppure fondi comuni d’investimento che abbiano la sigla ISIN (La “targa” del titolo) che sia radicata in Lussemburgo che inizi con LU per farla breve.

In questo modo eviterai sia di rientrare nella procedura del Bail – In che in quella della patrimoniale, perché in questo caso il denaro si troverà de facto all’estero non solo, anche in caso di ritorno ad una moneta nazionale gli investimenti, essendo di diritto estero continueranno ad essere denominati in Euro mettendoti al riparo da una eventuale svalutazione.

 

 

 

– Premessa

La premessa è che proprio in momenti come questo, che si evidenzia l’importanza di ricorrere, fin dal primo giorno ad una corretta diversificazione, confinando il rischio specifico, in questo caso il rischio paese, ad una modesta percentuale del proprio portafoglio risparmi, questa è a mio modo di vedere la miglior protezione possibile.

– La mia soluzione

Io personalmente utilizzo da sempre strumenti che si prestano efficacemente a gestire il rischio specifico, e che sono alla portata di tutte le tasche, come ad esempio gli ETF, i Fondi Comuni le SICAV o le Polizze.

Tutti questi strumenti garantiscono un’ottima diversificazione del rischio e vanno gestiti all’interno di una corretta pianificazione costruita sulle tue esigenze e sui tuoi specifici obiettivi di vita.

– I rischi

Lo ripeto, a costo di essere noioso:

IL RISCHIO ZERO NON ESISTE.

I rischi a cui ti esporrai saranno quelli tradizionali dei mercati, cioè la volatilità che andrà calibrata in base agli orizzonti temporali tuoi e dei tuoi investimenti.

Per approfondire guarda il mio video: Prima d’investire valuta l’orizzonte temporale

Un conto è dire: “il mio rischio è quello di oscillare tra un + 20% e un – 20%” (prendendo ad esempio un profilo di rischio molto elevato) questo è il cosiddetto Rischio di mercato.

Un altro conto è dire : “ Sto correndo il rischio di perdere TUTTO il capitale” questo invece si chiama Rischio specifico.

La domanda che dico sempre a miei clienti di porsi è la seguente:

Fino a quando non avrò bisogno della somma che decido di accantonare?

Ovviamente, consiglio sempre di ragionare per difetto …

In base alla risposta , si dovrà costruire un Portafoglio con una Volatilità in linea con l’orizzonte temporale concordato.

– I costi

Come tutte le cose ci sono ovviamente dei costi, a me non piace raccontare favole, sono strumenti che hanno un costo importante, ma questo non ci deve spaventare sai perché?

Perché i costi si gestiscono in fase di pianificazione del portafoglio, e lo si fa (almeno io faccio così) insieme al cliente, qui entra in ballo la diversificazione, gli orizzonti temporali ed un sacco di altri fattori che contribuiranno ad una loro ottimizzazione, ricordati che io guadagno se anche il mio cliente guadagna, altrimenti…

Per questo è importantissimo fare prima un’analisi dettagliata della persona, del suo portafoglio attuale, a fronte dei suoi personali progetti di vita e del tempo che avrà a disposizione per concretizzarli, in modo da ottimizzare il portafoglio con gli strumenti più idonei.

Come ti ho appena dimostrato le soluzioni esistono e credimi, costano meno di quello che pensi, ma prima di tutto per capire di quali ne avresti bisogno è necessario sedersi intorno ad un tavolo e parlare… a lungo.

– In conclusione

Due parole non costano nulla, ma possono fare la differenza, se desideri approfondire i temi proposti oggi, oppure hai altre domande da pormi, scrivimele nei commenti, o contattami privatamente, ti lascio qui sotto i miei riferimenti, oppure ancora scrivimi il tuo quesito nella scheda contatti, sarò lieto di poterti ascoltare e consigliare per il meglio.

Tel: +39 349 – 8172217

email: mauro.valentino@allianzbankfa.it

A presto