Quando si assume consapevolezza della necessità di pianificare il ricambio generazionale nella propria impresa?
Nella mia personale esperienza in qualità di consulente finanziario, molte volte mi è capitato di assistere alcuni imprenditori nella pianificazione del proprio ricambio generazionale e devo dirti che almeno in questo campo, non possiedo una risposta univoca.
Esistono è vero, alcuni fattori che influenzano la presa di coscienza della necessità di organizzare il ricambio generazionale in azienda, quali ad esempio l’età, lo stato di salute o l’età dei propri figli, che finiscono tutti inevitabilmente con lo spingere l’imprenditore a mettere in campo iniziative dedicate quando ormai è troppo tardi spesso incalzato dall’urgenza, andando a commettere errori inconsapevolmente certo, ma dalle conseguenze disastrose..
Ad oggi sono molto poche le aziende dove il ricambio generazionale viene organizzato per tempo, pertanto spero con questo mio articolo di fornirti quegli strumenti utili affinché anche tu possa organizzarti e traghettare la tua azienda alla prossima generazione senza frizioni.
In base alla mia personale esperienza il ricambio generazionale è un processo che dovrebbe partire da lontano, addirittura da quando i nostri figli concludono la scuola dell’obbligo se non prima, il che mi ha portato a dividerlo in 4 fasi distinte:
- Fase 1: La maturazione culturale / personale
- Fase 2: Ingresso in azienda
- Fase 3: Convivenza padre e figlio/a in azienda
- Fase 4: Subentro definitivo al comando
Come prima cosa sappi che in ognuna di queste fasi, che dureranno diversi anni come facilmente intuibile, dovrai procedere alla verifica costante delle qualità personali e professionali che nel tempo, andranno ad emergere in colui/lei che un giorno prenderà il tuo posto alla guida dell’impresa.
Il perché di queste valutazioni è chiaro, nel caso non dovessero venire a galla nella nuova generazione le capacità richieste per dirigere efficacemente un’azienda, oppure più semplicemente, la nuova generazione dovesse maturare altre vocazioni e di conseguenza seguire altri percorsi, questo ti metterà nelle condizioni migliori possibili per poter correre ai ripari in tempo, optando per altre soluzioni alternative ad esempio facendo ricorso ad un eventuale manager esterno financo nei casi più estremi, procedere alla vendita dell’azienda, o altre soluzioni intermedie.
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Fase 1: Processo di maturazione
Il processo di maturazione dei propri figli è molto complesso ed articolato coinvolge scelte diverse e percorsi non solo formativi ma anche interiori, quali la scelta del tipo di studi la ricerca della vocazione personale e la formazione del carattere, dove la famiglia ha una grande responsabilità andando ad aiutare i giovani a scoprire se stessi e le loro abilità.
Il percorso universitario dovrà tenere conto degli interessi e delle inclinazioni personali del giovane, evitando qualsivoglia imposizione per non incidere negativamente sull’autostima e demotivare sul nascere i nostri figli.
Un aspetto su cui porre particolare attenzione è quello senza dubbio di offrire una formazione che sia di livello internazionale, dovrai promuovere (ove possibile) percorsi di studio e soggiorno (anche per periodi lunghi) all’estero.
Ti dico questo perché le sfide che tutte le aziende italiane dovranno affrontare nei prossimi anni grandi o piccine che siano, si giocheranno sul piano internazionale e per poterci essere in maniera proficua la conoscenza approfondita della lingua, dell’ambiente oltre a possedere un network di contatti in loco saranno determinanti.
Comprendo come non sempre questo sia possibile, però un modo per aggirare l’ostacolo consiste, nei primi anni di lavoro cercare di far fare esperienza ai nostri figli in altre aziende che abbiano filiali estere, magari anche aziende più grandi della tua, questo porterà ulteriori vantaggi al giovane permettendogli di:
- Formarsi professionalmente ed umanamente
- Accrescere la propria autostima
- Sviluppare valutazioni chiare circa il proprio futuro
- Dipendere da un capo esterno alla famiglia le cui opinioni sono più oggettive
- Dimostrare a se stessi ed agli altri le proprie capacità
- Allargare gli orizzonti acquisendo modelli imprenditoriali innovativi
Considera poi che un grande vantaggio del far fare esperienza a tuo figlio/a presso un’altra azienda, impedirà ai tuoi collaboratori il formarsi di pregiudizi nei suoi confronti, in particolar modo nei primissimi periodi di lavoro, quando inevitabilmente si commettono degli errori, in caso poi di più figli avrai una bella opportunità per poterli valutare separatamente ed al meglio.
FASE 2: Ingresso in Azienda
Qui bisogna guardare al futuro senza pregiudizi di sorta, non pensare che tuo figlio debba necessariamente svolgere lo stesso percorso che hai fatto tu 15 o 20 anni fa, anche se un periodo sulla linea del fuoco lo ritengo sempre opportuno, per consentire a tuo figlio/a di comprendere a fondo i processi produttivi, respirare l’ambiente, consolidare la necessaria autostima, nonché farsi conoscere e, si spera apprezzare dai collaboratori.
Un metodo che trovo molto efficace, consiste nell’affidare fin da subito al futuro erede limitate responsabilità mettendolo alle dipendenze di un manager, capo officina o stabilimento, che non siano parenti ovviamente, ancora meglio se possibile, di inviarlo a sviluppare le sue prime esperienze direttamente all’estero.
Il successivo percorso di carriera del giovane non lo possiamo definire a priori, ma un metodo efficace potrebbe essere quello di farlo partecipare di persona, ovviamente in silenzio alle tue riunioni con i collaboratori, i fornitori, i clienti e tutti gli altri attori legati all’impresa ed alla famiglia, quali il commercialista, il consulente finanziario, l’avvocato ecc.
In questo modo apprenderà il tuo metodo, il tuo modello imprenditoriale, avrà l’occasione di cominciare a farsi conoscere ed identificare chiaramente come il tuo successore da tutti gli attori che ruotano intorno all’impresa.
FASE 3: Periodo di convivenza
Prima o poi giungerà il momento in cui tu e tuo figlio/a vivrete un periodo di convivenza intergenerazionale, che potrebbe durare anche qualche annetto, dove governerete insieme l’azienda.
Ti dico che per poter gestire con successo questo passaggio sarà indispensabile stabilire fin dal primo momento anzitutto ruoli professionali chiari e separati, oltre a sviluppare una dialettica sana, in modo da scongiurare problemi di incomprensione ed evitare di giungere, come accade in molti (troppi) casi all’incomunicabilità.
Questo tipo di errore è piuttosto frequente, spesso imputabile all’ ego esagerato dell’imprenditore, il quale gli impedisce di fare una sana autocritica, anche se mi è capitato qualche volta di notare gli stessi atteggiamenti nei giovani subentranti, quando poi sia l’imprenditore che il giovane, sono entrambi dominati da un eccesso di “ego” allora il fallimento è garantito.
Atteggiamenti di questo tipo portano i genitori, ad immaginare il proprio modello d’impresa come l’unico possibile, senza essere disposti ad accettare qualsivoglia critica, al contrario i giovani sono spesso portati a considerare il modello dei padri come vecchio rendendo impossibile fare analisi oggettive su ciò che andrebbe mantenuto e ciò che andrebbe modificato o abbandonato.
FASE 4: Il subentro definitivo
Passaggio finale e conclusivo del giovane che abbia dimostrato capacità e passione consiste nel subentro definitivo al ruolo di capo dell’azienda.
Questo passaggio in apparenza semplice è molto più delicato di quanto non faccia piacere pensare, essendo un momento di forte emotività, da un lato il genitore che prende coscienza della propria vecchiaia, dall’altro per il giovane invece è il momento di realizzare un’aspirazione, motivo per cui molti genitori tendono a dilazionare questo momento, mentre i figli divengono sempre più impazienti in attesa di prendere definitivamente il comando.
Affinché questo importante passaggio finale si concluda nel migliore dei modi dovresti a mio avviso:
- Rinunciare al tuo ruolo in maniera progressiva per rendere meno traumatico il passaggio per entrambi
- Devi accettare il fatto che il subentro dei giovani porterà inevitabilmente al rinnovamento della formula imprenditoriale con modifiche che potrebbero anche essere radicali
E’ risaputo infatti che le aziende di successo non siano quelle in cui i giovani abbiano mantenuto lo stesso identico modello di business della generazione precedente, bensì quelle in cui sono stati capaci di metterlo in discussione, rinnovandolo anche in maniera profonda.
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Concludendo
In conclusione un processo di pianificazione successoria dovrebbe partire da molto lontano, e seguire degli step che ti consentiranno di selezionare fra i tuoi eredi la risorsa migliore non solo in termini di preparazione professionale ma anche umana per poter dare continuità all’azienda.
Nel caso poi non dovessero emergere le capacità richieste, vuoi perché non presenti o perché i tuoi eredi scelgano percorsi di vita differenti, questo processo se pianificato per tempo ti lascerà ampio margine di manovra per studiare e mettere in pratica soluzioni alternative
Spero di esserti stao utile con questi miei piccoli suggerimenti ma adesso dimmi, come stai organizzando il tuo passaggio generazionale?
Hai seguito i passi di cui sopra oppure nel tuo caso hai selezionato un percorso diverso?
Fammelo sapere nei commenti, sarò lieto di poter discutere l’argomento con te.