Un piano di welfare aziendale passa dall’analisi dei reali bisogni dei lavoratori, dell’ambiente di lavoro alla percezione stessa del lavoro.
Per poter implementare nella propria azienda un piano di welfare aziendale che abbia concrete possibilità di successo bisogna verificare con la maggiore precisione possibile quali sono le effettivenecessità delle persone che lavorano con te e delle loro famiglie. Stabilire dei servizi sulla scorta della propria personale (quindi soggettiva) opinione, ci si espone al fallimento dell’operazione con ripercussioni negative sull’azienda, in parole povere rischi di buttare soldi dalla finestra ed ottenere l’effetto contrario ovvero una diminuzione della qualità produttiva nonché della competitività, che non è esattamente ciò di cui hai bisogno.
Come fare a sapere tutto ciò? Una maniera piuttosto semplice è quella di predisporre un questionario, o meglio di diversi questionari ottimizzati per le varie realtà della tua azienda, uno per i dipendenti, uno per il management senza tralasciare quello per i fornitori ed uno per i clienti.
Questa indagine, seguita da un’accurata analisi dei risultati, ti consentirà di predisporre un piano di servizi realmente adeguato selezionando fra i tanti, soltanto quelli considerati veramente utili dalla maggioranza delle persone, certo non si potrà accontentare tutti, ma così facendo ti metterai nelle condizioni migliori per rendere il tuo piano di welfare funzionante.
Basta seguire degli step ben precisi e si otterranno ottimi risultati, ad esempio:
Mappatura dei lavoratori per categoria – età – istruzione – nucleo famigliare – genere ecc.
Coinvolgere la componente sindacale per ottenere maggiore appoggio all’iniziativa
Redigere uno specifico accordo sindacale, anche a fini fiscali, per avere la piena deducibilità degli elementi di welfare
Comunicare con la massima chiarezza possibile a tutti i dipendenti lo scopo dell’iniziativa
Distribuire il questionario a tutti i dipendenti management compreso
Elaborazione dei dati
Presentare il progetto e discutendolo con tutti i dipendenti
Selezione dei servizi da sottoporre magari sotto forma di catalogo fra cui scegliere
Post attuazione piano di welfare misurare l’indice di gradimento per apportare eventuali modifiche.
Un progetto di welfare aziendale non si conclude alla distribuzione di qualche buono pasto, si tratta di un progetto, che coinvolge fra parentesi diverse professionalità (te ne parlo qui) ed è sicuramente di lungo periodo affinché possa apportare dei reali benefici alla tua azienda ed alle persone che lavorano con te.
Seguendo i passi che ti ho esposto sopra, avrai un eccellente punto di partenza per definire un piano di welfare aziendale di successo e non finisca in un flop con il doppio risultato di buttare soldi dalla finestra e scontentare ancora di più le persone che collaborano con te con tutte le conseguenze negative che puoi ben immaginare in termini di perdita di produttività e di competitività.
Se vuoi approfondire il discorso sul welfare aziendale puoi leggere anche:
Bail In e tassi negativi come gestire la Liquidità aziendale.
Come gestire la liquidità aziendale in un mondo dominato dal pericolo di Bail In e da tassi negativi? Qui ti fornirò le mie soluzioni.
Il problema maggiore dei responsabili gestione della liquidità di un’impresa (CFO), un tempo si riduceva alla ricerca della banca che offrisse i rendimenti più alti sui conti correnti, conti deposito eventuali pronti contro termine e/o simili.
Oggi viviamo una nuova normalità
Il mondo in cui siamo stati abituati a muoverci caratterizzato da tassi di interessi positivi non esiste più, bisogna prenderne atto ed adattarsi a questa nuova normalità dei tassi negativi.
– Come non bastasse si aggiunge anche il Bail In…
La nuova normativa del “Bail In” ha generato grossi timori, riguardo il reale impatto finanziario sulle piccole e grandi imprese che collaborano quotidianamente con il sistema bancario.
Oltre a ciò lo scenario economico attuale, dominato da tassi negativi, ha completamente sconvolto la vecchia concezione di deposito remunerato: anzi, come sta già succedendo in alcune zone europee, paesi scandinavi e Svizzera in primis…
Il tasso di interesse sui depositi presso la Banca Centrale Europea (e cioè la liquidità della Banche depositata in BCE) è negativo ( -0,40%)
I rendimenti delle obbligazioni governative sono negativi(Vedi Tabella qui sotto)
La Germania o la stessa Svizzera, ci danno rendimenti negativi fino a 10 anni Nel primo caso e addirittura fino ai 30 anni nel secondo caso.
Se invece amiamo rischiare un po’ di più, allora il BTP italiano a 30 anni mi regala un favoloso 2% lordo!
– BCE e la politica dei tassi negativi
La politica della BCE, dal mio punto di vista la ritengo più che giustificata; infatti a novembre 2016 sono circa 500 miliardi i depositi liquidi delle Banche presso la BCE, significa che:
Le Banche non stanno facendo le Banche
Cioè erogare credito all’economia, alle imprese (in quanto attività troppo rischiosa) preferendo tenere ferma la liquidità con il risultato di bloccare il sistema.
La politica dei tassi negativa della BCE serve appunto per
Spingere le Banche a trovare “profittevole” l’erogazione di finanziamenti
Rispetto al pagare per tenere ferma la loro liquidità.
Si è capovolto il concetto di gestione di liquidità: oggi è la sicurezza che conta, che di conseguenza si paga!
– Quali conseguenze
La strategia di gestione della liquidità e degli investimenti ha infatti visto mutare repentinamente il contesto normativo e di mercato in cui si è mossa per decenni.
Tassi positivi di remunerazione scomparsi
Chi li offre è fuori mercato
Quindi ha un problema
Per risolvere il problema fa offerte fuori mercato
Quindi non è un emittente sicuro
– Come la gestisco la liquidità aziendale?
Prima di qualsiasi approccio alla gestione della liquidità dovresti dare risposta alle seguenti domande:
Posso investire in strumenti diversi dal conto corrente bancario?
Se delle durate maggiori mi garantiscono un rendimento maggiore quali sono le scadenze più idonee?
Che tipo di approccio adottare per massimizzare i rendimenti schiacciando il rischio?
Quali strumenti utilizzare per evitare eventuale procedura di Bail In?
– Un suggerimento pratico
Valutare attentamente i cash flow (flussi) in entrata ed in uscita per identificare le corrette scadenze e quindi verificare il punto di maggior rendimento.
Un passo importante questo per evitare disinvestimenti non programmati che porterebbero facilmente a perdite in conto capitale.
– Domanda…ma quanto e su quali scadenze?
L’idea è quella di ottenere un rendimento remunerativo, ma al tempo stesso detenere una parte dei fondi in liquidità pura per la gestione delle uscite di cassa previste e non, oppure previste ma in maniera non corretta.
Se ci si focalizza troppo su di un singolo aspetto si rischia di sottovalutare pericolosamente l’altro ottenendo un investimento troppo ingessato ma se ci si concentra eccessivamente sul secondo aspetto il rischio è quello di avere sì un investimento flessibile ma non remunerativo.
Una possibile soluzione sarebbe quella di investire su strumenti con scadenze immediatamente antecedenti alle uscite di cassa previste, in questo modo non si dovrà ricorrere a disinvestimenti imprevisti ed otterrò il grande vantaggio di sfruttare appieno la curva dei tassi.
– Ma se non conosco i futuri cash flow?
Una possibile soluzione sarebbe quella di utilizzare strumenti finanziari con scadenze progressive, certo questo tipo di soluzione non elimina completamente il rischio legato ai disinvestimenti imprevisti, ma ne limiterà di molto l’impatto, vendendo lo strumento con la scadenza più prossima.
– 3 consigli personali
Voglio offrirti il mio punto di vista, che potrai tranquillamente commentare nello spazio disponibile al fondo dell’articolo, anzitutto affidati ad un Istituto che sia solido e con competenzecertificate, attenzione agli specchietti per le allodole.
In caso di accantonamenti di liquidità per TFR , TFM o TFC dei dirigenti o/e collaboratori, puoi valutare l’utilizzo di polizze specifiche rivalutabili a premio unico per testa. Questi contratti prevedono la garanzia del capitale versato dal Contraente (L’Azienda) in quanto trattasi di fondi da destinare ai dipendenti/collaboratori (gli assicurati) in caso di fine del rapporto di lavoro/collaborazione oltre agli indiscussi vantaggi fiscali che ti ricordo qui di seguito:
Deducibilità dal reddito d’impresa del 6% del TFR annualmente versato ai Fondi
Pensione (4% per l’imprese con più di 50 dipendenti)
Esonero dal versamento del contributo al Fondo di garanzia del TFR (pari allo
0,2% del monte retributivo) Riduzione degli oneri impropri (indennità da malattia, da disoccupazione, etc.) a
carico del datore di lavoro (dallo 0,19% del 2008 allo 0,28% del 2014) Esonero rivalutazione del TFR (¾ tasso inflazione + 1,5%) e relativo
versamento imposta dell’11,5%
Sull’eventuale contributo versato a favore del dipendente, contributo di solidarietà del 10% (anziché oneri previdenziali del 23,81%) Liquidazione del TFR al dipendente direttamente da parte del Fondo; nessun anticipo di denaro da parte dell’azienda (richiesto anche se il TFR viene trasferito
al Fondo Tesoreria INPS)
3. Gestione Professionale della liquidità’ , con soluzioni studiate su misura, a seconda delle esigenze pianificate dell’Azienda, si tratta di strumenti ritagliati a misura di azienda che soltanto gli Istituti maggiormente (solidi) e strutturati possono offrirti.
– Il tasso Vs. Gestione professionale
Per farti comprendere meglio i vantaggi del secondo modo di gestire la liquidità, basta mettere a confronto quello che offre il mercato attualmente:
a 12 ExtraBanca offre un tasso effettivo netto dell’ 1,29%
Ma chi è ExtraBanca?
Non si conosce un granchè…25 milioni di euro di capitale, possiede 5 sportelli in tutto, non sono disponibili CET1 ne’ tantomeno un Rating ufficiale.
Un Banca di piccole dimensioni, che sta crescendo?
Oppure abbiamo l’ 1,13% effettivo netto offerto da Bancadinamica, la banca online del gruppo cassa di Risparmio di San Miniato, che sta attraversando un momento complicato, alle prese con aumenti di capitale e tagli importanti:
Il mercato offre redimenti ( tra l’altro striminziti ) quando ha un problema!
Come ti ho esposto sopra in questa fase storica è sicuramente conveniente rivolgersi ad Istituti solidi e con competenze specifiche in materia che siano certificate:
RATING “AA” fonte Standard & Poors e soprattutto un know how di altissima qualita’ data dal servizio di consulenza professionale e dalla possibilità’ di poter collaborare con i miglior asset manager al mondo.
Voglio fornirti un esempio di una gestione basata su una accuratissima diversificazione del rischio, bassissima volatilità’ (0,9%) e orizzonte temporale da 1 a 3 anni.
Adesso mi rivolgo a te, anzitutto grazie per essere arrivato fino in fondo, poi mi piacerebbe conoscere il tuo punto di vista:
Ritieni che una polizza espressamente strutturata sulle peculiarità della tua azienda possa essere una soluzione interessante?
Hai altre soluzioni da proporre? Usa lo spazio qui sotto per esporre le tue idee, sarà un piacere poter conversare insieme sul tema.
A presto
Mauro
P.S.
Se l’argomento ti appassiona, iscriviti alle mie newsletter così non ti perderai i miei prossimi contenuti!