Tag: fondi comuni d’investimento

07 Gen 2019

Scopri come funzionano i Fondi ETF

In questi ultimi anni fra i risparmiatori italiani si è fatta strada in maniera preponderante una relativamente nuova tipologia di fondi d’investimento, gli ETF.

 

Acronimo di Exchange Trade Funds, rappresentano una particolare tipologia di fondi Comuni d’investimento ma che rispetto ai loro cugini possiedono delle caratteristiche che li contraddistinguono:

 

  1. Possono essere negoziati come un normale titolo azionario.
  2. Sono a gestione passivaquindi il fondo si limita a replicare l’andamento di un indice borsistico (Benchmark) chiamato sottostante.

 

– La negoziazione:

Con gli Etf in ogni istante potrai conoscere il valore netto della quota, a differenza di un normale Fondo Comune d’Investimento il cui valore (NAV) viene reso noto soltanto a fine giornata e per disimpegnare delle quote possono volerci dei giorni al contrario, negli Etf la negoziazione avviene in tempo reale, esattamente come un qualsiasi titolo azionario scambiato sui mercati.

– La gestione Passiva:

La gestione passiva si limita di fatto a replicare un indice di borsa ma in che modo?

Il fondo acquista in proporzione rispetto all’indice prescelto i titoli in esso presenti, in questo caso parleremo di replica fisica, oppure ricorre all’utilizzo di strumenti derivatiquali gli Swap andandolo a ricreare in piccolo la stessa composizione dell’indice in questo caso si parlerà di replica sintetica.

Pertanto se acquisto quote di un Etf che investe sull’indice FTSE MIB e la sua performance per ipotesi, in un anno è del +10% anche il tuo Etf avrà di conseguenza un incremento molto simile.

Ti ho illustrato le 2 caratteristiche peculiari che rendono “diversi” gli Etf dai Fondi Comuni tradizionali, ora però voglio approfondire con te altri aspetti che rendono davvero intrigante questo tipo di strumento:

 

  • Costi
  • Flessibilità
  • Trasparenza
  • Liquidità
  • Diversificazione
  • Rischi

 

– I costi:

Proprio a causa della sua maggiore semplicità di esercizio i costi di un Etf sono di molto inferiori rispetto a quelli di un Fondo Comune Tradizionale a gestione attiva.

A monte avrai a disposizione il TER (Total Expense Ratio) indicatore che serve a valutare il costo complessivo annuo e che include i costi di gestione del fondo ed un’altra serie di costi come quelli di amministrazione, custodia, revisione ecc. l’ammontare del costo dipende dal tipo di indice che il fondo va a replicare e dalla politica dell’emittente del Etf, della società di gestione per intenderci.

A carico del risparmiatore abbiamo poi le commissioni di negoziazione, il cosiddetto spread denaro/lettera che è la differenza fra i prezzi in denaro (acquisto) e lettera (vendita) gli Etf più liquidi avranno spread più bassi.

Infine i costi di ribilanciamento che non sono dovuti alle politiche dello strumento, bensì a fattori esterni quali appunto il ribilanciamento degli indici borsistici che viene effettuato periodicamente dai provider (FTSE, MSCI, STOXX ecc.) quando vengono inserite o tolte delle società, il flusso di titoli in entrata o in uscita negli indici può comportare una piccola variabilità nei costi complessivi.

– Diversificazione:

In una sola, semplice operazione si può ottenere un’efficace diversificazione rispetto all’acquisto di uno o più titoli acquistati separatamente.

Un investimento in Etf ha, rispetto al medesimo investimento in azioni, una sola ma determinante differenza, quando acquista un’azione il risparmiatore partecipa direttamente al capitale della società emittente, assumendosi di conseguenza tutti i rischi connessi.

Con gli Etf ti sarà consentito di avere un’esposizione immediata anche verso centinaia di titoli in un colpo solo come può essere il caso di un Etf sullo S&P 500 oppure sull’indice MSCI WORLD, utile sarebbe anche ripartire i risparmi in diversi Etf che puntino su diverse asset class permettendoti di avere una diversificazione strategica straordinaria.

 

Fonte: iShares

– Trasparenza:

Gli ETF si distinguono rispetto a molti altri strumenti finanziari per avere una grande trasparenza, perché ti permettono di monitorare in tempo reale l’andamento del fondo.

La possibilità della negoziazione continua ti permette di conoscere il valore di mercato dello strumento in ogni istante, cosa che non accade con i fondi tradizionali in quanto il valore della quota (NAV) viene determinato solo a fine giornata.

– Liquidità:

Essendo gli Etf trattati come titoli azionari, essi verranno acquistati e venduti durante la giornata di contrattazione ad un prezzo sempre conosciuto, pertanto lo scarto fra il prezzo di acquisto (denaro o Bid) o quello di vendita (lettera o Ask) viene ridotto al minimo, grazie alla presenza di operatori professionali che apportano costantemente liquidità nel sistema per renderlo il più stabile possibile e sono soggetti a precisi obblighi, sia in termini di quantità minima da esporre in acquisto o in vendita, sia per quanto concerne la differenza percentuale massima fra il prezzo denaro (bid) che quello lettera (ask) quindi la liquidità disponibile non dipende soltanto dai volumi, ma è garantita anche dagli operatori professionali.

– Flessibilità:

Gli Etf sono strumenti particolarmente semplici da utilizzare anche per un risparmiatore alle prime armi e con risorse più limitate, e che consentono però l’accesso a mercati altrimenti preclusi ai piccoli e medi risparmiatori.

Si adattano perfettamente a tutti gli orizzonti temporali derivanti dai tuoi personali progetti di vita, a partire dal breve e brevissimo periodo, fino a quelli più articolati del medio / lungo periodo 5 – 7 10 anni ed oltre.

– I Rischi:

Come TUTTI gli strumenti finanziari, anche gli Etf non sono esenti da rischi, anche se in misura decisamente inferiore rispetto ad altri strumenti similari.

Anzitutto devi sapere che le variabili macroeconomiche e le conseguenti dinamiche del mercato influiscono sugli indici e di conseguenza vanno ad incidere sui rendimenti di un Etf, i rischi più comuni sono:

Rischio mercato: gli Etf hanno come obiettivo quello di replicare un indice sottostante al netto dei costi (commissioni) del fondo. Quindi se il valore dell’indice aumenta aumenterà di conseguenza anche il tuo Etf e viceversa, se l’indice scende anche l’Etf essendo a gestione passiva lo seguirà fedelmente. Per limitare questo rischio ti sarà sufficiente prendere posizione su più Etf che seguano indici e mercati differenti e possibilmente poco correlati fra loro.

Rischio valutario: rischio tipico di quando si acquistano strumenti in valuta diversa dalla nostra, ci si espone alle fluttuazioni dei cambi, questo rischio si risolve o valutando attentamente l’acquisto di più Etf che si compensino fra loro oppure ricercando quelli che abbiano politiche di Hedging a copertura appunto di questo tipo di rischio.

Rischio controparte: Alcuni Etf per replicare un indice fanno ricorso a strumenti derivati come gli Swap, in questo caso si chiamano Etf sintetici, gli swap però incorporano il rischio controparte, che in caso d’insolvenza di una delle controparti il fondo potrebbe accusare perdite. Tale rischio si gestisce o addirittura si annulla se il gestore del fondo versa un collaterale a garanzia sufficientemente ampio.

– Conclusioni

Gli ETF hanno la funzione di mattoni del tuo portafoglio potranno essere utilizzati da soli, oppure congiuntamente ad altri strumenti quali le Polizze Unit ad esempio, per garantirti le maggiori chance possibili di concretizzare i tuoi progetti di vita ed al contempo proteggere efficacemente i tuoi soldi.

Uno strumento relativamente semplice quindi, poco costoso ed alla portata di qualsiasi portafoglio, anche in questo caso il mio consiglio rimane quello di sempre, prima di muoverti chiedi consiglio ad un esperto (se non ti avvali dei servizi di un consulente finanziario Contattami, un suggerimento non lo nego mai a nessuno) perché se da un lato lo strumento è relativamente semplice da utilizzare dall’altro selezionare quello/i giusto/i è un compito molto più arduo di quello che potrebbe sembrare a prima vista, perché richiede competenze specifiche nonché l’accesso ad informazioni sui mercati che non sono di facile reperibilità per il risparmiatore.

Ma adesso dimmi la tua, hai mai pensato di usare un Etf ?

 

Ne vuoi sapere di più sul mondo degli Etf?

CONTATTAMI!

Un buon consiglio non lo nego mai a nessuno.

07 Dic 2018

Impara a gestire i tuoi risparmi in 8 mosse!

Ogni risparmiatore del mondo è convinto di avere saldamente in mano le redini del proprio risparmio, come è convinto di essere un ottimo guidatore.

Purtroppo, sappiamo entrambi che non sempre è così, siamo tutti sinceramente convinti di essere ottimi e prudenti guidatori vero ma poi, alla prova dei fatti, sappiamo anche di commettere degli errori, in assoluta buona fede certo, ma che purtroppo, a volte possono comportare conseguenze anche pesanti.

Per tale ragione voglio offrirti questa mini guida, in cui ho sintetizzato in 8 passi i principi generali a cui si dovrebbe ispirare qualsiasi risparmiatore per gestire al meglio le proprie risorse, in più ti svelerò un paio di segreti che ti consentiranno di evitare brutte sorprese.

1 – Stabilisci i tuoi obiettivi di vita

Non è pensabile parlare di come andrebbero gestiti i propri risparmi se non si ragiona anzitutto in termini di obiettivi di vita; pertanto il primo passo concreto riguarderà te stesso e la tua famiglia.

Devi fare una profonda riflessione su quali saranno i tuoi progetti di vita (e di spesa) nel breve (6 mesi – 1 anno) nel medio (3 – 5 anni) e lungo periodo (10 anni ed oltre) senza andare possibilmente in confusione 🙂

Eccoti qualche esempio di progetto di vita:

  • Accantonare denaro per pagare gli studi universitari dei figli
  • Aprire una posizione previdenziale per te o per i tuoi figli
  • Acquistare una casa
  • Reperire le risorse per il matrimonio della figlia
  • Accantonare riserve per la pensione

E via discorrendo, ogni persona è diversa dall’altra ed ognuno di noi ha i propri personalissimi obiettivi a cui aspira, che possono differire notevolmente in base all’età, alla situazione finanziaria, a quella famigliare ed altri mille fattori.

A questo punto procurati carta e penna ed incolonna i tuoi progetti in ordine d’importanza (e di spesa) successivamente “spalmali” su una linea temporale a cominciare dal più immediato fino al più distante nel tempo, in questo modo andrai a definire gli orizzonti temporali su cui dovranno basarsi tutti i tuoi successivi ragionamenti su quali strumenti andranno utilizzati per reperire le risorse necessarie al raggiungimento dei tuoi progetti.

Approfondisci guardano il video:  Prima d’investire hai valutato l’orizzonte temporale?

2 – Stabilisci un piano e rispettalo!

Determinati gli obiettivi è giunto il momento di mettere giù un piano strategico d’investimento, cominciare a determinare quale tipologia di strumenti saranno i più indicati per partire dal punto A e giungere (possibilmente indenni) al punto B.

Lo strumento giusto per l’obiettivo giusto, prima si penserà agli obiettivi a quello che si vorrebbe fare con il denaro e quanto denaro servirebbe per concretizzarli, partendo dalla situazione attuale, soltanto dopo si cercherà lo strumento più idoneo allo scopo in un processo in cui dovrai:

Mediare fra risorse di partenza, risorse finali, tempo a disposizione e quanto rischio sarà accettabile per raggiungere lo scopo

Se per il reperimento delle risorse future, potrebbe non essere sufficiente il tempo che supponi di avere a disposizione, allora potrai o allungare i tempi, oppure aumentare il livello di rischio/rendimento oppure ancora entrambi i fattori, in qualsiasi caso gli elementi su cui dovrai lavorare saranno:

  • Obiettivo da raggiungere
  • Situazione patrimoniale attuale
  • Situazione patrimoniale finale
  • Orizzonte temporale a disposizione
  • Tolleranza al rischio

Qui la faccenda si complica lo so, non è una cosa semplice (Ho detto che non è semplice non impossibile!) la soluzione per questa attività esiste, affidati ad uno specialista, il quale eseguirà il corretto processo di analisi, saprà aiutarti nel mediare fra le diverse variabili poc’anzi esposte, inoltre sarà stabilire quale sarà il giusto grado di rischio che potrai permetterti senza andare in difficoltà.

Insieme andrete successivamente a selezionare quegli strumenti che meglio si adatteranno allo scopo, non solo in termini di rischio/ rendimento ma anche in termini di orizzonti temporali e costi di gestione.

Una volta approntato il piano attieniti fedelmente ad esso, nel tempo potrebbero rendersi necessarie delle modifiche (purché sempre contestualizzate)  a causa di eventi sui mercati non previsti e non prevedibili oppure, il caso più frequente, quando avrai raggiunto un obiettivo e si dovrà pensare a come raggiungere il successivo.

3 – Diversificazione e decorrelazione

Dos è meglio che one recitava una vecchia pubblicità, molti titoli sono sicuramente meglio che pochi o peggio di uno solo, per un motivo semplice, con un solo titolo ti accolli tutti i rischi espliciti ed impliciti che esso incorpora, mentre investendo in piccole percentuali su diversi strumenti i rischi si vanno in un certo senso a diluire.

Leggi anche Fondi Comuni come (Dovresti) utilizzarli

Il secondo segreto da conoscere per una buone gestione dei risparmi è che dovresti cercare sempre la massima diversificazione possibile, intesa nel prendere posizione su più mercati diversi in zone geografiche, paesi e valute differenti.

Potrai cominciare con una prima diversificazione prendendo posizione:

  • Geografica
  • Settoriale
  • Valutaria

Geografica: Prendere posizione su mercati in vari paesi o aree geografiche: Europa, Paesi emergenti, Africa oppure su singoli paesi: Cina, USA, Indonesia ecc. in modo da sfruttare i vantaggi offerti dalle diverse economie mondiali.

Settoriale: Mercati diversi, biotecnologie, servizi, materie prime (legno,acqua,minerali vari), trasporti, ecc.

Valutaria: infine prendere posizione su diverse valute oltre all’Euro come Dollari, Yuan, Franchi Svizzeri ecc.

La diversificazione è fondamentale per rendere il portafoglio il meno correlato possibile, per fare in modo che i tuoi diversi investimenti si muovano possibilmente in direzioni opposte in questo modo bilancerai il tuo portafoglio riducendo i rischi al minimo, perchè quando un mercato od un settore scende ne abbiamo sempre un altro che sale.

Guarda anche il mio video: Con i Risparmi non fare a testa o croce…

4 – Impara a gestire la tua emotività

I mercati salgono, i mercati scendono, lo fanno tutti i giorni, da sempre.

Non c’è nulla di più deleterio per i risparmiatori di tutto il mondo, che la loro fondamentale incapacità di poter gestire le proprie emozioni e questo, i grandi squali della finanza internazionale lo sanno benissimo…

Non cadere nella trappola dell’emotività, hai fatto i tuoi conti, sai dove vuoi arrivare, hai pagato uno specialista per acquisire i giusti strumenti e che monitori costantemente il loro andamento, a questo punto il tempo e soltanto lui sarà il tuo migliore amico, nel lungo periodo infatti si portano sempre a casa risultati positivi.

Evita di spaventarti quando leggi i giornali, con le notizie catastrofiche ci vanno a nozze da sempre; se hai dei dubbi parlane con il tuo consulente, ponigli tutte le domande che ritieni necessarie, per favore non seguire il gregge e non permettere mai ai fatti di piegarsi di fronte alle tue idee al contrario, dovranno essere loro a piegarsi ai fatti.

Stai molto attento anche all’eccesso di sicurezza il quale, se entro certi limiti è addirittura benefico (anche fisicamente) dall’altro ti può giocare brutti scherzi.

Non perderti il mio video: Comperare e vendere sì…ma quando?

5 –  Reinvesti ogni volta che puoi

Hai un polizza di previdenza? Ogni anno potrai detrarre una certa cifra dai versamenti fino ad un massimo di 5.164 euro e rotti, quando ti verranno rimborsati sul 730, reinvestili nella tua polizza, fallo anche con tutti quegli strumenti che ti offrono dei rendimenti, se non hai effettive necessità di coprire delle spese preventivate, reinvesti sempre gli interessi così potrai sfruttare la magia dell’interesse composto!

Guarda con attenzione il mio video: Interesse composto come funziona veramente

Ti riesce complicato farlo? Allora usa una formula PAC (Piano Accumulo Capitale) per una parte del tuo portafoglio, con questo sistema potrai prendere posizione su mercati più redditizi, ma anche più volatili a piccoli passi, sfruttando anche qui l’interesse composto e potrai inoltre mediare in maniera redditizia sul valore delle quote.

Per saperne di più guarda: Come Funziona il Piano Accumulo Capitale

6 – Non correre dietro ai rendimenti

Non correre dietro alle previsioni di Tizio o di Caio, nessuno conosce il futuro è una delle poche certezze che abbiamo in questa vita, mantieniti fedele al tuo piano e non cominciare a vendere e ricomprare in continuazione, i soldi facili non sono mai esistiti né mai esisteranno, vendere e ricomprare significa costi di liquidazione, commissioni di ingresso e imposte da pagare sulle plusvalenze, l’unico risultato sicuro (faccio questo mestiere da sufficiente tempo per saperlo con certezza) è che alla fine rimarrai soltanto con il cerino in mano, nella migliore, e dico migliore delle ipotesi.

7 –  Non esporre i tuoi risparmi alle aggressioni esterne

Tema in realtà piuttosto articolato, che esplorerò più approfonditamente nei prossimi articoli, ma che si può riassumere in:

Non lasciare i soldi fermi sul conto!

Come detto poco fa, io non so cosa accadrà domani, pertanto evita di lasciare i soldi su un conto il quale è particolarmente esposto in caso di patrimoniali, Bail In, prelievi forzosi,certo sto parlando di situazioni estreme, ma che si sono già verificate in passato quindi la parola impossibile in questo caso non esiste.

Leggi anche: Proteggere i Risparmi? Usa una Unit Linked!

Investire in strumenti quali i Fondi Comuni, gli ETF oppure le Polizze, ti garantiranno protezione al verificarsi degli eventi di cui sopra, inoltre cerca di farlo se ti è possibile, in strumenti di diritto estero, in modo che il tuo denaro non si trovi in Italia in caso di “problemi”.

8 –  NON fare tutto da solo/a

Guarda che non te lo sto dicendo per proporti chissà quale affare mirabolante, te lo sto dicendo perché purtroppo mi capita di vedere tutti i giorni i danni che in assoluta buona fede si arrecano ai propri sudatissimi risparmi, la finanza è un mondo complesso e la gestione di un portafoglio risparmi richiede costanza e competenze specifiche.

Quando hai male al pancino ti rivolgi ad un medico oppure ti curi con delle erbe che hai raccolto a casaccio nel bosco?

Non c’è nulla di male nel farsi aiutare da un consulente di fiducia, esponigli i tuoi dubbi le tue perplessità, parlagli dei tuoi progetti di vita, ti ricordo nel caso non lo sapessi, che il consulente finanziario al pari dell’avvocato o del medico è vincolato al segreto professionale.

Perché un consulente? Perché si tratta del futuro tuo e dei tuoi cari!

Se al momento non hai un consulente di fiducia non preoccuparti CONTATTAMI, due parole non impegneranno nessuno di noi, ma potrebbero fare la differenza per te.

– Conclusioni

In conclusione direi che il processo per una buona gestione dei propri risparmi passa da questi semplici step e 9 volte su 10 la fonte dei guai deriva proprio dal non aver rispettato questi passi.

Adesso però dimmi la tua, ritieni che seguire questi passi sia sufficiente per gestire al meglio i tuoi risparmi o ritieni di aggiungerne altri?

A presto

Dott. Mauro Valentino

P.S.

Se desideri parlare con me in forma più riservata clicca sull’immagine qui sotto.

 

28 Nov 2018

Fondi Comuni come (Dovresti) Utilizzarli.

Fondi Comuni come (Dovresti) Utilizzarli.

Fondi Comuni come (Dovresti) Utilizzarli.

Riflessioni:

Fondi di liquidità:

Fondi Obbligazionari

Fondi Azionari

Fondi Flessibili

Fondi Bilanciati

Conclusioni

Riflessioni:

Oggi ti offro una guida di come andrebbero usati i vari tipi di fondi comuni d’investimento, allo scopo di fornirti informazioni chiare, che spero possano tornarti utili per poter prendere decisioni consapevoli per quanto riguarda i tuoi risparmi.

Se da un lato è innegabile che l’utilizzo di fondi comuni ti consentirà di accedere, per il tramite di una gestione professionale a quei mercati, altrimenti preclusi ai piccoli e medi risparmiatori dall’altro, dovresti fare a monte delle profonde riflessioni sull’opportunità o meno di utilizzare questo strumento, mi spiego meglio con un esempio:

Pertanto, prima di tutto dovresti avere le idee molto chiare  su quali sono i tuoi personali progetti di vita, quanto tempo pensi di avere a disposizione perché si concretizzino e soprattutto, quanto rischio ritieni di essere in grado di sopportare senza andare in difficoltà.

Un solo consiglio, non fare mai da solo, rivolgiti sempre ad un consulente professionista, il quale anzitutto ti ascolterà attentamente per cogliere con chiarezza quali sono le tue necessità, dopodiché procederà alla selezione degli strumenti più indicati per consentirti il raggiungimento dei tuoi obiettivi possibilmente senza danni.

I fondi comuni sono uno strumento molto utilizzato nel mondo del risparmio, pertanto al crescere delle tipologie si sono andati via via a suddividere in diverse categorie, le quali si prestano ad utilizzi diversi con differenti caratteristiche, adesso ti elenco le principali nel dettaglio:

 

Fondi di liquidità:

I fondi di liquidità sono strumenti che  investono in titoli di liquidità, particolarmente indicati per chi possiede orizzonti temporali di 3 o 6 mesi ed una bassa propensione al rischio.

I fondi di liquidità non possono investire in titoli azionari ma solo su Titoli di Stato (Bond) o strumenti similari, caratterizzati da una duration (vita finanziaria) molto breve, in genere intorno ai 6 mesi appunto.

Sono caratterizzati da una bassa volatilità (sensibilità alle oscillazioni di mercato) e basso rendimento, con un rischio complessivo però molto limitato, i titoli in portafoglio generalmente sono dotati di un Rating elevato.

I fondi di liquidità sono strumenti ideali per parcheggiare del denaro in attesa di eventuali spese già preventivate, oppure per costituire una riserva di protezione per fronteggiare spese impreviste, un buon sistema inoltre per non lasciare i soldi sul conto corrente che, in tempi come questi, potrebbe essere interessato da procedure su Bail In o eventuali (ipotesi estrema) patrimoniali, la loro funzione è quella di offrire al risparmiatore una rivalutazione del capitale che possa recuperare efficacemente l’inflazione.

Approfondisci leggendo anche: Proteggi davvero i tuoi risparmi usa i fondi comuni

Fondi Obbligazionari

 Caratterizzati da un paniere diversificato di obbligazioni, in genere Corporate (societarie), nella stragrande maggioranza dei casi, sono caratterizzati da una volatilità media o medio-bassa.

Tramite la compravendita dei titoli, giocando sulla loro duration (la vita finanziaria) e sulla loro attenta selezione l’idea è quella di offrire rendimenti superiori rispetto ad un parametro di riferimento (Benchmark) solitamente un indice borsistico, coerente con la natura dei titoli presenti in portafoglio, ad esempio, un Fondo Obbligazionario USA avrà come Benchmark un indice borsistico Americano.

In questo caso si possono acquistare fondi espressi in valuta locale, tipo Dollari, Yen, Sterline ecc. ma poni particolare attenzione al rischio cambio.

 Uno dei grandi vantaggi di questo strumento, risiede nell’ampia diversificazione dei titoli quindi la possibilità di diluire il rischio specifico, lo trovo personalmente indicato in coloro che hanno come orizzonte temporale un periodo di 5 o 7 anni mediamente, con una sopportazione del rischio di media entità.

 

Fondi Azionari

Sono fondi al cui interno trovano posto quote di titoli azionari, per natura questo tipo di investimento possiede generalmente una volatilità nettamente superiore rispetto ai precedenti, anche qui con qualche eccezione, ma che al contempo possono generare rendimenti anche di molto superiori alla media.

La famiglia dei fondi azionari è a dir poco immensa, pertanto si è pensato di suddividerli in sottocategorie a seconda delle loro caratteristiche peculiari in termini di tipologia di investimento e stile di gestione.

Fondi azionari settoriali: Che investono in diversa percentuale in differenti settori economici, ad esempio in telecomunicazioni, servizi, Biotecnologie, materie prime ecc.

Fondi azionari Internazionali: Investono in azioni delle borse in tutto il mondo detti anche fondi globali.

Fondi area Euro: Investono in titoli dei paesi aderenti al circuito Euro.

Fondi azionari pacifico: Investono nei paesi area pacifico, compresi solitamente Giappone ed Australia

Fondi azionari Paese: Investono in titoli rappresentativi degli indici borsistici dei singoli paesi, Italia, Francia, Cina, Giappone ecc.

Fondi Azionari paesi Emergenti: Investono nelle borse dei paesi  in forte sviluppo economico ad esempio America Latina, Est Europa, Sud Est Asiatico ecc.

I fondi azionari si possono anche suddividere in differenti valute, Dollari, Sterline, Yen ecc. Ottimo metodo per acquisire una diversificazione valutaria all’interno del tuo portafoglio, attenzione al rischio cambio, a meno che non siano previste opportune politiche di protezione (Hedging) previste dal regolamento del fondo.

  • Le politiche di investimento

Nella gestione dei fondi azionari un particolare rilievo assumono le politiche di investimento perseguite per poter ottenere i rendimenti attesi che si dividono sostanzialmente in due tipologie:

  1. Gestione attiva: Chiamata in gergo Bottom up, che punta ad una selezione e relativa gestione dei titoli in modo da ottenere rendimenti superiori al benchmark di riferimento
  2. Gestione passiva: Denominata Botton down, che al contrario si accontenta di replicare l’andamento dell’indice di riferimento (Benchmark)

I fondi azionari, sono quelli che meglio si prestano per sviluppare maggiori potenzialità di guadagno, ma tieni sempre presente che quando si parla di fondi azionari l’orizzonte temporale d’investimento è necessariamente di lungo periodo, sto parlando di almeno 10 anni, affinché tu possa avere maggiori chance di ottenere ottimi risultati.

Fermo restando che di garantito non esiste nulla e che nessuno di noi conosce il futuro, per offrirti maggiori chance di successo dovrai ricorrere ad una corretta diversificazione che sia la più ampia possibile, per poter cogliere tutte le opportunità e diluire per quanto possibile i rischi.

 

Fondi Flessibili

Si pongono a metà strada fra i fondi obbligazionari e quelli azionari con delle differenze peculiari.

Il portafoglio del fondo potrà essere riempito oltre che con obbligazioni anche con titoli azionari la cui percentuale può variare da 0% al 100% il gestore quindi potrà variare le componenti azionaria ed obbligazionaria a sua discrezione, consentendogli di poter approfittare, dei rialzi di mercato, oppure per difendersi nelle fasi di calo.

Questa tipologia di fondo è da considerarsi non solo di lungo periodo (7-10 anni), ma vista anche la sua volatilità ed i costi, che non sono indifferenti, direi che non è consigliabile a chi non abbia una discreta tolleranza al rischio oltre ad avere già di per sé un portafoglio ben diversificato.

 

Fondi Bilanciati

Anche in questo caso nel portafoglio troveremo la compresenza sia di obbligazioni che di azioni, con la differenza rispetto ai fondi flessibili che la componente di rischio, ovvero quella azionaria potrà variare da un minimo del 10% ad un massimo del 90%.

Pertanto questa tipologia di fondi porterà sempre con sé una certa componente di rischio, a differenza di quelli flessibili dove la componente azionaria in caso di necessità potrà essere azzerata, su questo strumento il gestore, con tutta la buona volontà di questo mondo, non potrà intervenire per proteggere il patrimonio da crolli improvvisi dei mercati.

In passato molti fondi bilanciati hanno offerto performance decisamente anomale, subendo flessioni sovente significative, anche in questo caso parliamo come orizzonte temporale di un periodo medio-lungo, personalmente mi sento di consigliarlo a chi ha un’ ottima tolleranza al rischio, possiede un portafoglio ben diversificato e sia assolutamente consapevole dei meccanismi che regolano lo strumento.

 

Conclusioni

I fondi comuni sono un valido strumento per gestire al meglio i tuoi risparmi, per ottenere la giusta diversificazione, controllare il rischio, ottenere una gestione professionale ed accedere a mercati altrimenti irraggiungibili per i piccoli e medi risparmiatori.

Allo stesso tempo però, i fondi comuni d’investimento vanno utilizzati con cognizione di causa, dovresti avere le idee molto chiare su quali sono gli obiettivi di vita che vorresti veder concretizzati,quanto tempo avrai di fronte, qual’è la sopportabilità massima di rischio al quale ti potrai esporre, dovresti inoltre possedere le opportune conoscenze su quali potrebbero essere i movimenti macroeconomici dei prossimi anni in tutte le aree del mondo.

Per questo prima di procedere ad un acquisto di fondi, non farti incantare dalle belle parole o dalla promessa di rendimenti mirabolanti,

Leggi SEMPRE con estrema attenzione il prospetto informativo!

 E nel farlo, fatti aiutare da un consulente esperto che ti conosca bene e che ti metta in condizione di prendere decisioni in maniera consapevole.

Bene hai letto fino a qui, spero di essere stato esaustivo nella mia digressione, adesso tocca a te, hai mai utilizzato, dei fondi comuni d’investimento per gestire i tuoi risparmi?

Fammi conoscere il tuo pensiero nei commenti, sarò lieto di poter conversare con te.

A presto

Mauro Valentino

P.S.

Se non ti va di veder pubblicati i tuoi commenti e preferisci pormi le domande in forma più riservata, contattami direttamente, ti risponderò quanto prima, ti basterà cliccare sull’immagine qui sotto.