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18 Mag 2018

Clausole Azione Collettiva i Titoli di Stato Sono ancora Sicuri?

L’Italico popolo ha sempre avuto la passione per i Titoli di Stato considerati come investimento sicuro, ma è davvero ancora così?

 

Titoli di Stato, Obbligazioni Governative, Titoli del debito o se vogliamo fare i fighetti, Foreign Bond, sono titoli emessi dallo Stato per sovvenzionare le proprie spese.

Chi li acquista ha diritto a ricevere degli interessi con cadenza periodica (cedole) ed allo scadere del prestito, ha diritto di ricevere indietro il denaro investito. Noi cittadini/risparmiatori diventiamo quindi creditori nei confronti dello Stato.

In Italia i Titoli di Stato Bot, BTP, CCT, CTZ, Buoni Postali Fruttiferi ecc. hanno negli anni acquisito fama di investimento sicuro, tanto da divenire uno dei due pilastri su cui si è concentrato il risparmio degli Italiani dal dopoguerra ad oggi.

Purtroppo dal 2013 le regole sono cambiate e questa certezza si è ridimensionata, ma prima di addentrarmi nella tematica ci tengo a sottolineare che non esistono investimenti privi di rischio, minore o maggiore il rischio c’è sempre, ma non solo, esso è indissolubilmente legato al rendimento, maggiore il rendimento maggiore il rischio, spero che questa semplice legge immutabile della finanza ti sia chiara prima di proseguire il nostro discorso.

Clausole di Azione Collettiva (CACS) sono state introdotte dal MEF, Ministero Economia e Finanze con decreto n° 96717 del 7 dicembre 2012 pubblicato in GU 18 dic 2012 operativo da 1 gennaio 2013, come parte integrante del trattato ESM (European Stability Mechanism) e del trattato sul Fiscal Compact, pertanto si tratta di normative applicate in tutta l’area Euro. 

Per approfondire ti lascio i link ai trattati: 

 

CACS

ESM 

FISCAL COMPACT  

 

Come ho detto, l’Italico popolo ha una passione direi quasi viscerale per 2 cose:

 

  • Il Mattone
  • I Titoli di Stato

 

Anche se in questi ultimi anni le cose cominciano a muoversi verso altre direzioni, resta il fatto che la stragrande maggioranza dei risparmiatori italiani resta ancorata a queste colonne portanti come evidenzia chiaramente questo diagramma.

 

 

Ma perché i Titoli di Stato hanno un così grande appeal verso il risparmiatore italiano? Le risposte sono molte, ma la più importante a mio avviso, rimane quella del fatto che il risparmiatore italiano anzitutto semplicemente non si fida e vede nello Stato la sua ancora di salvezza, in un mondo (la finanza) di cui non comprende appieno i meccanismi ed è terrorizzato (sovente con ragione) dall’utilizzo di strumenti che potrebbero mettere a repentaglio i propri sudatissimi risparmi. Lo Stato rappresenta, per il risparmiatore medio, la garanzia di restituzione del capitale, ovvero di non perdere i propri sudati risparmi, rende poco? Non è un problema, l’importante è che il patrimonio sia sicuro.

 

“Io voglio un investimento che sia sicuro”

 

Recita la frase tipica che negli anni mi sono sentito ripetere innumerevoli volte, ma devo essere onesto con te, ti devo comunicare una notizia che so non ti piacerà, con l’introduzione delle Clausole di Azione Collettiva viene a mancare la certezza dello Stato come fonte finale di salvaguardia del nostro risparmio, il concetto di investimento sicuro comincia a scricchiolare.

 

I Titoli di Stato de facto non sono più garantiti dallo Stato al 100%

 

Spero vorrai perdonare il gioco di parole, ma la realtà è proprio questa, i Titoli di Stato non sono più da considerarsi un investimento sicuro a prescindere, fattene una ragione di vita ed andiamo avanti nella disamina.

Le Clausole di Azione Collettiva, nonostante il nome simpatico, nulla hanno a che vedere con le class action dei comuni cittadini intentate contro le multinazionali o gli Stati, sono in realtà parte del Trattato ESM il cui scopo è quello di consentire a Nazioni in difficoltà di poter ristrutturare il proprio debito, e fra le varie modalità è stata inserita anche la quella d’intervenire direttamente sui Titoli di Stato, ma in che modo?

 

  • Le CACs nel dettaglio

 

Le Clausole di Azione Collettiva consentono all’emittente del titolo, lo Stato in questo caso, nel caso di conclamata difficoltà (default) di rinegoziare le condizioni contrattuali stipulate a suo tempo; lo Stato quindi ed i grandi investitori istituzionali (Istituti bancari/Assicurativi e Fondi) si riservano pertanto una libertà quasi assoluta di manovra, in questo senso.

 

Si potranno rivedere scadenze, importi, cedole, tassi e valuta

 

Questo incrina fortemente, a mio avviso, il concetto leggendario di investimento sicuro di cui sono ammantati i Titoli di Stato.  Per essere sicuro che tu abbia compreso, adesso ti faccio una lista sintetica delle operazioni che uno stato (di concerto con la maggioranza dei possessori di Titoli di Stato) potrebbe intraprendere su un eventuale titolo emesso dopo il 1 gennaio 2013.

 

  • Posticipare la data di scadenza
  • Ritardare il pagamento delle cedole
  • Decurtare il pagamento di cedole e rimborsi
  • Cambiare il metodo di calcolo dei pagamenti
  • Cambiare la valuta di pagamento

 

  • Non disperiamo ci sono dei limiti

Non è che siamo finiti tutti in mano ad un branco di satiri, esistono dei limiti, anzitutto le CACS possono essere applicate soltanto su titoli emessi successivamente al 1 gennaio 2013, pertanto sulle emissioni precedenti non saranno applicate; inoltre hanno valore soltanto su emissioni superiori ai 12 mesi i BOT quindi sono esclusi, inoltre la decisione finale spetta allo Stato, previo il consenso della maggioranza dei detentori i titoli in questione.

In caso di applicazione delle Clausole di Azione Collettiva non verranno colpiti tutti i titoli di Stato, bensì potranno essere applicate al massimo sul 45% dell’ammontare totale dei Titoli emessi in uno specifico anno, questa norma ricade sotto quella che viene eufemisticamente chiamata tutela parziale.

Inoltre affinché le CACs vengano applicate, ci deve essere il consenso a maggioranza di almeno il 75% oppure dei ⅔ dei detentori dei titoli pubblici, la domanda a questo punto è, chi sono? In questo caso si fa riferimento in particolare a Banche, Assicurazioni e Fondi, sono loro infatti a detenere la stragrande maggioranza dei titoli nelle loro “pance”. Qui sorgerebbe il tema della preponderanza contrattuale di Stato ed Investitori istituzionali nei confronti dei privati cittadini, ma questa è un’altra storia, magari la potremo approfondire insieme nei commenti.  

Riepilogando quindi, affinché le CACs possano diventare operative devono sussistere conclamate condizioni di insolvenza (default) da parte dello Stato, inoltre hanno i seguenti limiti:

 

  • Applicate solo a titoli emesso dopo il 1 Gennaio 2013
  • Solo per Titoli con scadenza superiore ad 1 anno (i Bot sono esclusi)
  • Possono essere applicate al massimo sul 45% delle emissioni di uno specifico anno
  • Consenso maggioranza di almeno il 75% oppure i 2/3 dei detentori i Titoli

 

Il dubbio però mi viene pensando, chi sarà mai il possessore del 45% dei titoli sul totale delle emissioni di uno specifico anno? Ai posteri, ed anche a te, l’ardua sentenza.

 

  • Attenzione anche ai BTP Italia

 

Le clausole di cac sono applicabili anche sui famosi BTP ITALIA,  titoli indicizzati all’inflazione italiana che possono essere acquistati online, hanno un rendimento minimo, una protezione dalla deflazione e niente commissioni bancarie, se poi te lo tieni fino alla scadenza c’è un premio, ora tutto questo è seriamente messo in discussione nel caso, molto remoto e malaugurato di applicazione delle CACs.

Ti faccio cortesemente notare che tutti i Btp Italia a partire dal 1 gennaio 2013 sono sottoposti alle clausole CACS, non ci credi?

Puoi facilmente verificarlo da qui (ci sono elencati i Btp Italia in base alle scadenze) la clausola la trovi nella scorrendo la sezione: Sintesi dei termini e condizioni principali dei Titoli

 

 

A me piace pensare che le CACS siano state create come una sorta di extrema ratio, più che altro per tranquillizzare i mercati su eventuali rischi default di qualche paese dell’Eurozona, il pericolo che possano entrare in vigore è veramente minimo, il fatto stesso di ricorrere a queste clausole sarebbe di per sé una dichiarazione esplicita di default, ma comunque ci sono, esistono e bisogna tenerne conto in fase di pianificazione dei propri risparmi/investimenti.

Quello su cui ho voluto porre l’accento in questo articolo non è il fatto che tali clausole possano o meno essere attivate nel futuro prossimo, bensì un principio che il Trattato Europeo di Stabilità (ESM) ha definito, ovvero:

 

Il principio secondo cui i Titoli di Stato

non hanno più

la garanzia assoluta dello Stato

 

  • Che faccio allora, non investo più in Titoli di Stato?

 

Assolutamente non ti sto dicendo questo!

 

Il BTP come qualsiasi altro titoli di Stato, compresi i Buoni Postali Fruttiferi, trovano certamente il loro spazio all’interno di un portafoglio ben diversificato, come anche dei fondi che investano in Titoli di Stato di altri paesi, le CACS, te lo ripeto, sono procedure che per essere messe in campo ci si dovrebbe trovare un una situazione di default conclamata, che al momento non è plausibile, ma io personalmente non conosco il futuro e non so cosa accadrà da qui a 5 o 10 anni, il messaggio che voglio far passare è:

 

Non esiste un investimento privo di rischio!

 

  • Le cose che potresti fare fin da subito

Il mio suggerimento è quello di valutare molto attentamente ogni singolo euro che vuoi investire, possibilmente con il supporto di una guida esperta come un consulente finanziario, il quale possiede tutte le competenze, l’esperienza e soprattutto le informazioni necessarie per aiutarti a collocare al meglio i tuoi risparmi (compresi eventuali Titoli di Stato) rendendoli funzionali al conseguimento dei progetti di vita tuoi e della tua famiglia.

Un altro mio suggerimento è sicuramente quello di diversificare di non mettere, come si suol dire tutte le uova in un paniere, bensì di spalmare i tuoi risparmi su strumenti che investano in mercati differenti con caratteristiche diverse, anche in questo caso la presenza al tuo fianco di un professionista diventa indispensabile, grazie alla sua profonda conoscenza dei mercati potrai trovare le soluzioni più adatte ai tuoi scopi senza assumerti rischi eccessivi.  

 

Hai letto fino a qui ottimo!

 

Adesso sono curioso, hai acquistato dei Titoli di Stato negli ultimi 5 anni? Il collocatore ti ha mai parlato compiutamente delle clausole CACs?

Lasciami la risposta nei commenti, oppure ponimi le domande che ritieni necessarie per approfondire il tema, sarò lieto di poterti rispondere e dialogare con te.

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A presto

 

Mauro