Cybersecurity: il megatrend del momento.

Ormai tutti i nostri dati sono in rete.

Disposizioni bancarie, shopping, conversazioni sensibili, spostamenti: sono solo alcune delle informazioni strettamente personali che finiscono ogni giorno nella rete. E, in un mondo in cui l’informazione è potere, tutti questi dati sono potenziali bersagli di attacchi cibernetici malevoli – clonazione della carta di credito, furto di identità e così via.

Su una scala più ampia il discorso si complica: ci basti pensare all’interferenza russa nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016 attraverso i social media o alla denuncia dell’amministrazione Trump contro Huawei1, in merito a un probabile furto d’informazioni digitali attraverso la tecnologia 5G. Si parla di “data breach” su scala globale, in grado di coinvolgere milioni di persone e di pesare enormemente sull’economia.

Ecco perché proteggere i dati e tutelare i cittadini da potenziali reati informatici è diventata ormai una priorità per molti Stati e aziende di tutto il mondo.

 

Un mondo digitale da proteggere.

La tendenza sembra destinata a crescere nei prossimi anni. Stando a un report messo a punto dall’associazione GSMA, entro il 2025 il numero di dispositivi connessi alla rete grazie alla cosiddetta Internet of Things arriverà a toccare i 25 miliardi dai circa 10 miliardi attuali – e le stime sono tra le più conservative: non più solo smartphone e pc, ma anche automobili, sistemi di allarme e di riscaldamento, frigoriferi, lavastoviglie, stampanti, telecamere, orologi, solo per fare qualche esempio.

Parallelamente, si diffonde a macchia d’olio l’utilizzo del cloud computing, un “archivio” nell’etere che permette di accedere al proprio spazio riservato da vari dispositivi, ma che presta inevitabilmente il fianco a possibili attacchi informatici.

Insomma, se da un lato Internet sta rivoluzionando la nostra società, creando nuove modalità di scambio economico e commerciale, dall’altro sta introducendo minacce inedite, con rischi che vanno dal furto della proprietà intellettuale alla sottrazione di dati personali e finanziari fino all’appropriazione indebita.

L’impatto economico non è trascurabile. Il World Economic Forum (WEF) ha inserito il cyber risk tra i rischi globali più significativi per il 2019 e il Global Risks Report (2019) ha previsto che il crimine informatico costerà all’economia globale oltre 6 mila miliardi di dollari entro il 2021, contro i 3 mila miliardi del 2015.

Tutto questo rende necessaria la messa a punto di soluzioni di sicurezza informatica.

Cosa si intende per sicurezza informatica?

In estrema sintesi, la cybersecurity racchiude varie discipline impiegate per proteggere i sistemi informatici (e i dati in essi contenuti) dall’intrusione di ospiti indesiderati. Ne fanno parte da un lato i fornitori di infrastrutture, che sviluppano hardware e software per la protezione dell’accesso a reti e file – produttori di antivirus, di firewall e di sistemi contro le intrusioni informatiche – e dall’altro i fornitori di servizio, società che offrono consulenze specifiche a privati, enti, banche e governi.

Per fare qualche nome, citiamo IBM Security, Palo Alto Networks, Cisco, Fortinet, Bae System e FireEye, alcune delle società più promettenti del momento.

Il settore è in decisa espansione: secondo dati IDC la spesa mondiale per la cybersecurity cresce di circa il 10% ogni anno, tre volte più rapidamente dell’economia globale e potrebbe raggiungere 120 miliardi di dollari entro il 2021.

E se fino ad ora gli investimenti si sono concentrati soprattutto in America, recentemente anche l’Unione Europea ha deciso di investire fino a 450 milioni di euro in una nuova partnership tra pubblico-privato nel settore della cybersecurity.

Sono numeri che lasciano pochi dubbi: la cybersecurity si profila come un vero e proprio megatrend, che anche gli investitori possono cavalcare.

 

Uno sguardo ai numeri.

I numeri ci dicono che dal 2015, l’indice è cresciuto del 78% circa (15% annualizzato).

 

E le prospettive ci dicono che, molto probabilmente siamo solo all’inizio di questa ascesa.

Una diversificazione su questo settore, consigliati e guidati da un professionista, meglio se attraverso la pianificazione di un piano di accumulo, potrebbe essere una scelta felice.

 

Mi chiamo Mauro Valentino, sono un Consulente Finanziario iscritto all’Albo Unico OCF e certificato EFPA, European Financial Advisor.

Lasciami le tue considerazioni, richieste, dubbi e/o approfondimenti, sarà un piacere poterti rispondere.

Ti ringrazio per l’attenzione,

a presto

Mauro

 

Fonte: AdviseOnly