Si ok, ma qual è il tasso?

“Che tassi ci sono adesso?”

Durante la mia giornata lavorativa fra clienti, potenziali tali, amici e parenti, quando si inizia a parlare di investimenti, 9 volte su 10, questa è la domanda che mi sento rivolgere.

E mi rendo conto che molto spesso ci sono delle aspettative di remunerazione dei propri risparmi che sono assolutamente fuori contesto.

E allora faccio una veloce “googolata” e mi accorgo che ci sono Banche che offrono , per un deposito vincolato ad un anno,  addirittura l’ 1,50%.

 

Siamo a luglio 2019, e per questo dico “addirittura” e soprattutto dico “attenzione”.

Faccio quindi un’ ulteriore “googolata” di approfondimento e vedo, per esempio, come volevasi dimostrare, che la Banca Popolare di Bari, non naviga in acque tranquille.

 

 

E questo cosa c’entra? C’entra eccome!!!

Provo a spiegarmi meglio.

Che cos’è e come si forma il tasso d’interesse?

Il tasso offerto da un emittente per remunerare i depositi dei propri clienti si compone di due parti:

  • La prima è uguale per tutti e lo decide il mercato : discende dalle decisioni della Banca Centrale, che abbassa o alza questo tasso in base alle diverse condizioni macroeconomiche. La Banca Centrale è un po’ come un miscelatore d’acqua: mette acqua fredda quando l’acqua nella vasca è troppo calda e, viceversa, quando l’acqua è troppo fredda, mette acqua calda.

Nelle fasi di difficoltà economica (come quella che stiamo vivendo da dopo il 2008) tende ad abbassare i tassi, per agevolare l’economia attraverso l’agevolazione del credito; viceversa quando il ciclo economico è in espansione, alza i tassi d’interesse per contenere l’inflazione.

Questo primo mattoncino è la base di ogni rendimento, il “minimo” che tutti i “prestatori” dovrebbero incassare.

Descrive quello che in genere viene chiamato “tasso risk-free” e viene misurato con il tasso IRS (interest rate swap).

 

  • C’è poi una seconda parte, che non ha nulla a che vedere con il mercato, e che dipende dal soggetto specifico a cui si presta denaro.

Tanto più quest’ultimo sarà solido ed affidabile, tanto più questo secondo mattoncino sarà sottile.

Qualora invece il debitore fosse più traballante e fragile, egli sarebbe “costretto” a compensare questa debolezza strutturale con una maggiore remunerazione.

Questo secondo mattoncino viene comunemente chiamato spread.

 

Tornando alla domanda iniziale (“che tassi ci sono?”) e all’offerta attuale di conti deposito a 12 mesi, è bene quindi sapersi che l’IRS a 1 anno, oggi, recita così :

 

-0,39% !!!

 

Che cosa significa?

Significa che il secondo tasselo che compone il tasso offerto della Popolare di Bari, e cioè lo SPREAD,  è molto spesso: essendo in questo momento un emittente non particolarmente sicuro, per attirare “prestatori” di denaro, è disposta a remunerare quasi 2 punti percentuali in più rispetto al tasso “privo di rischio”, su un orizzonte temporale di 12 mesi.

 

Quindi, che cosa dovrebbe fare un investitore prima di farsi ammaliare dal tasso?

Dovrebbe semplicemente scomporlo: per capire se esso è generato più dal tassello numero 1 (il mercato, il ciclo economico) o dal tassello n. 2 (le condizioni di affidabilità in cui versa il singolo debitore).

 

E se invece di prestarli, li avessimo presi in prestito noi dei soldi dalla Banca?

E’ bene tenere d’occhio Il tasso IRS, non solo quindi per valutare la solidità dell’emittente a cui intendiamo prestare i nostri risparmi, ma anche, al contrario, se abbiamo preso in prestito dei soldi da una banca:

il tasso IRS viene utilizzato, infatti, anche per i Mutui a tasso fisso.

In questo caso i prestatori sono le Banche.

 

Come si vede da questa tabella, il tasso IRS negli ultimi 15/20 è variato molto, perché, come ci siamo detti prima, sono variate molto le condizioni macroeconomiche.

Ad esempio, il tasso IRS a 10 anni è passato dal 4,78% del settembre 2002 allo 0,24% del luglio 2019.

Se posso quindi permettermi un ultimo consiglio, questo è quindi assolutamente un buon periodo, valutando attentamente i costi e gli spread (“tassello n. 2”) applicati, per contrarre un mutuo prima casa e, soprattutto, per surrogare vecchi mutui fatti prima del 2008.