Welfare Aziendale nelle PMI? Con la RETE d’Impresa si può!

Il welfare aziendale coniuga la necessità di protezione del potere di acquisto da parte dei lavoratori con l’esigenza di rendimento Aziendale.

I dipendenti in genere hanno la tendenza a sentirsi maggiormente tutelati all’interno di grandi aziende piuttosto che in quelle di più modeste dimensioni, questo perché la grande azienda possiede strutture e risorse adeguate a consentirgli di mettere in campo iniziative di welfare efficaci, al contrario le micro e piccole imprese hanno sovente difficoltà a gestire dei piani di welfare, perché non adeguatamente strutturate e sovente con budget insufficienti, eppure rappresentano il 99% delle imprese italiane ed assorbono l’81% della forza lavoro complessiva, ma nonostante questi numeri:

“ Solo il 21% delle piccole imprese dichiara di avere un piano di welfare a fronte di un 60% delle medie e del 69,2% delle grandi” 

Fonte: OD&M Consulting

Il welfare aziendale non si esaurisce in un extra da fornire ai dipendenti, si tratta di un investimento di lungo periodo il cui obiettivo, a seguito del maggior benessere di dipendenti e loro famigliari è quello di rendere maggiormente competitiva sia in termini qualitativi che quantitativi la tua azienda.

Le imprese più piccole fin troppo sovente (non certo per mancanza di volontà) non possiedono le risorse per poter implementare dei progetti di welfare aziendale, hanno di conseguenza maggiori difficoltà a risultare adeguatamente competitive, con il rischio concreto di essere tagliate fuori dal mercato.

A questo punto la domanda che mi sono posto è come si può consentire anche alle aziende più piccole di poter accedere a questo processo virtuoso e beneficiare dei suoi vantaggi?

 

– Devi fare rete!

Al mattino entriamo nello studio, nel laboratorio, in negozio, nel nostro ristorante e tutti, ma proprio tutti, abbiamo uno smartphone in mano, forse non ne siamo consapevoli ma facciamo già parte di una rete, immensa, Internet…

Vero che la maggior parte delle aziende italiane sono piccole o di media dimensione, ma sono tante!

Io penso che integrare le aziende più “piccole” in un’unica grande rete, possa consentire loro di beneficiare degli innegabili vantaggi derivanti dall’applicazione di progetti di welfare aziendale, trovarsi all’interno di una rete, consentirà anche alle micro e piccole imprese di poter mettere in campo progetti di più largo respiro, sia al proprio interno, con servizi dedicati al personale, che all’esterno, con servizi ed agevolazioni alle famiglie dei dipendenti, da quelli più standardizzati fino ai servizi on demand ad esempio:

  • Progetti di mobilità territoriale dedicati al personale
  • Formazione aziendale in comune (corsi aggiornamento professionale, sicurezza ecc.)
  • Risparmio (accesso ai finanziamenti agevolati)
  • Buoni come sostegno al reddito
  • Servizi assicurativi in comune (previdenziali, polizze salute, infortuni ecc.)
  • Servizi sul territorio (assicurazioni ai famigliari, borse di studio ai figli dei dipendenti ecc.)

 

– Fare rete si può

La legge numero 33 del 2009 prevede per le imprese di sottoscrivere un contratto di rete dove 2 o più aziende si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali, allo scopo di accrescere la rispettiva capacità innovativa e la competitività sul mercato, attualmente sono 3 i modelli di sviluppo di una rete:

  1. Si crea una rete di aziende in cui la sommatoria dei dipendenti consenta di ricreare le stesse economie di scala delle grandi imprese aumentando competitività e potere contrattuale.
  2. Si usufruisce dell’ intervento di un operatore esterno in genere società di servizi specializzate nel progettare ed implementare un progetto di welfare aziendale.
  3. Creare un gruppo d’imprese governato da una associazione che si occuperà di gestire il piano welfare condiviso dalle aziende interessate.

 

– Certo è possibile a patto di cambiare la vision

Affinché tutto ciò che ho detto si trasformi in realtà, bisogna apportare dei grossi cambiamenti livello culturale dove fiducia, condivisione, partecipazione ed apertura al mondo esterno, saranno gli obiettivi comuni da perseguire, si renderà pertanto necessario creare un modello di business alternativo a quello individualistico e fortemente frammentato sul territorio tipico delle PMI italiane.

 

– Concludendo

In conclusione, io ritengo che il fare rete per le PMI italiane sia la strada giusta per poi perseguire progetti di welfare aziendale che siano concretamente utili all’azienda, alle famiglie dei dipendenti, al territorio, che consentano di migliorare la produzione sia qualitativamente che quantitativamente aumentando le vendite ed acquisire nuovi spazi di mercato.

Adesso però mi piacerebbe conoscere la tua opinione.

Ritieni che un progetto d’integrazione in rete di aziende medio piccole, che operino in uno stesso settore oppure in settori correlati, possa essere una mossa vincente per poter implementare dei piani di welfare efficaci?

Dimmi la tua nei commenti e sarò lieto di poter conversare con te sul tema, se poi desideri approfondire il tema, confrontandoti con altri imprenditori e professionisti per scambiare idee, consigli ed opinioni, puoi iscriverti al mio gruppo Linkedin Corporate Welfare Corner

A presto!